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Pubblica | 22 febbraio 2024
Pubblica di giovedì 22/02/2024
A cura di:Raffaele Liguori
Se c’è un’eredità che Silvio Berlusconi ha lasciato e che i suoi successori (dai familiari al governo Meloni) hanno fatto propria è quella di una certa idea della giustizia. Non parliamo di principi fondamentali, quanto di un’idea di amministrazione della giustizia: processi, procedure, configurazione di reati, loro perseguibilità. Quella berlusconiana è stata un’idea di giustizia che – ad esempio – ha indebolito l’indipendenza della magistratura stabilita nella Costituzione. Oppure ha puntato a ridurre la perseguibilità dei cosiddetti “crimini dei potenti”, i reati economici così come quelli contro la pubblica amministrazione. Oggi ci troviamo a metà dell’iter della cosiddetta “riforma della giustizia” che porta il nome del ministro Nordio e che si ispira alla corrente di pensiero berlusconista. La “riforma” è stata approvata dal Senato nelle settimane scorse, ora è in discussione alla Camera. Che cosa prevede? Quanto “berlusconismo” può tollerare ancora la giustizia in Italia, senza abdicare ai principi costituzionali? A Pubblica il giudice del Tribunale di Roma, Alfonso Sabella.
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