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    Pubblica |

    Pubblica di mercoledì 19/10/2022

    A cura di:

    Raffaele Liguori

    Gli anni ‘70, il calendario civile della Repubblica (25 aprile, primo maggio e 2 giugno), la Costituzione, Salò. Il linguaggio, e le omissioni, della destra nei primi discorsi di La Russa e Fontana. A Pubblica ne parlano Ida Dominijanni e Mimmo Franzinelli. Sugli anni ‘70 il presidente del Senato ha omesso di citare le stragi di matrice fascista, da Piazza Fontana alla Stazione di Bologna. “La strage di piazza Fontana – racconta la giornalista e saggista Dominijanni – è l’inizio di tutto il quindicennio successivo. E’ stato il trauma con cui tutti quelli come me, adolescenti all’epoca, hanno avuto il loro ingresso nella vita politica. Ed è stato un atto che ha marchiato di neofascismo gli apparati e le trame più oscure della vita repubblicana. Ma su quegli anni – aggiunge Dominijanni – non si può imbrogliare, parificando rossi e neri in una sorta di versione aggiornata degli opposti estremismi, e per giunta spoliticizzando le ragioni di quel conflitto”. Ospite a Pubblica anche lo storico Mimmo Franzinelli che così ha commentato il passaggio del discorso di La Russa in cui esprime condivisione sulle date fondative della storia repubblicana indicate da Liliana Segre nel suo intervento al Senato. “E’ evidente – dice Franzinelli - che la destra si presenterà il 25 aprile con le fanfare e i pennacchi per svuotare il senso di ciò che è stata la Resistenza: ribellione morale, lotta al fascismo, lotta all’occupante nazista. Per cui, da un lato, queste date (come il 25 aprile) verranno liofilizzate e, dall’altro, si lancerà in pompa magna sulle date di tipo nazional-monarchico”. E sulle modifiche della Costituzione annunciate da La Russa, lo storico Franzinelli sostiene che “è evidente l’interesse della destra ad una modifica che segni un cambiamento di fase, legittimando così a pieno titolo la destra come forgiatrice della nuova Costituzione”.

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