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    Memos di mar 25/05/21

    A cura di:

    Raffaele Liguori

    “I primi fondi del PNRR dovrebbero arrivare in Italia durante l’estate e il processo di approvazione del piano italiano da parte dell’Europa dovrebbe essere abbastanza rapido”. A Memos l’intervista con l’economista Marco Leonardi, capo dipartimento alla programmazione economica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, uno dei luoghi dove è stato elaborato il Piano per la ripresa. Che effetti avrà sulla crescita dell’economia? Voi stimate un moltiplicatore superiore a 1 (per ogni euro di spesa si genera più di un euro di crescita del Pil). Alcuni sostengono si tratti di una stima ottimistica? “Per essere onesti, sulle stime dei moltiplicatori hanno sempre sbagliato tutti. Il tema vero - sostiene Marco Leonardi - è quanti di questi soldi del Piano, 191 miliardi, riusciremo a spendere in maniera rapida e solida, come sapremo trasformarli in opere, infrastrutture servizi. Questo è il moltiplicatore vero, la sua stima è quella che è”. Leonardi rivendica la scelta europea di aver prima stanziato i fondi e poi richiesto di fare le riforme. “Ricordiamoci - dice - che se avessimo affrontato la crisi come nel 2008 e nel 2011, cioè imponendo riforme, austerità e tagli della spesa pubblica invece di fare politiche espansive, avremmo sbagliato anche questa volta come sbagliammo allora”. Perché le politiche contro le disuguaglianze non sono al centro del PNRR? “La parte sull’inclusione – racconta Leonardi - è saldamente dentro il piano, dove c’è istruzione, ricerca, sanità, asili nido, lavoro. Sono parti che riguardano l’inclusione, il piano non è solo digitale e verde. Molti altri paesi hanno parti più contenute sull’inclusione. Noi ci siamo impegnati molto se guardiamo le cifre su sanità, lavoro, istruzione e ricerca. Quindi non è che non c’è. Per quanto riguarda le disuguaglianze – prosegue il professor Leonardi - la tassazione della ricchezza tendenzialmente è una cosa giusta. Va bene la proposta del segretario del Pd Letta sulla tassa di successione, andrebbe rafforzata sicuramente, ma il posto giusto è la riforma fiscale. Non è dentro il PNRR, ma è un suo accompagnamento. A fine mese dovremmo presentare le linee di una delega al governo a fare la riforma fiscale. Dovrebbero essere approvate in parlamento a fine luglio. La commissione di esperti per affrontare la riforma fiscale, che a questo punto spero produca un ragionamento sulla tassa di successione e una tassa sulla ricchezza, dovrebbe partire subito dopo l’estate. Quindi – conclude il suo ragionamento l’economista di Palazzo Chigi - una riforma fiscale potrebbe avere una sua definizione, se non quest’anno, l’anno prossimo. Non sfuggono a nessuno i tempi un po’ lunghi di questa riforma fiscale. In parlamento le forze politiche non sono tutte d’accordo, quindi è un tema che verrà discusso a lungo, non solo in questo governo, ma anche nei governi prossimi”.

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