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Psicosi terrorismo a Istanbul

Il clima politico in Turchia continua inesorabilmente a peggiorare. In più si sta avvicinando l’inizio della primavera, che coincide con il Newroz, la più importante festa dei curdi. Nel 2012, l’anno prima che iniziassero i negoziati per la pace, ci furono scontri in tutto il Paese.

Dalla mattina del 17 marzo, il ministero degli Esteri tedesco ha diffuso un allarme per possibili attentati a Istanbul, in particolare nella zona di piazza Taksim, nel centro città. L’ambasciata tedesca ad Ankara è stata chiusa per rischio attentato, così come il consolato di Istanbul e la scuola tedesca. Anche il corrispondente di Der Spiegel ha lasciato il Paese dicendo che le pressioni politiche sui giornali erano diventate insostenibili. L’allarme è stato diffuso su Twitter fin dalle prime ore della mattina, ma solo in giornata è stato ripreso da organi ufficiali turchi.

Nell’arco della giornata la tensione si è fatta sempre più percepibile. Tanto che nel pomeriggio è cominciata a girare tra i giornalisti turchi la notizia (la fonte è sconosciuta) addirittura di un possibile orario degli attentati: tra le 18 e le 20. Sintomi di una psicosi ormai incontrollabile, legata soprattutto a quanto accaduto con l’attentato del 13 marzo, rivendicato proprio quattro giorni dopo dal Tak (I falconi per la liberazione del Kurdistan), organizzazione che si è staccata dal Partito comunista dei lavoratori Pkk per una visione della lotta per l’indipendenza che comprende la possibilità di commettere attentati. Già l’11 marzo infatti, l’ambasciata americana aveva diffuso una nota destinata solo ed esclusivamente ai cittadini americani in cui indicava di stare lontani da Bahçelievler, il distretto di Ankara dove poi una donna si è fatta esplodere, causando la morte di 37 persone.

Riguardo l’allarme del 17, i funzionari dell’ambasciata tedesca di Ankara hanno dichiarato al quotidiano Daily Hurriyet, progressista e contrario al governo dell’Akp di Erodgan, che la misura “è una precauzione di un giorno dovuta a un’indicazione non confermata di un possibile attacco”. In tutti i caselli autostradali all’ingresso di Istanbul si notano automobili della polizia che controllano diversi veicoli che entrano in città.

Intanto il presidente Recep Tayyip Erdogan ha deciso di allargare la definizione di terrorista durante una conferenza stampa il 14 marzo, il giorno dopo l’attento: “Non è solo chi tira il grilletto, sono anche le persone che lo rendono possibile a essere terroristi”, ha detto.

  • Autore articolo
    Lorenzo Bagnoli
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    Il 2 marzo il governo israeliano ordinava il blocco totale dell’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Oggi, esattamente due mesi dopo, il blocco è ancora in essere e da due mesi nella Striscia non entra niente: né cibo, né acqua, né medicinali, né carburante. La situazione peggiora giorno dopo giorno, le scorte sono ormai esaurite e la fame sta dilagando. In questo contesto di blocco totale, il più lungo che Gaza abbia mai sperimentato, dove morire di fame non è più solo un modo di dire, le ong e le organizzazioni umanitarie cercano di sopperire alle colpevoli mancanze dei governi. È in quest’ottica che la nave della Freedom Flotilla Coalition, si stava preparando a partire per Gaza carica di aiuti umanitari, con l’obiettivo di rompere l’assedio. Questa notte, però, la nave è stata colpita da due droni, che hanno fatto scoppiare un incendio e ne hanno ovviamente impedito la partenza. Abbiamo raggiunto a Malta Simone Zambrin, attivista di Freedom Flotilla, che si sarebbe dovuto imbarcare oggi per andare verso Gaza.

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    Il Comitato Sì Meazza presenta un esposto alla Corte dei conti contro il nuovo stadio

    Non è arrivata nessuna proposta alternativa. Quella presentata da Inter e Milan è rimasta l’unica offerta per l’acquisto dello stadio di San Siro e delle aree vicine al “Meazza”. Il Comune di Milano lo ha comunicato, alla mezzanotte del 30 aprile, alla scadenza dell’avviso pubblico per la raccolta di manifestazioni d’interesse. Un esito prevedibile, dal momento che la finestra è rimasta aperta per poche settimane. Ora proseguiranno i lavori della Conferenza dei servizi, già iniziati quando potevano arrivare anche altre proposte. Il fronte di chi si oppone ai piani dei due club e a come la giunta comunale sta gestendo la vicenda tenta ancora di interrompere il percorso avviato. Oggi il comitato Sì Meazza, dopo aver già fatto un esposto alla Procura, ha inviato alla Corte dei conti una segnalazione perché indaghi per danno erariale, chiamando in causa il Comune. Luigi Corbani del comitato Sì Meazza spiega perché ha depositato questa segnalazione.

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    1) Gaza senza cibo da due mesi. Il blocco israeliano agli aiuti continua indisturbato mentre la fame dilaga tra la popolazione. Nella notte colpita con droni la nave della Freedom Flotilla, che voleva portare aiuti nella striscia. (Sami Abu Omar, Simone Zambrin - Freedom Flotilla) 2) Guerra in Ucraina. Secondo le Nazioni Unite la situazione lungo il fronte è peggiorata da quando sono iniziati i negoziati per il cessate il fuoco. In esteri la testimonianza da Sumy. 3) Germania, i servizi segreti classificano Afd come partito estremista. I leader del partito rispondono: azione politica, ci difenderemo. (Alessandro Ricci) 4) L’effetto Trump sulle elezioni nel pacifico. Domani Australia e Singapore al voto. In entrambi i casi i dazi americani hanno ribaltato i sondaggi. (Lorenzo Lamperti) 5) Mondialità. La partita sul clima si gioca tra Usa e Cina. (Alfredo Somoza)

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    "If You Asked for a Picture", uscito oggi, è il secondo disco ufficiale di Blondshell. Un lavoro in cui l'artista americana unisce al suo approccio indie rock la sua fascinazione per lo stile Motown, un album che contiene molto della sua identità, personale e musicale. Un disco di cui ha parlato oggi con Matteo Villaci in una lunga intervista a Jack.

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