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    Jazz Anthology |

    25 aprile: l’antifascismo di Charlie Haden

    A cura di:

    Marcello Lorrai

    Nell'aprile del 1969 Charlie Haden riunisce a New York una straordinaria compagine, con cui registra l'Lp Liberation Music Orchestra. Nel passaggio fra anni sessanta e settanta l'album fra epoca: è uno dei dischi che rappresentano il canto del cigno del free jazz, e, carico delle urgenze degli anni sessanta, è allora - e rimane a tutt'oggi - uno dei più riusciti esempi di impegno politico nel jazz. Fra i brani Song of the United Front, scritta nel '34 da Eisler/Bracht per sostenere il fronte unito fra socialdemocratici e comunisti nella lotta contro il nazismo. Nell'album Song of the United Front precede una ampia medley in cui con straordinario pathos l'orchestra interpreta tre canzoni repubblicane della guerra di Spagna. Nel disco Haden ha anche l'ardire di inserire una sua composizione - Song for Che - dedicata ad Ernesto Che Guevara, che era stato ucciso solo due anni prima. Haden pagherà cara la sua audacia politica: benché l'album venga considerato un capolavoro, per anni Haden non riuscirà ad incidere album a suo nome, e dovrà aspettare l'82 per incidere un'altro album orchestrale nello spirito di Liberation Music Orchestra, The Ballad of the Fallen, nel quale torna fra l'altro sulla guerra civile spagnola e dedica un brano a Dolores Ibarruri, la Pasionaria di "No pasaran". Nel '71, durante un concerto del quartetto di Ornette Coleman a Cascais, in Portogallo, Haden dedica il suo Song for Che "ai movimenti di liberazione dei popoli neri del Mozambico, dell'Angola e della Guinea", che stanno conducendo la lotta armata contro il colonialismo portoghese: in Portogallo c'è la dittatura fascista di Marcelo Caetano e Haden viene arrestato dalla polizia politica. Il 25 aprile 1974 Caetano è rovesciato da un sollevamento di militari democratici. In The Ballad of The Fallen Haden interpreta Grandola Villa Morena, la canzone che poco dopo la mezzanotte del 24 aprile aveva dato il segnale di inizio dell'operazione insurrezionale, mentre nel '76 intitola For a Free Portugal un suo duo con Paul Motian, in cui campiona il sonoro di un'azione militare del Movimento di Liberazione dell'Angola.

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    Ugo Tramballi da Gerusalemme racconta gli allarmi, i rifugi e i missili iraniani che colpiscono Israele. Farian Sabahi analizza la tenuta del regime iraniano e le voci della dissidenza. I lavori per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina e un nuovo scandalo denunciato dall'associazionismo ambientalista: il villaggio olimpico di Cortina, il racconto di Gigi Casanova Presidente di Mountain Wilderness Italia. Alberto Martinelli, sociologo emerito dell'Università Statale di Milano e presidente di Fondazione AEM, ci racconta la crisi della democrazia tra le due sponde dell'Atlantico (e sarà omaggiato giovedì al Franco Parenti con la presentazione di un volume sulla sua ricerca: "Una vita da professore – Alberto Martinelli, ricerca, insegnamento, impegno civile e innovazione istituzionale" a cura di Nando dalla Chiesa, Luciano Fasano e Nicola Pasini, Egea, 2025)

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    - Produrre e comprare più armi fa bene a governi e lobby industriali, ma fa male, molto male, alla società. Francesco Vignarca ci parla della manifestazione del 21 giugno contro il riarmo. - Perché milioni di persone disabili in Italia non possono lavorare o divertirsi come tutti? Ne parliamo con Vera Arma che si occupa di ausili per permettere anche a chi non sente o non vede di godersi una serata al cinema.

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