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I solchi del destino, il graphic novel di Paco Roca

I solchi del destino. Di Paco Roca, traduzione di Francesca Gnetti. 352 pagine a colori. Tunué

“Perché chiamare cammini / i solchi del destino?” È da questi versi di una poesia di Antonio Machado che il fumettista spagnolo Paco Roca ha preso il titolo di uno dei suoi graphic novel più famosi. Pubblicato per la prima volta nel 2013 dopo anni di lavoro e di ricerche biografiche, storiche e documentarie accurate, I solchi del destino racconta la seconda guerra mondiale con gli occhi degli spagnoli antifascisti. Lo fa attraverso la storia de “La Nueve”: la compagnia formata in gran parte da ex combattenti repubblicani che faceva parte della seconda divisione corazzata del generale Leclerc. La prima ad entrare a Parigi nell’agosto del ‘44. Come però ricorda la sindaca di Madrid Carmena nella prefazione alla nuova edizione del libro, che Tunué pubblica in Italia il 28 aprile arricchita anche di una bella appendice: “La Nueve arrivò per prima alla liberazione di Parigi, ma fu tra le ultime a ricevere il riconoscimento che meritava”. Perché, aggiunge la sindaca della capitale francese Hidalgo, De Gaulle pretese, per il simbolo, che fossero i soldati francesi a riportare la Repubblica in Francia.
Mescolando realtà e finzione, Roca ripercorre la vita di un ex repubblicano e dei suoi compagni, riassumendo quella di molti altri. Con delicatezza e una potenza narrativa costruita dai silenzi, dai piccoli gesti e dai dettagli, disegna l’incontro tra un fumettista e un vecchio scorbutico che a poco a poco racconta tutto quell’incredibile passato che ha sempre tenuto nascosto. Le pagine uggiose del presente si colorano all’improvviso con le sue parole. Tingendosi di toni funerei quando rievoca la fuga dal porto di Alicante dopo la vittoria di Franco, dove si suicidarono o furono massacrati dai fascisti italiani migliaia di donne, uomini e bambini. Più solari con l’arrivo in Algeria, dove finì nei campi di lavoro di Vichy prima di arruolarsi nel Corpo Franco D’Africa ed essere dispiegato in Europa.
Tratteggiando i ritratti dei tanti spagnoli che si ritrovarono nella Nueve, Roca racconta il triste destino dei repubblicani esiliati e che per le loro idee, anarchiche, comuniste o socialiste, non sono stati accolti a braccia aperte dagli altri europei, men che meno dalla Francia. Molti furono internati nei campi profughi e trattati come appestati. I rifugiati di Alicante furono costretti ad aspettare un mese sulla nave prima che le autorità francesi li autorizzassero a sbarcare a Orano. Lo stesso Machado morì di stenti poco dopo aver varcato i Pirenei con altri profughi spagnoli. Non è quindi la fiducia cieca nei francesi o negli americani che li spinse a sopravvivere a quegli anni e a riprendere le armi ma l’idea di continuare una lotta che non era finita con la guerra civile. In parte voglia di vendetta, in parte la speranza che dopo Parigi gli Alleati avrebbero liberato Madrid.
Uno dei meriti di questo graphic novel, che racconta una storia tragica ed eroica allo stesso tempo, è di riuscire ad evitare l’idealizzazione della guerra ma anche la santificazione di uomini che hanno ucciso e si sono battuti per un ideale e una speranza: la lotta contro il fascismo e la liberazione del loro paese. Riuscendo in qualche modo a realizzare il primo – La Nueve marcerà da vincitrice sul suolo tedesco – ma finendo per dover rinunciare alla seconda, sacrificata sull’altare della realpolitik.

I solchi del destino. Di Paco Roca, traduzione di Francesca Gnetti. 352 pagine a colori. Tunué, 29 euro.

  • Autore articolo
    Luisa Nannipieri
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