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Sciopero negato in Gran Bretagna

Potrebbe addirittura “violare i diritti umani”. È questo il giudizio durissimo dell’autorità britannica di controllo dei diritti del cittadino a proposito della legge sui sindacati che il Governo conservatore si appresta a varare.

Il rapporto della Equality and Human Rights Commission, ente istituito presso lo stesso Esecutivo, è stato pubblicato alla vigilia dell’esame della riforma sindacale (Trade Union Bill) da parte della camera alta britannica. “La legge – dice la commissione – contiene misure di natura regressiva” che potrebbero violare il rispetto dei trattati internazionali da parte della Gran Bretagna.

Nello specifico la misura, consideratada da sinistra e associazioni dei lavoratori uno dei peggiori attacchi ai diritti sindacali dai tempi della Thatcher, limiterebbe in maniera molto pesante il diritto allo sciopero. Ma come?

Bisogna specificare innanzitutto che, rispetto alla sua versione iniziale, alcune importante concessioni sono state strappate dai sindacati. Il Governo ha eliminato dal progetto di legge misure come l’obbligo di comunicare in anticipo a un ufficiale dello Stato i piani di sciopero e la comunicazione (anche in questo caso obbligatoria) di eventuali progetti di utilizzo dei social media nel corso di uno sciopero o di una disputa sindacale. Ma restano attacchi pesanti da digerire, il principale dei quali è il requisito di un minimo del 50 per cento di partecipazione dei lavoratori per promuovere una mobilitazione e un minimo del 40 per cento in dispute che riguardano servizi pubblici importanti.

In gioco, di conseguenza, è anche il diritto dei sindacati di tenere votazioni a porte chiuse. Se la legge fosse in vigore così come è nella sua versione attuale, per fare un esempio, lo sciopero dei medici junior che si è tenuto martedì per le forti divisioni sui contratti avrebbe avuto vita decisamente più dura.

Ci sono poi la misure che prevede la designazione di un supervisore per i picchetti, che dovrà indossare un badge identificativo e comunicare le generalità alla polizia; e la possibilità, per i ministri, di emendare la legislazione relativa al quantitativo di tempo che un lavoratore del settore pubblico può dedicare ad attività sindacali all’interno della giornata lavorativa.

Non da ultimo una serie di cambiamenti alla legge che regolamenta i finanziamenti sindacali ai partiti avrebbe l’effetto, secondo un documento interno pubblicato dal Guardian, di far perdere al Labour, nell’immediato, fra i 5 e i 6 milioni di sterline. Le pressioni sindacali e dei laburisti per cambiare le parti più controverse della legge sono forti, le petizioni e le associazioni che stanno facendo campagna non si contano, ma è difficile che sia concesso ancora molto. In un recente editoriale sull’Independent, John Hendy, presidente dell’Istituto per i diritti sul lavoro e Keith Ewing, docente del King’s College, si chiedevano se la Camera Alta, che l’anno scorso si è distinta per indipendenza imponendo una retromarcia al cancelliere George Osborne sul tema dei crediti di imposta, avrà il fegato di dire no alla legge. Domanda non retorica. Nelle prossime settimane i Lord saranno chiamati a esprimersi sul tema.

  • Autore articolo
    Federico Simonelli
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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

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    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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