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Nick Cave e Warren Ellis Artisti della settimana: è appena uscito Carnage

«Carnage è il nuovo album di Nick Cave e Warren Ellis, registrato nel corso di alcune settimane durante il lockdown. Nonostante i due abbiano composto e registrato insieme molte colonne sonore, e Warren sia da tempo un membro dei Bad Seeds, questa è la prima volta in cui pubblicano un intero disco di canzoni nuove come duo». Con queste parole pubblicate sul sito ufficiale di Nick Cave viene presentato il bellissimo disco appena uscito, che ci offre l’occasione per avere i due musicisti, Cave ed Ellis, come artisti della settimana di Radio Popolare.

Come raccontato in modo eloquente e conciso, i due, entrambi australiani, sono amici di lunga data e hanno lavorato insieme in molte occasioni, anche prima che il violinista, già fondatore dei Dirty Three, entrasse a far parte stabilmente della band del cantautore.

«Un disco brutale ma bellissimo, innestato in una catastrofe collettiva», dice Nick Cave di Carnage; «realizzarlo è stato un processo accelerato di intensa creatività, le otto canzoni erano lì, in una forma o nell’altra, nel giro dei primi due giorni e mezzo», gli fa eco Warren Ellis.

Sicuramente si tratta di un lavoro attraversato da una cupezza marcata, ma questa non è una caratteristica nuova per la musica di Cave. Ci ritroviamo anzi alcuni temi ricorrenti nelle sue canzoni, fin dal brano di apertura “Hand of God”, in cui si paventa la presenza di un dio non solo creatore, ma che interviene direttamente nella vita delle persone («I don’t believe in an interventionist God», scriveva Cave in una delle sue canzoni più belle) e ci si riferisce a un regno dei cieli a cui alcuni aspirano.

Sono poi molti quelli che sembrano riferimenti diretti al lockdown, alle limitazioni vissute dalle persone durante le chiusure: dall’impossibilità di viaggiare citata in “Albuquerque” fino all’uomo sul balcone protagonista, fin dal titolo, del brano che chiude il disco, “Balcony Man”. Ma non sono le uniche schegge di attualità che compaiono in questi testi: «Un manifestante si inginocchia sul collo di una statua, la statua dice ‘Non riesco a respirare’, il manifestante risponde ‘Ora sai come ci si sente’ e la scalcia nel mare», si ascolta in “White Elephant”.

Musicalmente, invece, troviamo in queste otto tracce alcuni elementi che hanno caratterizzato negli anni la collaborazione tra Ellis e Cave: ci sono le atmosfere rarefatte e liquide che hanno segnato l’ultimo lavoro di Cave con i Bad Seeds Ghosteen (“Albuquerque” potrebbe tranquillamente far parte di quell’album), ma anche le chitarre nervose di Ellis che spuntano in “Old times” e certe aperture melodiche improvvise, spiazzanti, quasi gospel.

E’ un album estremamente libero e creativo: come già raccontato da Nick Cave rispetto alla reazione in seguito alla perdita di uno dei suoi figli, la risposta per lui più naturale ai drammi è creare, comporre, scrivere. Carnage è il frutto di questa risposta e così è piombato, senza annunci promozionali, anche nelle nostre vite, segnate così come quelle degli autori dalla pandemia.

Carnage ci offre lo spunto per dare spazio, nei prossimi sette giorni, alle canzoni di Nick Cave e Warren Ellis: quelle di questo album, ma non solo: altre tratte dai dischi dei Bad Seeds degli ultimi anni, in cui il ruolo di Ellis è stato sempre maggiore, e altre ancora dai due dischi dei Grinderman, progetto parallelo di alcuni membri dei Bad Seeds. E, come sempre, domenica dalle 16 alle 16.30 chiuderemo questa settimana con uno speciale dedicato all’album.

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  • Autore articolo
    Niccolò Vecchia
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    Anna Foa: non si deve smettere di agire per fermare israele

    Ora che l’invasione di Gaza City è in corso, la sola cosa che rimane a cui appellarsi è l’utopia. Lo spiega Anna Foa, intellettuale, scrittrice, autrice de “Il suicidio di Israele” in questa intervista a Luigi Ambrosio nella trasmissione L’Orizzonte, in onda dalle 18 alle 19 dal lunedi al venerdi su Radio Popolare. E mentre Israele invade Gaza City il premier Netanyahu paragona il suo paese a Sparta. Una dichiarazione di intenti politica e culturale su cui torna Anna Foa.

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