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    Andrea Crisanti a Radio Popolare

    A cura di:

    Redazione

    Il direttore di Radio Pop Sandro Gilioli intervista il microbiologo Andrea Crisanti sul vaccino ai bambini, la situazione nei Paesi in via di sviluppo, la querelle sui brevetti e le pressioni politiche e mediatiche a cui è stato sottoposto nei due anni di pandemia.....Alcuni passaggi dell'intervista:....Andrea Crisanti a Radio Popolare: La Verità, con il titolo a una mia intervista ha travisato il mio pensiero, sono favorevole a vaccinare i bambini, chiedevo solo di aspettare i dati del le vaccinazioni in Israele e Usa. Ora sono arrivati e sono incoraggianti. All'inizio della pandemia mi fu chiesto di non enfatizzarne la portata, anche se avevo dati oggettivamente preoccupanti”....“Io penso che i vaccini ai bambini sotto ai 12 anni i vaccini debbano essere fatti perché i bambini contribuiscono alla trasmissione del Covid e si ammalano anche”.....Il professor Andrea Crisanti, intervistato da Radio Popolare, chiarisce il suo pensiero sulla vaccinazione anti covid ai bambini e spiega che il quotidiano La Verità ha travisato il suo pensiero attraverso un titolo a una sua intervista che recitava “lasciamo stare i bambini”....“Il mio messaggio era semplice –spiega Crisanti- bastava aspettare due settimane per avere il conforto dei dati di israele e degli Usa, che ci avrebbero detto che non c'era rischio. Era una dichiarazione per dare conforto e sicurezza a vaccinare, dopo il risultato dell'indagine su due milioni di bambini vaccinati. Aspettare un paio di settimane perché in Israele e in America si stanno vaccinando milioni di bambini e i risultati sono incoraggianti. I bambini non sono adulti in miniatura -continua Crisanti- hanno una fisiologia diversa tanto è vero che Pfizer ha fatto un trial apposta per i bambini”.....Se lei avesse un figlio di 10 anni, lo farebbe vaccinare?....“A un genitore che chiede consiglio dico che due settimane fa ho detto quella cosa e ora dopo due settimane i dati Usa sono molto incoraggianti, non avrei esitazioni a farlo vaccinare. Io sono favorevole, era una dichiarazione la mia che serviva a dare conforto a genitori preoccupati”.....“Il problema -aggiunge Crisanti- ora sono le terze dosi perché gli italiani vaccinati tra aprile e luglio stanno perdendo l'immunità. Di fronte a questo si può aspettare due settimane sui bambini, se no è la politica degli annunci”.....Nell'intervista a Radio Popolare, Crisanti parla anche delle pressioni che ricevette a inizio pandemia, perché evitasse di lanciare un allarme troppo grande:...."Un errore che tutti abbiamo fatto, me compreso, all'inizio dell'epidemia specialmente la prima settimana c'è stata una campagna di minimizzazione. Tutti i media erano mobilitati a minimizzare.....Quella settimana mi è stato gentilmente chiesto di non enfatizzare la portata, nel momento in cui mi sono trovato davanti i dati oggettivamente preoccupanti”.....Da parte di chi?....“Non commento questa cosa -conclude Crisanti- ho sempre detto che mi son pentito di una cosa, di non avere messo tutte le mie energie in quella settimana per spiegare la bomba sulla quale stavamo”

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    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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    Diesel Euro 5, il blitz della lega contro il blocco che sarebbe scattato a fine anno: rimandato al 2026, riguarderà solo le grandi città

    La Lega ha ottenuto il rinvio dell’entrata in vigore del blocco alle auto diesel euro 5. Con un emedamento al decreto infrastrutture è stata rimandata di un anno l’entrata in vigore del provvedimento, che era stato approvato dal governo in recepimento di una direttiva europea. Il blocco agi diesel più inquinanti scatterà a questo punto solo alla fine del 2026: e non riguarderà tutte le città oltre i 30mila abitanti ma sarà applicato solo alle grandi città di oltre 100mila. La Lega e Salvini in queste ore rivendicano questo come “un atto di buonsenso”. Una lettura diversa e opposta a quella che danno in queste ore le associazioni ambientaliste e molti osservatori. Ester Marchetti, direttrice del settore trasporto pulito di Transport and environment.

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