L'Ambrosiano

L’arditodemosauro

Il fascismo non torna: ne son convinto e so di trovarmi in buona, larga, agguerrita compagnia. La Costituzione è caposaldo; Mattarella è sapiente, affidabile garante di rispetto e applicazione, come i predecessori, riferimenti autorevoli e super partes perché eletti con processi di consenso democratico, non direttamente dal popolo secondo umori e propaganda; la democrazia di buona salute gode ancora seppur abbia vita complicata (chi non l’ha?): è immunizzata da un ventennio di male assoluto (leggi razziali, guerra), da efficaci booster protetta. Se dunque ha resistito a stragi, terrorismi, memoria corta, golpe tentati, logge segrete, mafie, corruzioni, secessionismi sognati, cene eleganti, populismi, voltagabbanismi disinvolti, la democrazia supererà le prove che la aspettano in Italia, Europa, equilibri mondiali. Dovrà fare i conti con una nuova creatura che da tre mesi si aggira per le strade, abita il Palazzo, cerca poltrone in enti pubblici, media, presidi culturali, fa scouting tra antenati: arruola Dante. Negli antichi bestiari il mitologico “mostro” prende forma dall’incrocio di parti diverse. Oggi, ad esempio: la baldanza d’esponenti della destra giovani che usano dati sensibili come clava per attaccare gli avversari e quelli d’esperienza che ammettono (finalmente!) esser state le leggi razziali «macchia indelebile per l’Italia», ma tralascian di citare e bollare chi le promulgò e dopo l’8 settembre consegnò ebrei e inermi ai nazisti. Poi c’è la parte democratica: consenso raccolto legittimamente per il combinato di mirabolanti promesse, alleati in cerca di bandierine da scambiare, disastri di quelli che dovrebbero fare opposizione, narcisismi, legge elettorale poco rispettosa delle possibilità di scegliere (e le urne si svuotano). E c’è la parte che evoca figure, fantasie, paure arcaiche ma ricorrenti: i “sauri”, alla Spielberg, minacciosi d’un passato mai morto, poi sconfitti. In bestiari a noi più prossimi parlerei di “arditidemosauri”. Nel gioco di alternanza e pluralismo dovrebbero duellare coi “brontopidisauri”, “lucertole del tuono” (è l’etimologia). Dice il motto popolare: «tanto tuonò che piovve». Ma coi cambiamenti climatici è scarsa anche l’acqua che ristori.

  • Marco Garzonio

    Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.

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