La scuola non serve a nulla

Valditara, Dante e l’Islam

Mie impressioni sulla faccenda trevigiana...

Vi sarà arrivata all’orecchio la polemica “Dante sì, Dante no” da Treviso, dove due studenti musulmani di terza classe di una Scuola Secondaria di 1° Grado (la Scuola Media) sarebbero stati “esentati” dal loro prof. dalle lezioni sulla Divina Commedia: essendo opera a sfondo religioso, non sarebbe stata in linea con la fede professata dai ragazzi.

Ma essendo ora per noi pure campagna elettorale, al Circo Togni della politica non è parso vero di potercisi tuffar dentro e attingere a piene mani alla zuppetta: il ministro Valditara ha disposto un’ispezione; la ministra Santanché, rinomata dantista, ha tuonato “La Commedia non è più divina, ma una farsa in nome dell’Islam. Continuiamo a sottometterci ai musulmani rinnegando la nostra cultura, la nostra storia, la nostra identità. Sicuramente tutti questi politicamente corretti Dante li avrebbe messi nel girone degli ignavi”; e il redivivo filologo veneto Zaia ha commentato che “è un’assurdità cancellare Dante. Ma dietro questo si nasconde un problema ancora più grande: l’integralismo”. Per quanto, anche nel PD si sono espressi dubbi, da parte di esponenti come Simona Malpezzi e Debora Serracchiani.

Sulla questione, i miei due centesimi solo per chiarire alcuni punti.

– pare che tutto sia nato da un eccesso di zelo del docente in questione, che avrebbe chiesto alle famiglie dei ragazzi il permesso di far loro studiare quest’opera, date le sue implicazioni religiose. Dal che mi vien da pensare: e cosa avrebbe dovuto fare il nostro nel caso ci si fosse accostati ad altre opere di uguale se non maggior preponderanza cattolica, da “I promessi Sposi”, all’ “Orlando Furioso”, per non parlare de “La Gerusalemme Liberata”? Si sarebbe fornito stesso modulo prestampato? La richiesta di tale autorizzazione, per quanto dettata da una forma sincera di rispetto, credo sia stato un errore;

– per questi ragazzi, il docente pare si sia peritato di sostituire la parte di Dante con un programma parallelo alternativo su Boccaccio. Che avrebbe potuto creare attriti culturali pure maggiori: “Desiderate che vostro figlio studi un’opera in cui tre ragazzi e dieci ragazze si appartano da soli in campagna a raccontarsi storielle licenziose?”, avrebbe dovuto recitare qui il modulo di richiesta;

– fermo restando questo punto, facile prevedere poi che in qualunque classe d’Italia con alunni musulmani, alla stessa richiesta avresti avuto risultati simili. Ho alunni di nazionalità marocchina, nati in Egitto, emigrati dalla Tunisia, i cui genitori raramente parlano italiano (o lo parlano ancora male, e sicuramente non è l’arabo l’italiano la lingua con cui si comunica in casa), e che non avrebbero potuto capire le sfumature insite in una tale richiesta (l’avrebbero vista come una semplice ingerenza religiosa);

– il docente ha comunque, secondo me, perso l’occasione per dedicarsi a quello che è il più alto magistero che l’istituzione scolastica possa attuare (e il più nobile compito per un docente): quello di provare a far comprendere il contesto di un testo, le radici sociali di un paese e la sua cultura (che per quanto imbevuta di una certa religione, può non coincidere con la confessione religiosa tout court); quello di educare al rispetto e all’incontro delle diverse specificità storico-culturali, e alla riflessione su quanto sia una fortuna e un’opportunità la presenza delle differenze. Difficilissimo, ma se la scuola cessa di provare a far questo, non è più scuola.

– non si capisce perché Dante si sia affrontato in terza media, visto che da che mondo è mondo lo si fa all’inizio della seconda;

– in virtù dell’autonomia scolastica e della scomparsa dei programmi, sono decenni che noi docenti decidiamo quali sono i testi più adatti per promuovere le competenze linguistiche (ma anche estetiche, personali, formative, dello “spirito”.. ), dei nostri diversissimi alunni. Insomma, da tempo operiamo scelte sui testi, per quanto restando in un alveo “tradizionale”, selezionandone alcuni e tralasciandone altri, visto che non si può far tutto. Compreso io: spesso mi è capitato di esonerare la parte di letteratura ad alunni cinesi appena arrivati in Italia, o agli alunni accolti dopo la loro fuga dall’Ucraina: era – credo – ragionevole, perché a malapena sapevano dire “Ciao”. Ecco, da qui la riflessione si sposta a come certi fatti vengono raccontati dai media al solo scopo di stuzzicare il ventre molle degli utenti in rete: bastava raccontarli un po’ diversamente, questi miei episodi testé raccontati, e con questi stessi, al centro della polemica nazionale di giornata avrei potuto esserci io!

In conclusione: mi pare che il governo, come per la questione del giorno di chiusura del Ramadan per la scuola di Pioltello, anche qui ignori o finga di ignorare (per poi scoprirlo d’improvviso), come funziona la scuola, le sue leggi, i suoi orientamenti normativi: al sol(it)o scopo di alimentare versioni pettinate o parziali – quando non false –  di fatti per darli meglio in pasto all’opinione pubblica; di modo che possa servire ad avvelenare ancor di più il clima, rafforzare l’idea dell’invasione e della “cancel culture” asfissiante, e sperare nel rituale incasso elettorale.

E tutto questo, banchettando allegramente su quel che rimane della scuola, delle sue scarse risorse, e del gesto di un prof. in buona fede ma forse solo un po’ incauto.

Che tristezza…

 

Che ne pensate? Per qualunque cosa vogliate dirmi riguardo ai miei articoli su questo Blog, dagli apprezzamenti, ai consigli, alle critiche fino agli insulti (questi ultimi però purché formulati rigorosamente in lingue antiche), scrivete a: antonellotaurino1@gmail.com .

 

  • Antonello Taurino

    Docente, attore, comico, formatore: in confronto a lui, Don Chisciotte è uno pratico. Nato a Lecce, laurea in Lettere e diploma in Conservatorio, nel 2005 si trasferisce a Milano. Consegue il Diploma di attore nel Master triennale SAT 2005-2008 del M° J. Alschitz e partecipa a Zelig dal 2003 al 2019. Si esibisce anche inglese all’estero con il suo spettacolo di Stand-up, Comedian. Attualmente è in tournèe con i suoi spettacoli (non tutti la stessa sera): Miles Gloriosus (2011), Trovata una Sega! (2014), La Scuola non serve a nulla (2016) e Sono bravo con la lingua (2020). La mattina si diverte ancora tanto ad insegnare alle Medie. Non prende mai gli ascensori.

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    1) “La gente non lascia Gaza City perché non sa dove andare o perché non può permetterselo”. Migliaia di persone restano nella città della striscia, mentre l’esercito continua a bombardarla. (Jacob Granger - MSF) 2) “Israele sta commettendo un genocidio, ma gli altri paesi hanno l’obbligo giuridico di fare tutto ciò che possono per impedirglielo”. In esteri la seconda puntata dell’intervista a Chris Sidoti, giudice della commissione Onu. (Valeria Schroter, Chris Sidoti - Commissione Onu d'inchiesta per i territori palestinesi) 3) La Francia ancora in piazza. Un milione di persone mobilitate dai sindacati per protestare contro la legge di bilancio di Bayrou. (Veronica Gennari) 4) La tragedia umanitaria della guerra in Sudan, e i sudanesi che resistono. Premiata in Norvegia una rete di associazioni comunitarie che lavorano per favorire l’ingresso di aiuti. (Irene Panozzo, analista politica) 5) Donald Trump alla corte britannica. La luna di miele tra Keir Starmer e il presidente Usa è soprattutto una questione di business. (Marco Colombo, giornalista) 6) World Music. Together for Palestine, il concerto organizzato da Brian Eno a Londra contro il genocidio. (Marcello Lorrai)

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    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

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    È morto a 91 anni Fausto Amodei, figura cruciale per la canzone popolare italiana che alla fine degli anni cinquanta aveva contribuito a fondare il Cantacronache, il primo esperimento di canzone politica “d’autore” in Italia. Tra i suoi capolavori 'Per i morti di Reggio Emilia', una delle canzoni popolari e politiche più suonate nelle piazze d’Italia. Ma "le sue canzoni sono riuscite ad andare ben oltre il suo nome” diventando parte dell’immaginario collettivo, ricorda il cantautore Alessio Lega ai microfoni di Radio Popolare. Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Inizia la Milano Green Week! gli eventi e iniziative le presenta l'assessora al verde, Elena Grandi. Rachele di Magiafiori, la nostra chef vegetale ci sugegrisce poi un menù tutto...green. Marcello ed Elisa, infine, ascoltatori/educatori ci han scritto per raccontarci La Rosa dei Venti, l'associazione che da anni nel comasco, lavora per l'inclusione di persone con disturbi di personalità. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

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    In compagnia di Niccolò Vecchia telefoniamo ad Alessio Lega per ricordare, nel giorno della sua scomparsa, Fausto Amodei, un vero simbolo della canzone politica d’autore italiana. Segue mini live in studio con il giovane jazzista Francesco Cavestri in vista del suo concerto al Blue Note di martedì prossimo. Nella seconda parte siamo in compagnia di Piergiorgio Pardo, nostro ospite fisso per la rubrica LGBT, con cui parliamo del film “I segreti di Brokeback Mountain” e alcuni eventi del weekend. Concludiamo con una telefonata a Marina Catucci da New York, per commentare l’improvvisa sospensione dello show di Jimmy Kimmel dalla rete Abc, a seguito di una frase “scomoda” su Charlie Kirk detta dal conduttore in trasmissione.

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