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    Guarda che Lune |

    Guarda che lune di lun 04/04/22

    A cura di:

    Claudio Jampaglia

    Una razione di comunicazione. Guarda che Lune di oggi vi porta nei commenti dei quotidiani sull’eccidio di Bucha e su come l’Europa stia considerando (finalmente) di non comprare più gas e petrolio dalla Russia. Vi ricordate “Gli ultimi giorni dell’umanità” di Karl Kraus? (#link1) Il fiume di titoli e parole, di commenti e proclami vi dicono che ci sono solo le armi o la resa. Lo dice il giornalista, lo dice il politico, lo dice l’industriale che vende armi ma lo dice anche il tuo amico, lo dice un signore al bar, lo dice whatsapp. Ma quando tutte le altre opzioni sono venute meno? Non lo sai. È quello che il Papa sui giornali oggi chiama “lo schema della guerra”. Noi ricordiamo, invece, la Cassandra di Christa Wolf che diceva “tra uccidere o morire, c’è una tera via: vivere” (#link2). L’egemonia del linguaggio di guerra entra dappertutto. Anche nella politica. Il presidente del parlamento europeo Roberta Metsola ha suggellato la sua visita al presidente ucraino Zelensky a Kiev ripetendo in comunicazione e sui social lo slogan Sláva Ukrayíni! ovvero Gloria all’Ucraina, che però è il saluto ufficiale delle forze armate ucraine (#link3). Il linguaggio di guerra raggiunge anche il mondo della comunicazione, grafiche pubblicitari che raccontano che hanno lasciato matite e computer per imbracciare fucili. Ma c’è chi non rinuncia alla terza via: lo studio di architettura di Kiev, Balkeb Bureau, ha progettato unità abitative per i profughi di guerra perché puoi portargli via le case ma non la dignità (#link4). La propaganda è un’arma di guerra (Alessandro Magno lasciava gigantesche corazza sul campo di battaglia per far credere che con lui combattevano i giganti #link5) e anche noi dobbiamo interrogarci (#link6), ma il campione qui è Putin che prima proibisce di chiamare guerra la guerra, poi arresta migliaia di manifestanti e a quel punto interroga quelli rimasti fuori con un sondaggio di popolarità al quale ognuno risponde, guarda un po’, entusiasta (#link7). Il prossimo passo è quello di Kim Jong Un che ha commissionato ai suoi funzionari una campagna per aumentare il sostegno popolare alla “juche” cioè all’autosufficienza (obbligatoria) della Corea del nord (#link8). È un mondo nel quale prima o poi ci si specchia. BBC pochi giorni fa ha racconta la fantastica storia di Kevin Lee, l’attore inglese che nei nuovi blockbuster nazionalisti cinesi interpreta regolarmente l’occidentale cattivo che muore ammazzato. Criticato in patria perché partecipa alla propaganda cinese, ha replicato che “È lo stesso in Occidente. Se guardi i film di Hollywood, quanti attori cinesi o asiatici vedi interpretare il protagonista? I cinesi o i russi faranno sempre il cattivo” (#link9). Si comincia a parlare di razionamento del petrolio, possiamo fare a meno di quello russo ma c’è un preso da pagare. Se il modello è il solito ovvero scoprire il prezzo della benzina quando arrivi alla pompa, magari, no. Alan Pisarski, che fu consulente del governo americano all’epoca della crisi del 1973, lo dice con chiarezza “il razionamento dipende dalla volontà del pubblico di sostenerlo”. La prima necessità è quindi una razione di comunicazione ovvero argomentare, spiegare, accompagnare, convincere (#link10). Come fa la campagna di Political Shakti “Nominate me” in India dove le donne di 45mila villaggi con un un selfie si candidano ad essere elette contro la discriminazione (#link11). La festa della mamma in Inghilterra diventa Unhappy Mothers day con delle cartoline d’auguri che capovolgono il solito linguaggio zuccheroso perché il 43% delle mamme pensa di lasciare il lavoro a causa dei costi per l’assistenza all’infanzia (#link12). Vi segnaliamo infine il bellissimo inno dell’Angel City Footbal Club di LA fondato, gestito e formato solo da donne (#link13). Fino al primo maggio sarà Ramadan. Auguri a tutti e tutte i/le mussulmani...#link1 https://www.youtube.com/watch?v=C_RlXa4Mqqo..#link2 https://www.cultweek.com/verso-cassandra/..#link3 https://twitter.com/EP_President/status/1509981300240879618?ref_src=twsrc%5Etfw%7C[…]m%5E1509981300240879618%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3..#link4 https://www.balbek.com/reukraine#function..#link5 https://www.ibs.it/vendere-guerra-propaganda-come-arma-libro-sheldon-rampton-john-stauber/e/9788889091005..#link6 https://www.professionereporter.eu/2022/04/ucraina-dieci-inviati-di-guerra-contro-il-pensiero-dominante-servono-analisi-profonde/..#link7 https://www.rainews.it/articoli/2022/03/aumenta-la-popolarit-di-putin-in-russia--cf7fbf0b-7de9-4198-95dd-7115c7704f33.html..#link8 https://www.reuters.com/business/aerospace-defense/nkoreas-kim-calls-ramping-up-ideological-campaigns-amid-worst-difficulties..#link9 https://www.bbc.com/news/world-asia-china-60798556..#link10 https://www.reuters.com/world/europe/europe-can-learn-lessons-1970s-oil-shock-rationing-looms-2022-04-01..#link11 https://www.youtube.com/watch?v=y-2lfHuR70Q&t=124s..#link12 https://www.moreaboutadvertising.com/2022/03/wonderhood-wishes-us-an-unhappy-mothers-day-for-pregnant-then-screwed/..#link13 https://www.youtube.com/watch?v=MBbqA0KZ_rw

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    Musiche dal mondo è una trasmissione nel solco della lunga consuetudine di Radio Popolare con la world music – da prima che questa discussa espressione entrasse nell’uso internazionale – e in rapporto con World Music Charts Europe. WMCE è una iniziativa a cui Radio Popolare ha aderito e partecipa dall’inizio: una classifica europea realizzata attraverso il sondaggio mensile di animatori di programmi di world music su emittenti pubbliche, aderenti all’Ebu, appunto l’associazione delle emittenti pubbliche europee, ma con qualche eccezione come Radio Popolare, che è una radio privata di ispirazione comunitaria. Nel 1991 l’EBU sondò la Rai, per coinvolgerla in WMCE, ma la Rai snobbò la proposta. Però all’Ebu segnalarono che c’era una radio che sulle musiche del mondo aveva una certa tradizione e che probabilmente avrebbe risposto con interesse… L’Ebu si fece viva con noi, e Radio Popolare aderì entusiasticamente. Ormai quasi trent’anni dopo, WMCE continua e Radio Popolare continua a farne parte, assieme ad emittenti per lo più pubbliche di ventiquattro paesi europei, fra cui la britannica BBC, le francesi Radio Nova e RFI, le tedesche WDR, NDR e RBB, l’austriaca ORF, Radio Nacional de Espana, la russa Echo of Moskow, la croata Radio Student. Attraverso WMCE, Musiche dal mondo riceve annualmente centinaia di novità discografiche inviate dalle etichette o direttamente dagli artisti, dal vintage dell’Africa nera al canto di gola siberiano, dalle fanfare macedoni al tango finlandese: proponendo musica che difficilmente le radio mainstream fanno ascoltare e di cui i media correntemente non si occupano, Musiche dal mondo è una trasmissione per la salvaguardia e lo sviluppo della biodiversità musicale.

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