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L’emergenza siccità al Centrosud, le difficoltà nella maggioranza e le altre notizie della giornata

siccità centrosud

Il racconto della giornata di giovedì 25 luglio 2024 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Al Centrosud la siccità sta asciugando i bacini idrici, con danni enormi per le colture. Il paradosso è che al Nord, invece, i bacini sono stracolmi. Aumentano le tensioni nella maggioranza, per diventare sempre più forti in autunno, quando dovrà essere varata la finanziaria. L’offensiva israeliana su Khan Yunis si intensifica: almeno 30 le vittime nelle ultime ore. Il governo è in allarme sui conti pubblici e per raschiare risorse Giorgetti va ulteriormente in contro agli evasori. Tra agricoltura ed edilizia, del centinaio di aziende controllate da nord a sud oltre la metà non sono regolari tra nero e forme varie di sfruttamento. L’inizio delle Olimpiadi 2024 a Parigi con imponenti misure di sicurezza stasera al Louvre per la cena di gala alla presenza di capi di stato e di governo e di autorità e personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo.

Le scorte d’acqua per i campi al Centrosud si stanno esaurendo

Le regioni del Mezzogiorno stanno letteralmente rimanendo senza acqua. Settimana dopo settimana, la siccità sta asciugando i bacini idrici. L’acqua sta finendo innanzitutto per l’agricoltura e i campi sono secchi, con danni enormi per le colture. In alcune zone di Campania, Puglia e Sicilia si sta già razionando anche l’acqua del rubinetto. Il paradosso è che al Nord, invece, i bacini sono stracolmi e addirittura vengono svuotati, buttando l’acqua nel mare.

I ministri del governo, in questa situazione, o attaccano i giornali internazionali che ne stanno parlando, come ha fatto Santanché con il New York Times. Oppure sostengono che i soldi sono stati messi, che le Regioni non fanno abbastanza, come ha detto Musumeci. Sta di fatto che la situazione è ogni giorno più grave. Oggi è arrivato l’allarme dell’Anbi, l’associazione nazionale dei bacini idrici: ai nostri microfoni il presidente Massimo Gargano, intervistato da Francesca Arcai….


Dire “emergenza” non sarebbe però corretto: la situazione di oggi è figlia di decenni di mancati investimenti, dice al microfono di Massimo Bacchetta, il direttore generale dello Svimez, l’economista Luca Bianchi. Che avverte: l’autonomia differenziata aumenterà i problemi

Giorgia Meloni fatica a tenere insieme la sua coalizione

(di Michele Migone)
Le divisioni che emergono sono solo il preludio. Aumenteranno, per diventare sempre più forti in autunno, quando dovrà essere varata la finanziaria. Le casse vuote, il debito pubblico, il nuovo patto di stabilità, l’Europa che non farà sconti. Lo spazio di manovra sarà poco. E, facile previsione, la tensione tra i partiti di governo andrà alle stelle. Palazzo Chigi ha fatto girare la voce che Meloni sarebbe tentata di andare alle elezioni anticipate nel 2025. E’ una minaccia per spaventare alleati diventati riottosi a mantenere la linea, ma il solo farla arrivare ai giornali dimostra che per la maggioranza siamo in una nuova fase politica. Giorgia Meloni ha giocato molto male le sue carte in Europa. I suoi voti su Ursula Von Der Layen, prima l’hanno isolata come capo di governo e poi l’hanno costretta ad andare a ruota dei Patrioti di Orban Le Pen e Salvini. Si è indebolita. Il leader della Lega – che era uscito male dalle Europee – ha così potuto recuperare terreno politico nei suoi confronti. La guerriglia che Salvini aveva iniziato in Italia contro di lei, si è accentuata su tanti fronti. Oggi la Lega ha chiesto posti che contano nel prossimo vertice Rai, il feudo di Fratelli d’Italia. Salvini si sente rafforzato anche dalla scommessa Trump. Una sua vittoria sposterebbe il quadro internazionale a destra. Giorgia Meloni dovrà accodarsi, pensa il leader della Lega, laddove ci sono già io. Questo progressivo, ma percettibile spostamento di Fratelli d’Italia e Lega ha rimescolato le carte anche in Forza Italia. I fratelli Berlusconi lo hanno detto chiaramente: lo spazio per un centro moderato è sempre maggiore, ma hanno anche fatto sapere che il prudente Antonio Tajani, troppo succube di Giorgia Meloni, non è la persona giusta per conquistarlo. Per dimostrare loro il contrario, Tajani ha quindi deciso di distinguersi sempre di più dal resto della maggioranza. Provocando altre tensioni e divisioni.

 

L’esercito israeliano avanza su Kahn Yunis

L’offensiva israeliana su Khan Yunis si intensifica: almeno 30 le vittime nelle ultime ore, mentre i carri armati entrano sempre più in profondità nella città, e in diversi quartieri i soldati sono impegnati in scontri diretti coi miliziani. Per timore dei combattimenti, migliaia di persone restano bloccate nei propri rifugi. Dopo 4 giorni di assedio la città è ormai allo stremo, nessuno può ricevere aiuti alimentari o cure mediche.
Colpita anche un’altra scuola dell’agenzia Onu per i palestinesi, le cui strutture nella Striscia sono ormai usate come rifugio dagli sfollati.

Intanto a Washington, dopo aver pronunciato ieri un infuocato discorso al Congresso degli Stati Uniti, boicottato da decine di democratici, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è arrivato alla casa Bianca: poco fa è iniziato l’incontro con il presidente Joe Biden.
Sul tavolo l’accordo con Hamas per il cessate il fuoco e lo scambio di prigionieri; fonti dell’amministrazione Usa rivelano che l’incontro tra i due leader potrebbe permettere un passo in avanti importante.
Nelle prossime ore Netanyahu dovrebbe vedere anche la vicepresidente Harris; venerdì incontrerà invece Donald Trump.
Il candidato repubblicano da qualche giorno è in difficoltà: non è più al centro della scena mediatica, tutta dedicata a Kamala Harris.

 

Il governo strizza l’occhio agli evasori per recuperare risorse

(di Massimo Alberti)
Governo in allarme sui conti pubblici: le entrate migliorano ma non coprono le spese, il concordato preventivo finora è un flop clamoroso: e per raschiare risorse Giorgetti pensa a venire ulteriormente in contro agli evasori. Evidentemente, sventolare lo spettro del redditometro, terremotando la maggioranza, non è servito a far smuovere una platea di evasori abituata all’impunità. Così il concordato preventivo, con cui il governo puntava ad incassare alcuni miliardi utili alla manovra d’autunno, è un clamoroso fallimento, con alcune centinaia di adesioni su una platea di due milioni. Ora si pensa di venire ulteriormente incontro a chi froda il fisco,rendendo ancor più blando il concordato. Di per se la mossa sembra disperata, nonostante una crescita del 7% delle entrate fiscali generali, superiori anche al def. Ma aumentano anche le spese, ultimo l’annuncio di oltre 3 miliardi di spese militari in più, e la coperta resta corta. Anche perché il PNRR, unico sostanziale fattore di crescita previsto nel documento di economia e finanza, al di là dei proclami continua ad arrancare, e le previsioni di crescita degli istituti indipendenti sono più basse di quelle del governo. Così, in vista di settembre quando sarà da presentare il piano di rientro dal deficit dopo la procedura di infrazione confermata mercoledì, le incognite sulla manovra aumentano. Oltre a 12 miliardi per il deficit servono quelli per il taglio del cuneo fiscale e la riforma irpef, impossibile non tenerli visto che l’altra grande promessa, le pensioni, è stata definitivamente archiviata dallo stesso Giorgetti. Al momento il conto dice 30 miliardi. Resta la mossa disperata di andare dagli evasori in ginocchio a chiedere un obolo, sempre funzioni. Oppure i tagli. Fin qui han colpito sanità e università, cioè cura e futuro del paese, ma non è escluso saranno gli unici.

 

Il lavoro irregolare resta la norma nelle campagne

(di Massimo Alberti)
Ci è voluto un bracciante morto e gettato per strada senza un braccio per dare un impulso ai controlli sul caporalato, con oltre metà delle imprese irregolari. E nell’agropontino, il timore dei controlli spinge gli imprenditori ad assumere.
La morte barbara di Satnam Singh, lasciato morire con un braccio amputato dal suo datore di lavoro, ha segnato uno spartiacque nell’immaginario sul caporalato. Ed almeno per ora, che possa durare purtroppo è solo una speranza, ha spinto a maggiori controlli, nonostante gli organici allo stremo come denunciano da anni gli ispettori. Non passa settimana senza che gli organi preposti diffondano comunicati sulle operazioni compiute: ultimo quello di ieri di carabinieri, Ispettorato del Lavoro e Inps. L’esito, il consueto di quando si controlla, che sia agricoltura o edilizia: del centinaio di aziende controllate da nord a sud, una microgoccia nel mare, oltre la metà non sono regolari tra nero, e forme varie di sfruttamento. La percentuale di irregolarità non è però il dato più interessante, nel racconto di come si lavori oggi in Italia, e quale sia la mentalità delle imprese. Inps rileva infatti che dopo la morte di Singh, nell’Agro Pontino la paura dei controlli ha portato ad una sorta di corsa alle assunzioni: nelle quindicine dopo il 18 giugno, alla sua morte, i contratti depositati sono raddoppiati rispetto a prima. Non solo, Inps rileva picchi di assunzioni il giorno successivo ai controlli. Che fanno suonare un po’ stonate le parole di Fratelli d’Italia, che qui ha il suo feudo, col senatore Calandrini che ci tiene a dire che non è un far west, e che gli imprenditori disonesti sono un’eccezione. O quelle della sindaca di Latina Celentano, che al sopralluogo della Commissione parlamentare sul caporalato, ha parlato di fenomeno emarginato a casi limite. Smentita, oltre che dai dati sui controlli e dall’andamento delle assunzioni, anche dal procuratore di Latina, che continua a parlare di un fenomeno, rispetto ai casi perseguiti, ampiamente sottostimato.

L’atteso inizio delle Olimpiadi 2024

Domani iniziano ufficialmente le Olimpiadi 2024 a Parigi. Tra imponenti misure di sicurezza stasera al Louvre è in programma una cena di gala alla presenza di capi di stato e di governo e di autorità e personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo. Oggi papa Francesco ha fatto l’ultimo accorato appello alla tregua olimpica che però, ormai è chiaro, non ci sarà. Il servizio da Parigi:

 

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    Le politiche pro natalità non funzionano, lo dicono i fatti

    Più che gelo siamo in glaciazione demografica, questione sociale per carità ma soprattutto politica, perché sono governi soprattutto di destra che la predicano, ma le politiche pro-natalità non stanno funzionando, perché sono cambiate le scelte, le prospettive e le possibilità dei nuovi genitori e la loro riduzione numerica è un dato di fatto storico non trasformabile con richiami ai valori della famiglia o con bonus bebè. Alessandra Minello, ricercatrice in Demografia al dipartimento di Scienze statistiche dell’Università di Padova, autrice per Laterza di “Senza figli. Scelte, vincoli e conseguenze della denatalità”) ci propone una lettura più solida di quella del dibattito politico sul tema. “È cambiato il modo in cui diamo valore e cerchiamo soddisfazione nella nostra vita. È una cultura che sta cambiando e parte dalle valutazioni di sé, dalle scelte appunto”. L’intervista di Cinzia Poli e Claudio Jampaglia.

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    Pubblica di mercoledì 22/10/2025

    Marina Berlusconi, una keynesiana (smemorata) a Segrate. In una lettera al Corriere della Sera di domenica scorsa la presidente di Fininvest e Mondadori ha denunciato lo strapotere mondiale delle Big Tech e ha vantato il sistema regolatorio pubblico vigente in Europa. «Quello delle Big Tech - ha scritto - è un potere che rifiuta le regole. E' concorrenza sleale bella e buona», ha scritto Berlusconi. La presidente Fininvest ha dimenticato la storia dell'impero industriale e finanziario che oggi controlla e guida. Una storia di norme ad personam: dai cosiddetti “decreti Berlusconi” emanati dal governo Craxi nel 1985, alla legge Mammì che certificò il monopolio TV privato, alla legge Gasparri del 2004. Nel suo articolo Marina Berlusconi ha scritto che «l’intreccio tra politica e Big Tech negli Usa è sotto gli occhi di tutti […] questi colossi non sono più solo aziende private, sono attori politici», ha sentenziato Berlusconi rimuovendo il fatto che il suo gruppo è ancora oggi l’azionista di fatto di un partito, oggi al governo, come Forza Italia. Pubblica ha ospitato Stefano Balassone, ex consigliere di amministrazione della Rai, già vice-direttore di Rai Tre, oggi produttore e autore televisivo.

    Pubblica - 22-10-2025

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    Trasmissione trisettimanale, il lunedì dedicata all’America Latina con Chawki Senouci, il mercoledì all’Asia con Diana Santini, il giovedì all’Africa con Sara Milanese.

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    ILARIA BERNARDINI - AMATA - presentato da Barbara Sorrentini

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    Una bomba sotto l’auto di un giornalista d’inchiesta, lo sciopero di un’intera redazione contro la scelta del proprio giornale di affidare a una firma esterna l’intervista di punta alla presidente del Consiglio, i dati d’ascolto progressivamente in calo dei Tg della rete pubblica. Vari elementi illuminano in questi giorni lo stato di sofferenza dell’informazione in Italia, tra attacchi alla libertà e scossoni alla sua credibilità. Ospiti: Francesco Prisco, cdr del Sole 24 ore; Alessandra Costante, segretaria Fnsi; Francesco Siliato, Sociologo dei processi culturali e comunicativi, fondatore dello Studio Frasi. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

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    Presto Presto - Interviste e Analisi di mercoledì 22/10/2025

    Glaciazione demografica, questione sociale per carità ma anche realtà storica non trasformabile con richiami alla famiglia, l'analisi di Alessandra Minello, ricercatrice in Demografia al dipartimento di Scienze statistiche dell’Università di Padova (l’ultimo suo libro da poco uscito per Laterza è “Senza figli. Scelte, vincoli e conseguenze della denatalità”). Le diseguaglianze nel lavoro, i salari poveri, la impossibilità di conciliare lavoro e vita per tutte 8e tutti) sono gli elefanti nella stanza demografica che il governo non vuole affrontare, ce ne parla Lidia Baratta, giornalista economica de l’Inkiesta, per cui cura la newsletter settimanale “forza lavoro” Insieme a 67 organizzazioni fra le più rappresentative del Terzo settore italiano la rivista VITA ha lanciato una campagna e un appello affinché il Governo si adoperi per togliere il tetto al 5 per mille, oggi alzato a 610 milioni dopo che il Tero settore ne ha persi 80 per il limite ancora più basso posto l'anno scorso, ce ne parla Stefano Arduini, direttore di Vita. Oggi è la Giornata Mondiale del Clima e il Giusto Clima, la nostra trasmissione dedicata al tema, vi propone una serata live con ospiti di ReCommon e GreenPeace e poi con un film: ce lo racconta Marianna Usuelli, redattrice della trasmissione.

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