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Alice Walker, il graphic novel di Mariapaola Pesce e Shannice Alogaga

Alice Walker

Il catalogo di biografie della Becco Giallo si è da poco arricchito di un titolo dedicato alla statunitense Alice Walker: attivista per i diritti civili, femminista, scrittrice e poetessa. Prima afroamericana a vincere il premio Pulitzer per la letteratura, con il suo romanzo “Il colore viola”, nel 1983. Un libro più volte censurato negli Stati Uniti, perché parla in modo esplicito di violenza di genere, violenza domestica e razzismo. Ma anche un successo di critica e di pubblico, al punto che solo due anni dopo il Pulitzer “Il colore viola” diventa un film diretto da Steven Spielberg, con Woopie Golberg, Danny Glover e Ophra Winfrey.
Ed è proprio la sera della prima, nel 1985, che comincia questo graphic novel. Un momento molto emozionante per Alice Walker ma anche molto temuto. La scrittrice non nasconde di trovare il girato troppo sentimentale, di non apprezzare i tagli alla sceneggiatura e di avere delle perplessità sulla scelta del regista: un uomo bianco che fa film di fantascienza. L’inizio della proiezione offre il perfetto espediente narrativo per ripercorrere la storia di Alice. A partire da quando comincia a scrivere il libro, a inizio anni 80, risalendo poi alla sua infanzia in Georgia, a fine anni ’40. La vita nella fattoria e nei campi di cotone, la lotta della madre contro la segregazione razZiale per mandarla a scuola, gli anni dell’attivismo al college, il matrimonio con un avvocato bianco ed ebreo che ne fece la prima coppia mista legalmente sposata in Mississipi e allo stesso tempo un bersaglio prediletto del Ku Klux Klan…
La vita di Alice Walker è talmente intensa che per racchiuderla in un centinaio di pagine bisogna per forza tagliarne dei pezzi. La narrazione procede a sbalzi, a volte un po’ troppo rapidi e criptici, in particolare quando si tratta di accennare al rapporto travagliato con la figlia Rebecca o ad altri eventi della sua vita privata, come il secondo matrimonio. Si concentra invece sugli anni dell’infanzia e della formazione, su quelli della stesura de “il colore viola” e sulla nascita del film, lasciando il lettore con la voglia di approfondire la conoscenza con questa donna potente e incredibilmente tenace. Il merito è senza dubbio anche dei bellissimi disegni della fumettista afroitaliana Shannice (Scianìs) Alogaga, al suo primo graphic novel. La giovane fiorentina lavora a matita e poi colora in gouache, una sorta di acquerello più coprente e opaco, per dare volume ad ambienti e personaggi con uno stile ricco di contrasti che la caratterizza. La stesura del colore prevale sui contorni e la quasi assenza di ombre crea un effetto bidimensionale che, insieme alle prospettive e alle inquadrature inattese, inserite in una griglia classica e lineare, spiazza un po’ e dinamizza la lettura. I personaggi, dalle fisionomie spigolose ammorbidite da qualche linea arrotondata, come quelle che sottolineano gli sguardi o le capigliature, e dal look stilosissimo, risaltano sulla pagina. In particolare, sugli splendidi paesaggi che danno respiro alla storia, come i campi di cotone e le distese di fiori, oppure i cieli. Bianchi, arancioni, verdi e, ovviamente, anche viola.

Alice Walker. Di Mariapaola Pesce e Shannice Alogaga . 112 pagine a colori. Becco Giallo, 18 euro.

  • Autore articolo
    Luisa Nannipieri
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