L'Ambrosiano

Mare loro, pensieri nostri

In America cercano un mini sommergibile: 5 passeggeri, milioni di dollari per un viaggio definito folle dagli esperti e per il recupero del relitto. Invece in Grecia niente euro per salvare un peschereccio con 750 persone in fuga da guerre e povertà: oltre 500 tra donne e bambini restano in fondo al mare. Dieci anni fa accadde una tragedia simile davanti a Lampedusa. Il pur timido Letta fece recuperare 366 vittime. Ci andò anche il Papa che poi corse a Lesbo cogli Ortodossi angosciati da campi profughi prigioni. Ora i greci dopo la cura Merkel dan la maggioranza assoluta a Mītsotakīs indifferente all’ennesimo eccidio del mare. Meloni si congratula, promette al sodale di destra grandi cose a Bruxelles e barricate ai confini. La premier fattasi le ossa a Cutro ha mandato altre motovedette alla Libia (chiaro il generale Haftar: no navi, no petrolio né gas). L’Italia continua ad aiutare i regimi nordafricani col baratto energia/stop immigrati (cinicamente scomoda un sedicente piano Mattei per maquillage del business) e gioca il futuro dell’Europa sovranista spingendo risorse a Tunisi perché contrasti i subsahariani. Il prossimo bersaglio delle “cristiana” Meloni sarà la Chiesa. Nessuna meraviglia. Basta vedere in tv lo spot con cui il Governo chiede di destinare l’8 per mille a Palazzo Chigi per programmi umanitari. Quale umanità a destra? «L’Italia non sarà mai il campo profughi d’Europa» ha tuonato Meloni in Parlamento prima d’andare a Bruxelles. Dunque gara con Cei e Caritas: per ora queste continuino ad accogliere migranti e profughi: fa comodo; quando avesse risorse la destra renderebbe operativa la narrazione sovranista. Date a noi nuovo Stato etico l’8 per mille: fermeremo l’invasione e impediremo la sostituzione etnica. A Cei e Caritas che accolgono e cercano di integrare, sostituiremo Centri per rimpatri e richiedenti asilo (carceri dove si danno benzodiazepine, è stato denunciato). Adesso andiamo al mare, paghiamo gli aumenti della spiaggia a chi non vuole la concorrenza, ma dopo vediam di ribellarci perché il mare sia vita per noi e per chi spera nell’Europa, regole, civiltà, non cimitero, barriera ideologica, razzismo, roba da ricchi (folli).

  • Marco Garzonio

    Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.

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    Un consiglio per la pace a Gaza. Il "board" di Trump, un CdA che gestirà un business miliardario

    Si chiama “Board of Peace” e Donald Trump, il presidente degli Stati Uniti, l’ha pensato come il grande consiglio che guiderà – sulla carta - la ricostruzione di Gaza. Il disegno immaginato da Trump non prevede l'intervento degli organismi internazionali che hanno retto la sovranità del diritto per decenni. Nel futuro di Gaza – almeno per ora – non sono previste presenze come le Nazioni Unite, il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale, l'Organizzazione Mondiale del Commercio. Il "Board of Peace" richiama molto l’idea di un consiglio di amministrazione (un “board”, appunto), che dovrà gestire un affare economico e finanziario colossale, un consiglio che avrà Trump come presidente. Il piano Trump in 20 punti, al paragrafo 9 recita: "Questo organismo (Board of Peace, ndr) definirà il quadro di riferimento e gestirà i finanziamenti per la ricostruzione di Gaza". Gestirà i soldi, proprio come un CdA che si rispetti. E le logiche finiranno per essere quelle del business e non della convivenza internazionale; dell’interesse privato e non dell’interesse pubblico; dell’autoritarismo che oscura la democrazia. Raffaele Liguori ha intervistato Fabio Armao, docente di relazioni internazionali all’università di Torino. È autore, insieme a Davide Pellegrino, di “Distopia americana. L’impatto della presidenza Trump sul sistema politico americano” (Mimesis, in uscita).

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