La scuola non serve a nulla

“Trilogia della clausura 2 e 3”: altri due spunti per una didattica creativa!

(...ma è davvero finita, con la DAD?...)

Ecco, in un sol colpo, gli episodi 2 e 3 dell’ideale, già iniziata la settimana scorsa, “Trilogia della clausura”: spunti per lavorare con la letteratura in modo “teatralcreativo” a scuola. Perché due in un sol colpo? Perché sarebbero stati pensati per la DAD, e visto che si torna in presenza, non è il caso di tirarla troppo per le lunghe; pur tuttavia, concorderere con me nel trovar questi spunti comunque fantastici e riproponibili, un po’ rimodulati, anche in presenza. Tiè!

Clausura due: l’oralità, ovvero come trasformare un libro in un podcast dignitoso, con il lavoro da casa di 25 pischelli caciaroni e usando solo Zoom. Libro, “Il passaggio dell’orso” di G. Festa: storie di natura, interminati spazi, sovrumani silenzi e profondissima quiete, ove per poco il prof, non si spaura. Perché mica solo la storia: questi recitano pure i dialoghi e persino i rumori. Nel libro rumore di passi? Nel podcast due dita che scalpicciano. Nel libro ruscello di montagna? Nel podcast rubinetto in cucina. E qualcuno, sapido, in un passaggio su bestie e ululati ci piazza sotto un discorso di Salvini con belluino ruggire di pontidesca folla.
Risultato? Non ci vinciamo l’Oscar, ma un’altra candela è stata accesa sull’altare della creatività, e in più i pischelli mi hanno mostrato come si usa Audacity. E il naufragar m’è dolce in questo mare, specie se il rubinetto di cui sopra lo si è dimenticato aperto.

Clausura tre: la drammaturgia! E qui i miei ci hanno addirittura vinto un premio: primi tra le scuole Medie nel Festival di Scrittura Teatrale Nazionale “Scrivere il Teatro”. Titolo “Chiusi dentro”. Sfida: raccontare la vita in DAD con una metafora: due soldatucci greci chiusi dentro il cavallo. Bello? Per me e i ragazzi, fighissimo. Soprattutto se rileggo la motivazione del premio:

“Il testo scritto dai ragazzi dell’IC “Umberto Eco” di Milano si segnala non soltanto per l’originalità della riscrittura del più noto degli eventi narrati nei poemi omerici, ma anche per l’efficacia della situazione scenica, che rimanda metaforicamente e senza mai fare riferimenti diretti ad una condizione di costrizione quanto mai attuale.
Un assai ben congegnato meccanismo di ribaltamento dei piani narrativi ci trasporta, infatti, all’interno del cavallo di legno, apparentemente abbandonato sulla spiaggia di Ilio, e ci sospende in un’attesa tragicomica. Un’attesa che si consuma non all’interno della testa, laddove Ulisse e Menelao, presenze appena evocate e pendenti dall’alto, possono osservare le mura e le porte di Troia, studiare le mosse del nemico e verificare l’esito del proprio inganno; ma nel ristretto e marginale spazio di una zampa, per di più posteriore, in cui due soldati a corto di acqua e di aria – l’irrequieto e disilluso Merione e il devoto e bellicoso Trasimede – altra libertà non hanno che guardare impazienti dal buco sbagliato, inutile e rivolto verso il mare.
Non resta loro che impegnarsi a vicenda in una fitta schermaglia all’interno di questa sospensione, in equilibrio tra il desiderio di evasione del primo e le rassicurazioni e i pruriti guerreschi dell’altro, tra il mondo di fuori, apparentemente vuoto e fermo, e le frammentarie notizie ricevute dai piani alti, sempre indirette e filtrate dal solo Idomeneo, penultimo anello della catena. Una disputa che si snoda fino alla risoluzione finale, che ironicamente non può che confermare su chi ricadano le conseguenze delle necessità dei potenti.”

Bello da lucciconi, no?

  • Antonello Taurino

    Docente, attore, comico, formatore: in confronto a lui, Don Chisciotte è uno pratico. Nato a Lecce, laurea in Lettere e diploma in Conservatorio, nel 2005 si trasferisce a Milano. Consegue il Diploma di attore nel Master triennale SAT 2005-2008 del M° J. Alschitz e partecipa a Zelig dal 2003 al 2019. Si esibisce anche inglese all’estero con il suo spettacolo di Stand-up, Comedian. Attualmente è in tournèe con i suoi spettacoli (non tutti la stessa sera): Miles Gloriosus (2011), Trovata una Sega! (2014), La Scuola non serve a nulla (2016) e Sono bravo con la lingua (2020). La mattina si diverte ancora tanto ad insegnare alle Medie. Non prende mai gli ascensori.

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    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

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