Parte da Milano la campagna per abolire il nuovo gioco d’azzardo introdotto dal governo “Win for Italia Team” che servirà a finanziare il Coni e le Olimpiadi di Milano-Cortina. L’appello “liberiamo le olimpiadi dall’azzardo” è stato presentato oggi alla Camera del Lavoro ed è stato sottoscritto da decine di associazioni e personalità: la senatrice Pd Cristina Tajani, il coordinamento Mettiamoci in Gioco Lombardia, Cgil Milano, Cisl Milano, Uil Milano Lombardia, Libera, Forum Terzo Settore, Arci, Casa della Carità, Caritas Ambrosiana.“Il governo ha disinvestito nello sport e nel Coni negli ultimi anni e ora vuole provare a recuperare” ha detto l’assessore di Milano al welfare Lamberto Bertolé. L’appello dice No all’emendamento del Governo alla manovra di bilancio con cui si risponde alla mancanza di fondi del comitato olimpico italiano a poche settimane dall’inizio dei giochi di Milano Cortina. La soluzione di Meloni è creare un gioco d’azzardo, chiamato “Win for Italia Team”. Da Milano parte una campagna che chiede di ritirare questa nuova lotteria.I numeri dell’azzardo quest’anno sono saliti fino a superare la spesa alimentare. La Lombardia è una delle regioni con l’aumento maggiore, legato al gioco online anche da parte di giovani e persone già in difficoltà economica che sperano in un riscatto e si aggiunge anche un rapporto di Federconsumatori e Cgil che pochi mesi fa sottolineava il ruolo del riciclaggio di denaro nelle sale dell’hinterland milanese. “È una questione di sanità pubblica” ha detto Costanza Pestalozza, in rappresentanza della Caritas ambrosiana. Un problema che i comuni affrontano con politiche opposte alla proposta del Governo. Che secondo il segretario generale Cgil di Milano, Luca Stanzione, la senatrice del Pd Cristina Tajani, il segretario del Pd milanese Alessandro Capelli e tutte le istituzioni riunite alla Camera del Lavoro fa a cazzotti con i valori sportivi e olimpici.“Valori che non possono essere il cavallo di troia per aprire la strada a un nuovo gioco d’azzardo” ha chiuso Capelli.
di Martino Fiumi


