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Jazz Lieutenant. Il graphic novel di Malo Durand

Jazz liutenant

Se la musica jazz arriva in Europa e si diffonde in un lampo sul vecchio continente dopo la prima guerra mondiale, è senza dubbio merito loro. Loro, sono gli Harlem Hellfighters. Il 369esimo reggimento di fanteria dell’esercito americano, composto da 2000 uomini principalmente afroamericani, portoricani, cubani e di altre minoranze non bianche. In un periodo di violenta segregazione raziale e anni di moti razzisti e linciaggi, a opera tra gli altri di un Ku Klux Klan rianimato dal 1915, la creazione di un reggimento nero che si fece talmente valere in battaglia da venir decorato con la croce di guerra francese (furono i primi soldati americani a meritarla), era visto come un modo per ottenere pari diritti per i neri al rientro dalla guerra.
Spinti da questo ideale, molti famosi musicisti ragtime dell’epoca si erano arruolati per far parte della banda del reggimento, diretta da James Reese Europe. Compositore e musicista, ideatore tra l’altro del Clef Club di Harlem, una sala di spettacolo e associazione di neri americani dell’industria musicale, fu l’unico ufficiale di colore del reggimento, su 5, a fare ritorno in America con gli 800 soldati superstiti. Non prima, però, di aver sconvolto il vecchio continente con una musica che lascerà il segno.
La storia folgorante del Martin Luther King della musica e della sua banda, che secondo il luogotenente era “la migliore del paese”, sono al centro di Jazz Lieutenant. Un graphic novel ben documentato che, con tratto realistico e una palette di colori varia che dà spazio alle ombreggiature, è capace di rendere il grigiore delle trincee e il calore della musica ma anche di cristallizzare con dei classici seppia l’orrore della segregazione raziale, tratteggiando un affresco sociale di un’epoca complessa. Lo sceneggiatore, Malo Durand, sceglie di raccontare la storia in prima persona, dal punto di vista di Europe, che espone le sue angosce, i suoi dubbi, i suoi errori e gli eventi che gli ispireranno alcune delle sue composizioni più famose. Come questa On Patrol in No Man’s Land, scritta con il suo primo tamburo Noble Sissle mentre era ricoverato in ospedale per riprendersi dagli effetti del gas inalato nelle trincee del fronte Occidentale tra Francia e Germania.

Jazz Lieutenant. Di Malo Durand, Erwan Le Bot e Jiwa. Traduzione di Dylan Rocknroll. 80 pagine a colori, 21 Lettere edizioni, 19 euro e 50.

  • Autore articolo
    Luisa Nannipieri
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    1) “Gaza brucia di fronte al suo mare, testimone della sua tragedia”. L’esercito israeliano ha lanciato l’offensiva di terra sulla principale città della striscia. L’esodo in mezzo alle bombe. Quasi 90 i morti da questa mattina. (Valeria Schroter) 2) Israele come Sparta. Mentre l’ONU stabilisce che quello in corso a Gaza è genocidio, Netanyahu ammette l’isolamento internazionale e dipinge un futuro di autarchia e guerra permanente. (Anna Foa, Eric Salerno) 3) Gli Stati Uniti continuano a colpire il Venezuela. Trump punta a rovesciare il regime di Maduro con la scusa della lotta al narcotraffico. (Alfredo Somoza) 4) Cinquant’anni fa l’indipendenza della Papua Nuova Guinea. Il paese oggi è vittima della maledizione della ricchezza e rischia di finire ostaggio di un nuovo braccio di ferro tra occidente e Cina. (Chawki Senouci) 5) Spagna, l’estrema destra torna a riunirsi a Madrid. Il primo passo verso una grande alleanza di tutte le destre europee. (Giulio Maria Piantadosi) 6) Rubrica Sportiva. Julia Paternain, la maratoneta uruguayana entra nella storia vincendo la prima medaglia ai mondiali di atletica per il paese sudamericano. (Luca Parena)

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    Già vincitore di un Leone d’Oro per “Sacro Gra” nel 2013 e di un Orso d’Oro tre anni dopo alla Berlinale, Rosi riceve anche il Premio Speciale della Giuria di Venezia 82. In “Sotto le nuvole” l’esplorazione si sposta nella Napoli della circumvesuviana, in un bianco e nero inedito per la città dei mille colori, tra la terra che ogni tanto trema, sotterranei archeologici in mano alla camorra, la centrale dei Vigili del Fuoco, le fumarole dei Campi Flegrei e il Porto di Torre Annunziata con con una nave siriana che scarica grano ucraino. “È il mio primo film non politico” sostiene Rosi, eppure nel fuoricampo di “Sotto le nuvole” il non detto arriva anche in senso politico. L'intervista di Barbara Sorrentini

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