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Che sorpresa: lo schiavismo non è innovazione

Oggi se posso vorrei raccontarvi un ricordo personale, una cosa di quattro anni fa, quando lavoravo all’Espresso e lì pubblicammo una delle prime inchieste sulle condizioni dei rider, che allora erano un settore di lavoro tutto nuovo in Italia.

Dopo quell’articolo venne a trovarmi uno dei due amministratori delegati di Foodora, azienda di delivery tedesca che oggi nel nostro Paese esiste più, è confluita in Glovo.

L’amministratore delegato, un trentenne sorridente, è arrivato in redazione accompagnato dal suo addetto stampa e mi ha spiegato che nel nostro pezzo avevamo sbagliato tutto, che non avevamo capito lo spirito della loro impresa. Loro infatti non sfruttavano proprio nessuno ma anzi il contrario: si rivolgevano ai ragazzi che amavano andare in bicicletta e addirittura li pagavano per coltivare il loro hobby, cioè le due ruote.

Insomma, era un accordo “win win”, mi spiegò in aziendalese: Foodora poteva offrire il suo servizio di food delivery, i ragazzi erano contenti perché qualcuno era così gentile da pagarli per andare in bici.

Quindi la mia visione “sindacalizzata” era vecchia e superata di fronte alla gig economy.

L’incontro non finì benissimo, come avrete capito, i colleghi mi presero in giro per due giorni dopo aver sentito – anche a parecchie stanze di distanza – la mia reazione non proprio pacata.

Non ho mai più incontrato quel tizio trentenne, in Italia appunto Foodora non esiste più, vedo su Internet che ora è a capo di un’altra start-up.

Auguri a lui, naturalmente, e niente di personale.

Ma oggi, quattro anni dopo e dopo la liberazione dei ciclofattorini da quella che il procuratore capo di Milano Francesco Greco ha definito “schiavitù”, forse possiamo vedere meglio quale delle due visioni era “vecchia”: quella del cottimo travestito da hobby o quella della tutela dei diritti degli esseri umani, anche e soprattutto al tempo della gig economy.

  • Autore articolo
    Alessandro Gilioli
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    È morta Patrizia Arnaboldi. Femminista, militante comunista, è stata tra le fondatrici di Radio Popolare

    È morta Patrizia Arnaboldi. Aveva 78 anni. Storica militante comunista, protagonista del femminismo a Milano e del movimento studentesco, negli anni Ottanta è stata deputata per Democrazia Proletaria. Legata a Rifondazione Comunista, negli ultimi anni ha partecipato a molte battaglie a difesa della città. Una delle ultime, quella legata agli alberi di piazzale Baiamonti. Patrizia Arnaboldi, 50 anni fa, è stata anche una delle firmatarie, davanti al notaio, dell’atto di nascita di Radio Popolare. Ecco il ricordo di Matteo Prencipe, segretario lombardo di Rifondazione Comunista, e di Basilio Rizzo, storico consigliere comunale milanese.

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    Fa troppo caldo: scioperano i lavoratori della Emmegi, che costruisce condizionatori a Cassano d’Adda

    Troppo caldo, lavoratori in sciopero. 36 gradi nel capannone dove si producono componenti per i condizionatori. Il paradosso è che, in quella ditta, si producono scambiatori di calore, componente fondamentale per gli impianti di climatizzazione. Che però, nei capannoni della Emmegi di Cassano d’Adda, non ci sono. La conseguenza, temperature roventi, che superano i 36 gradi, e condizioni di lavoro inaccettabili. Per questo lavoratori e lavoratrici stanno scioperando, per ottenere almeno un po’ di refrigerio, che però al momento viene negato dalla proprietà, che anzi ha incaricato un consulente per farsi dire che “la temperatura è acettabile”. Maurizio Iafreni è Rsu Fiom alla Emmegi e responsabile della sicurezza: (foto Fiom Cgil)

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    Summertime di giovedì 03/07/2025

    Gaza, ipotesi di tregua tra le bombe d’Israele, con Paola Caridi, giornalista, saggista, esperta di Palestina. La trattativa sui dazi e la debolezza dell’Europa, con Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano, editorialista del Sole 24 Ore. Il caso del libro di storia che non piace a Fratelli d’Italia, con uno degli autori del libro, lo storico Carlo Greppi. Milano sempre più cara, chiudono anche i negozi per gli affitti troppo alti: il microfono aperto. Mao Valpiana del Movimento Noviolento ricorda Alex Langer a 30 anni dal suicidio. La quarta puntata di “Racconto Lucano” con Sara Milanese.

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