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    Giuseppe Conte: “M5S non tornerà alle origini. Siamo in fase evolutiva”

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    Redazione

    Giuseppe Conte, dopo il Meeting di Rimini che ha invitato tutti i leader tranne lui, e dopo l'applauditissimo discorso di Draghi di fronte alla platea di Comunione e Liberazione, non esclude dopo il voto un governo di larghe intese che tenga dentro tutti tranne il Movimento 5 Stelle. Lo ha detto questa mattina in una intervista a Radio Popolare a cura di Luigi Ambrosio. “Dopo il discorso di Draghi di ieri, secondo lei c’è aria di nuove larghe intese? Magari senza di voi?” “Il fatto che non prevederebbe il M5S non mi sorprenderebbe. Sì, purtroppo vedo un clima in cui ci si predispone, già mentalmente nei discorsi, magari non ancora esplicitati, al fatto che tanto poi ci si ritroverà lì a governare un po’ insieme”. "Il discorso di Draghi? Il governo uscente ha fatto bene su alcuni punti, sul completamento della campagna vaccinale o sul PNRR", benché al di là dei primi passaggi attuativi "sono preoccupato dal ritardo su vari fronti" a livello territoriale. "L'eredità ecologica e sociale", invece, "è modesta: si poteva fare di più" ha aggiunto. Conte ha sostenuto che un elettore di sinistra dovrebbe votare per la forza più progressista, cioè il Movimento 5 Stelle, e ha proposto misure a sostegno del lavoro indeterminato attraverso la fiscalità. Poi bisogna ripristinare il decreto Dignità, ha detto. E sul Movimento ha affermato: “Non tornerà alle origini. Siamo in fase evolutiva. Oggi mettiamo più attenzione alle competenze, alla società civile”.

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    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

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    La nave solidale colpita da droni prima della partenza per Gaza

    Il 2 marzo il governo israeliano ordinava il blocco totale dell’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Oggi, esattamente due mesi dopo, il blocco è ancora in essere e da due mesi nella Striscia non entra niente: né cibo, né acqua, né medicinali, né carburante. La situazione peggiora giorno dopo giorno, le scorte sono ormai esaurite e la fame sta dilagando. In questo contesto di blocco totale, il più lungo che Gaza abbia mai sperimentato, dove morire di fame non è più solo un modo di dire, le ong e le organizzazioni umanitarie cercano di sopperire alle colpevoli mancanze dei governi. È in quest’ottica che la nave della Freedom Flotilla Coalition, si stava preparando a partire per Gaza carica di aiuti umanitari, con l’obiettivo di rompere l’assedio. Questa notte, però, la nave è stata colpita da due droni, che hanno fatto scoppiare un incendio e ne hanno ovviamente impedito la partenza. Abbiamo raggiunto a Malta Simone Zambrin, attivista di Freedom Flotilla, che si sarebbe dovuto imbarcare oggi per andare verso Gaza.

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