L'Ambrosiano

Intossicazione

La premier domenica m’ha preoccupato. Col cappello da ufficiale superiore degli Alpini e il sorriso ha benedetto il ripristino del servizio di leva. L’aggiunta «purché sia su base volontaria e in alternativa al servizio civile» ha configurato il classico pezo el tacón del buso, il rimedio peggio del male. Smettiamola di rassicurarci, sottrarci a eventuali responsabilità, parlar di gaffe, incompetenze, classe dirigente inesperta, incidenti di percorso. C’è un disegno (non “un pensiero”: questo, se tale, è aperto a confronto, dialogo, condivisione) ormai chiaro della destra: smontare l’impianto culturale della Costituzione e far passare un sistema autoritario nei modi, discriminatorio nella gestione, da suprematismo bianco nella visione dell’uomo. I precedenti son noti: lotta a immigrati e ong; decreti insicurezza; narrazioni burlesque su via Rasella e Fosse Ardeatine; afasia nel riconoscere “antifascista” la Costituzione; sforzo di delegittimare la “triplice” sindacale; “sostituzione etnica”; tentativo di scippare il Papa ai cattolici; tende degli studenti colpa di sindaci di centrosinistra. La mini naja è sbocco emblematico, pericoloso. Già caldeggiata dal Presidente del Senato (col busto del duce in casa) e sostenuta dalla Lega, si sposa coi plausi di Salvini all’autodifesa. In 40 giorni, dice La Russa, come al Car: disciplina; cameratismo; confidenza con le armi; si dà ai giovani i rudimenti d’una mentalità basata sui rapporti di forza. Ha cantato De André: «Sparagli Piero, sparagli ora / e dopo un colpo sparagli ancora». Se Piero ha un sussulto d’umanità «quello si volta, ti vede e ha paura / e mentre imbraccia l’artiglieria / non ti ricambia la cortesia». Un’intossicazione progressiva dell’aria sento. L’assorbimento dall’esterno di veleni, sostanze nocive o avariate intacca i tessuti, anche quelli nervosi. Scattano autocensure (Levi che caccia Rovelli e poi ci ripensa). T’accorgi ed è tardi. Si devon contrastare le cause intossicanti, parlare con le persone, andare in piazza se serve. Cantava De André: «Ninetta mia crepare di maggio / ci vuole tanto troppo coraggio». Il coraggio è non subire, opporre resistenza: tempi, modi, mete da definire. Vediamo i guasti: siamo ancora sani! Ce la possiamo fare.

  • Marco Garzonio

    Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.

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    Oggi a Cult Mary Sarnataro ci ha parlato di “Zitte mai!”, la serata speciale in scena al teatro Lirico di Milano, che un gruppo di comedians, capitanate da Deborah Villa, dedica all'associazione Cerchi nell'Acqua, che da anni è vicina alle donne vittime di violenza. A partire dalla libertà di esprimersi, la prima che viene a mancare quando una relazione diventa prevaricante, l'appuntamento sarà l'occasione per riflettere sulla violenza sulle donne, usando lo strumento della comicità. L’intervista di Ira Rubini.

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