La scuola non serve a nulla

Cosa? Una conferenza internazionale sull’Umorismo? Ma scherziamo? Dai, su… – Puntata 4

Eccoci all’ultima puntata del mio reportage sull’ISHS Conference, l’annuale conferenza dell’International Society of Humour Studies (tradotto: la Società Internazionale di studi sull’Umorismo), nel quale vi riporto, come tutti gli influencers che si rispettino, gli interventi più interessanti cui ho assistito. Tanto in teatro non sta succedendo niente di interessante, e neanche a scuola, se si esclude la proposta di “Expert: gli esperti siamo noi” con cui si pensa di formare e aggiornare in futuro i docenti. Sigh!

L’ultima puntata è quella in cui si parla della parte dura, pesa, sostanziosa: umorismo e Artificial Intelligence, siòre e siòri.

Tra i vari interventi, il professor Juan Carlos Farah ha raccontato un po’ a che punto è la ricerca in questo campo, osando, ardito, inerpicarsi a rispondere all’annosa domanda “i computer riusciranno mai a scrivere delle battute che facciano ridere?” Sostanzialmente, la sua posizione è che battute “in senso tecnico”, sì (cioè costruite come tali e con tutti i loro elementi costituivi riconoscibili); “buone battute”, al momento, no. Del resto, si sa essere questo il terreno linguistico su cui i computer fanno e faranno più fatica: il linguaggio figurato, i doppi sensi, la pragmatica… Certo, limitatamente alla creazione di semplici giochi di parole, esistono già dei software che producono risultati soddisfacenti, anche se più vicini all’enigmistica che all’umorismo: applicando la “Semantic script theory of humour” di Raskin, per esempio, si può istruire un computer a produrre un pun, sulla base del principio della maggior somiglianza fonologica possibile tra le parole con cui si voglia creare ambiguità semantica a fini umoristici: “The Loch Ness Monster eats fish and ships”/ “The Loch Ness Monster eats fish and chips” (e sempre per questo aspetto, da segnalare il programma messo a punto dal Dipartimento di Intelligenza Artificiale dell’Università di Edinburgo, JAPE, che genera battute sotto forma di indovinelli con giochi di parole).

Ma per altri tipi di umorismo? Un tentativo in questo senso è stato il software Humour Processor,  che, più che creare battute, offre in due finestre affiancate sullo schermo una serie di frasi che, accoppiate, possono generare effetti comici (ecco un battura creata con questo software: “La settimana scorsa stavo così male che il dottore, appena mi ha visto, si è fatto un’iniezione”). Al momento, le ricerche più ardite sembrano essere quelle di Ray Gonzalez, ricercatore dell’Università del Texas. Costui ha creato un “Generator” di punch-line: tu scrivi il set-up (“l’alzata”) e il generatore ti propone la chiusa, all’interno di un campo semantico dato. E quindi nella dimostrazione al pubblico, il nostro eroe ha chiesto un argomento a piacere su cui testare lì, durante la conferenza e davanti a tutti, la macchina; allora il pubblico ha proposto “pizza”; quindi, dopo aver inserito la set-up line “la pizza che ho mangiato ieri era talmente indigesta che…”, il generatore ha tirato fuori, più o meno, un “…sarà sicuramente proposta come nuova arma di distruzione di massa”. Boh… Cioè, carina, per essere venuta fuori da un computer (e qualche sedicente autore che non arriva a questo livello, l’ho conosciuto), ma sulle battute credo continueremo a preferire per molto tempo l’umano artigianato del forno a legna.

L’ultimo giorno sono stati conferiti i prestigiosi “Christie Davies Awards”, cioè i premi ai ricercatori le cui pubblicazioni sono state giudicate, per quest’anno, le più interessanti in materia umoristica. Si è partiti con Dick Zijp, della Utrecht Univesity, con “Those who laugh as a body today, will march as a body tomorrow”, uno studio che dimostra come l’umorismo si sia rivelato collante non trascurabile per battaglie volte al riconoscimento di vari diritti civili; poi Katarina Zacharopoulou, della University College London, che nel suo “Designing for amusement: from the intention to the interpretation of humour” ci ha guidati in un curioso percorso a cavallo tra umorismo e architettura; e Nikita Labanov, dell’Università di Bologna, che in “Humour, hate crimes and British radical right users on Twitter” che ha analizzato il rapporto sui social tra umorismo e hate speech nel Regno Unito, specialmente nel lasso temporale del compimento della Brexit.

Chiudo con lo studio di Guillem Castanar, dell’Università di Pietroburgo, non solo perché con questa spassosissima personcina ho chiacchierato amabilmente per tutta la cena finale dell’ultima serata, ma anche perché particolarissima era la sua ricerca: in “Target in Post-Socialist and Russian ethnic jokes: critical humour and the politics of community”, egli è andato a studiare e catalogare tutti i casi di barzellette in cui i personaggi sono identificati con la semplice appartenenza a una certa nazione: per capirci, da noi quelle che iniziano con lo schema “C’è un italiano, un francese e un tedesco…”. Ebbene, in ogni paese sono diffuse queste barzellette (così come in ogni nazione esiste una certa categoria di persone che, per antonomasia, nelle barzellette ha l’ingrato e ingiurioso compito di “incarnare” la stupidità: in Canada e Usa le bionde, in Italia i Carabinieri, in Francia i Belgi, in Inghilterra la ragazze dell’Essex, in Finlandia i Kareliani, in Olanda… i batteristi!): nello specifico delle barzellette “a tre nazionalità”, quasi sempre, è endogeno il punch-line maker (cioè se la barzelletta è raccontata in Russia, è al russo che sarà assegnato il ruolo del “furbo” che la chiude, se in Germania al tedesco, ecc., e così via. Come del resto, è da noi…). Più interessante è, in ogni Paese, andare a vedere di che nazionalità sono i primi due, quelli a cui sono affidati i ruoli di “perdenti”; quasi sempre, in tutto il mondo si parte con “C’è un inglese…” (ma curioso che in Italia, praticamente mai) e, al secondo posto, è una lotta all’ultimo sangue tra “…un francese” e “…un tedesco”. Pensavo: che la Brexit dipenda un po’ anche da questo?

La cena dell’ultima sera, dicevo. Solo per dire che è tradizione improvvisare una gara di battute; così, come caloroso e benaugurante invito alla conferenza dell’anno successivo. Io ho partecipato con una battuta che ho sentito dire spesso all’amico Germano Lanzoni, alias “Milanese Imbruttito”, e cioè “In Italia spendiamo più denaro in ricerche sul Viagra che per curare l’Alzheimer: perciò tra vent’anni avremo tutti un pene durissimo, ma non ci ricorderemo dove metterlo”. Ma ha vinto un tizio di non so che nazionalità con questa qui: “Qual è la parte più dura da mangiare di un vegetale? La sedia a rotelle”. Bene così.

Ci si vede a Boston, alla prossima International Society of Humour Studies Conference, dal 3 al 7 luglio 2023.

Magari sarà pieno di italiani, chi lo sa…

Finisce qui non solo questo reportage (spero vi sia piaciuto, e che sia stato utile a fornire qualche strumento per discettare in termini più tecnici di comicità… insomma, fatemi sapere!), ma anche quest’anno di articoli: comincia infatti la mia pausa estiva da questo blog.

Ci si vede a settembre!

 

 

Che ne pensate? Per qualunque cosa vogliate dirmi riguardo ai miei articoli su questo Blog, dagli apprezzamenti, ai consigli, alle critiche fino agli insulti (questi ultimi però purché formulati rigorosamente in lingue antiche), scrivete a: antonellotaurino1@gmail.com .

 

  • Antonello Taurino

    Docente, attore, comico, formatore: in confronto a lui, Don Chisciotte è uno pratico. Nato a Lecce, laurea in Lettere e diploma in Conservatorio, nel 2005 si trasferisce a Milano. Consegue il Diploma di attore nel Master triennale SAT 2005-2008 del M° J. Alschitz e partecipa a Zelig dal 2003 al 2019. Si esibisce anche inglese all’estero con il suo spettacolo di Stand-up, Comedian. Attualmente è in tournèe con i suoi spettacoli (non tutti la stessa sera): Miles Gloriosus (2011), Trovata una Sega! (2014), La Scuola non serve a nulla (2016) e Sono bravo con la lingua (2020). La mattina si diverte ancora tanto ad insegnare alle Medie. Non prende mai gli ascensori.

ALTRO DAL BLOGVedi tutti
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli

Adesso in diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    GR venerdì 26/07 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle 16 edizioni quotidiane del Gr. Un appuntamento con la redazione che vi accompagna per tutta la giornata. Annunciati dalla “storica” sigla, i nostri conduttori vi racconteranno tutto quello che fa notizia, insieme alla redazione, ai corrispondenti, agli ospiti. La finestra di Radio Popolare che si apre sul mondo, a cominciare dalle 6.30 del mattino. Da non perdere per essere sempre informati.

    Giornale Radio - 26-07-2024

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di venerdì 26/07/2024

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 26-07-2024

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 26/07/2024 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 26-07-2024

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Jukebox & Slot Machine di venerdì 26/07/2024

    Come molte altre cose, un luogo è definito dalle funzioni che dentro di esso si possono svolgere. Un po' come l'ambiente che ci circonda può essere più o meno ostile. Ne consegue che la presenza ormai capillare in Italia delle macchinette da gioco d'azzardo nei bar, qualcosa deve aver cambiato rispetto a quando la possibile macchina-mangia-monetine che si rischiava di incontrare sotto casa, invece che vacue promesse di un'antidoto alla disperazione della povertà, spacciava il lato di un 45 giri o al massimo anni dopo qualche giocosa avventura con le fattezze del cartone animato. In quell'epoca invece che un semplice schermo e dei bottoni, le slot-machine confinate ai casinò avevano una manopola e dei rulli che scorrevano prima di dare un responso in forma di immagini miste o uguali, spesso non casualmente in tema di frutta, poiché la natura costruisce sopra l'esistente invece che sostituirlo ed il cervello sapiens non fa eccezione. una banana, delle ciliegie, una mela? ciliegie, ciliegie e un'ananas? tre pere? sono tutte combinazioni possibili. parafrasando un celebre umanista e compositore, si potrebbe dire che "these are tunes that go together well", o almeno così ci auguriamo che sarà. anche perché dalle retrovie pare si dica che "vincere sempre è come non vincere mai".

    Jukebox & Slot Machine - 26-07-2024

  • PlayStop

    Podi podi di venerdì 26/07/2024

    Il racconto, i commenti e i retroscena delle Olimpiadi di Parigi 2024 su Radio Popolare. Dal 26 luglio all'11 agosto 2024 tutti i giorni dalle 19.00 alle 22.30 con Gianmarco Bachi, Luca Gattuso, Marta Zambon e le incursioni di Stefano Vegliani.

    Podi podi - 26-07-2024

  • PlayStop

    News della notte di venerdì 26/07/2024

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 26-07-2024

  • PlayStop

    Popsera di venerdì 26/07/2024

    Popsera è lo spazio che dedicheremo all’informazione dalla prima serata per tutta l’estate e nel periodo festivo di fine anno. Si comincia alle 18.00 con le notizie nazionali e internazionali, per poi dare la linea alle 19.30 al giornale radio. Popsera riprende con il Microfono aperto, per concludersi alle 20.30. Ogni settimana in onda un giornalista della nostra redazione.

    Popsera - 26-07-2024

  • PlayStop

    Poveri ma belli di venerdì 26/07/2024

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 26-07-2024

  • PlayStop

    Parla con lei di venerdì 26/07/2024

    Ospite di oggi la psicologa e psicoterapeuta Gabriella Scaduto. Si parla di come la psicologia supporta i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, di prevenzione al bullismo, di supporto a vittime di abusi e figl* di donne assassinate. E anche di come si concilia una vita intensamente impegnata con la famiglia.

    Parla con lei - 26-07-2024

  • PlayStop

    Conduzione musicale di venerdì 26/07/2024 delle 14:32

    Un viaggio musicale sempre diverso insieme ai nostri tanti bravissimi deejay: nei giorni festivi, qua e là, ogni volta che serve!

    Conduzione musicale - 26-07-2024

  • PlayStop

    Note dell’autore di venerdì 26/07/2024

    Un appuntamento quasi quotidiano, sintetico e significativo con un autore, al microfono delle voci di Radio Popolare. Note dell’autore è letteratura, saggistica, poesia, drammaturgia e molto altro. Il tutto in una decina di minuti, più o meno il tempo di un caffè...freddo!

    Note dell’autore - 26-07-2024

  • PlayStop

    Il Filo della Storia - Abacost

    Abacost, il paradosso dell’autenticità dietro la giacca di un dittatore africano. A cura di Alba Solaro

    Il Filo della Storia - 26-07-2024

  • PlayStop

    Cult di venerdì 26/07/2024

    Oggi a Cult: il Terreni Creativi Festival di Albenga; alla Maddalena, la Valigia dell'Attore; il Segesta Festival 2024 con musica, teatro, danza e incontri; in Val d'Aosta Insoliti Festival a contatto con la natura; il libro "100 vasi di design italiano" a cura di Marco Meneguzzo ed Enrico Morteo...

    Cult - 26-07-2024

  • PlayStop

    Giorni migliori di venerdì 26/07/2024

    A cura di Mattia Guastafierro e Massimo Alberti. Il decreto per abbattere i tempi sulle liste d’attesa: servirà davvero o è un ulteriore regalo alla sanità privata? - con Andrea Capocci, giornalista scientifico del Manifesto, e Pierino De Silverio, segretario Anaoo Assomed. Il far west della logistica: lo sfruttamento di manodopera tocca anche la filiera di Poste Italiane – con Rosita Rijtano di La Via Libera. In Irlanda i consumi dei server superano quelli domestici: siamo entrati in una nuova era di centralità delle macchine rispetto all’uomo? - con Juan Carlos De Martin, docente al Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico di Torino. Come scegliere il futuro sindaco di Milano? Con le primarie o no? - il microfono aperto con Roberto Maggioni.

    Giorni Migliori – Intro - 26-07-2024

Adesso in diretta