Approfondimenti

Le truppe russe alle porte di Kiev, l’insediamento di Gabriel Boric e le altre notizie della giornata

Fortificazioni a Kiev

Il racconto della giornata di venerdì 11 marzo 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Il riassunto del 16° giorno di guerra. La colonna di carri armati che era ferma fuori Kiev oggi si è dispersa nei boschi attorno alla capitale, i russi sono pronti ad attaccare sia da est sia da ovest. Non siamo in un’economia di guerra ma è bene prepararsi, dice il presidente del consiglio Mario Draghi che prevede un rallentamento del Pil. La guerra vista dagli occhi di una giovane stagista di Radio Popolare. Alle 16 e 26 italiane il neo presidente cileno Gabriel Boric ha prestato giuramento e ha ufficialmente iniziato il suo percorso alla guida di un paese. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

Il sedicesimo giorno di combattimenti in Ucraina

La colonna di carri armati che era ferma fuori Kiev oggi si è dispersa nei boschi attorno alla capitale, i russi sono pronti ad attaccare sia da est sia da ovest. Mariupol è completamente circondata e isolata, tutti i ponti sono stati distrutti e tutte le strade minate dagli ucraini, per cercare di fermare i russi.
Secondo le autorità locali i morti in città sarebbero già più di 1.600, ma la notizia non può essere verificata da fonti indipendenti. Il Cremlino accusa l’Ucraina di preparare armi biologiche con l’aiuto degli americani e sostiene di avere le prove. Per Washington è una fake news per giustificare un prossimo attacco. E Kiev risponde accusando Putin di preparare un attentato terroristico alla centrale nucleare di Chernobyl. Oggi Putin ha ricevuto al Cremlino il dittatore bielorusso Lukascenko. Secondo l’Ucraina, i due avrebbero concordato un ingresso in guerra diretto dalla Bielorussia già per questa notte. Sul fronte intanto stanno arrivano 16 mila miliziani siriani mandati da Assad, veterani delle guerre in medio oriente prestati all’esercito di Mosca. Lo stesso Putin però dice che sulle trattative oggi ci sono stati passi in avanti, il ministro degli esteri di kiev smentisce, zero progressi.

Biden annuncia nuove sanzioni, vietate negli Usa il caviale e la vodka russe. L’Europa prenderà altre misure domani, mentre il vertice Ue di Versailles si conclude con una frenata sull’adesione dell’Ucraina all’Unione e Zelensky si dice deluso
Draghi prepara l’Italia ad una nuova crisi economica: non siamo in un’economia di guerra ma è bene prepararsi, dice il presidente del consiglio che prevede un rallentamento del Pil.

L’esercito russo si prepara per l’attacco a Kiev

La colonna di carri armati russi che era ferma fuori Kiev si è dispersa nei boschi, segnale che i russi sarebbero pronti ad attaccare su più fronti la capitale Ucraina. Anche a questo servirebbero i 16 miliziani provenienti dalla Siria addestrati a combattere nelle città.
Francesco Strazzari docente di relazioni internazionali alla scuola Sant’Anna di Pisa.

 

Draghi: “Putin non vuole la pace, il suo piano sembra un altro”

(di Anna Bredice)

“Dobbiamo prepararci ma non è assolutamente un’economia di guerra.” In conclusione del vertice UE in Francia, Mario Draghi ha cercato di rassicurare, scegliendo però una formula che lascia in ogni caso trasparire un margine di preoccupazione sulle conseguenze della riduzione del gas e del petrolio e sulla diminuzione delle derrate di grano e mais. Parlando dell’invasione russa in Ucraina, Draghi si è detto convinto che “Putin non vuole la pace, il suo piano sembra un altro” ha detto, “faremo di tutto perché arrivino a parlarsi, preservando la dignità dell’Ucraina.” E il presidente ucraino Zelesnky sarà in collegamento video domani pomeriggio a una manifestazione a Firenze organizzata dal sindaco Nardella, si tratta di Eurocities, una manifestazione in Piazza Santa Croce che raccoglie 250 città in Europa, ci saranno molti esponenti politici, da Letta, a Casini, a Fratoianni, dall’Arci, all’Anpi, che hanno avuto nei giorni scorsi opinioni diverse sull’invio delle armi ma che domani si ritrovano sotto la parola d’ordine di “Cities stand with Ukraine”. Anche parecchi ministri del governo e politici. Draghi al vertice dell’unione europea si è allineato agli altri paesi, confermando una compattezza nelle decisioni, aprendo anche alla possibilità di un aumento delle sanzioni contro Mosca, anche se ha detto, “quelle attuali sono già molto pesanti e bisogna essere consapevoli che hanno un impatto su famiglie e imprese”. “Ho visto degli allarmi esagerati”, ha detto ancora, forse riferendosi a quello che sta accadendo in alcune regioni, in particolare in Sardegna, dove è scattalo un allarme al momento non giustificato. Ma le associazioni che rappresentano gli agricoltori hanno chiesto al governo di intervenire per assicurare il trasporto e l’arrivo di materie deperibili ed evitare un allarme tra i consumatori.

Draghi prepara il paese a una nuova crisi economica

(di Massimo Alberti)
Nonostante la crescita della ricchezza del 2021, l’economia italiana resta parecchio fragile. Segno che quella ricchezza non si è trasformata in lavoro e investimenti. Dopo il dato di gennaio sulla produzione industriale in calo per il secondo me se consecutivo, l’ISTAT ieri ha diffuso i dati definitivi sul 2021 per il lavoro, dove di fatto non ci si è ancora ripresi dalla pandemia. All’appello, secondo l’ISTAT, mancano oltre 555 posti di lavoro rispetto al 2019. Frutto soprattutto del forte calo del lavoro autonomo, mentre per quanto riguarda il lavoro dipendente la crescita, come ormai abbiamo imparato, è fondata soprattutto sul lavoro precario, trascinata dai contratti a termine. Che c’è da chiedersi che fine faranno, di fronte alle imprese che, per le conseguenze delle sanzioni sulla Russia, hanno già iniziato a fermarsi per la carenza delle materie prime o per l’aumento dei prezzi energetici, una situazione che Confindustria ha quantificato in una previsione di almeno 400milioni di ore di cassa. Nel suo discorso al termine del vertice di versailles ieri Draghi ha preparato il paese a un nuovo periodo di crisi: non siamo in un’economia di guerra ma è bene prepararsi, dice il presidente del consiglio che prevede un rallentamento del Pil. Draghi ha aperto all’ipotesi di tassare gli extra profitti per le imprese energetiche, ma non è chiaro come verranno impiegati. Allo stato le emergenze sono 2: quella produttiva e quella del potere d’acquisto dei salari. A breve il governo dovrà decidere a chi far pagare questa crisi, e se redistribuire o meno la crescita accumulata nel 2021

A 21 anni, con la guerra negli occhi

(di Andrea Zighetti)

Lo scoppio della guerra in ucraina per me è stato il crollo di una certezza.
Ho 21 anni e sono cresciuta con la sicurezza che non avrei vissuto nessuna guerra. Guardavo alla crisi ucraina preoccupata, ma avevo la convinzione che si sarebbe arrivati a una soluzione.
Ho seguito un corso di relazioni internazionali e di legge internazionale, ho studiato accordi per regolare ogni scontro possibile e mille modi per evitare lo scontro armato. Ero convinta bastasse.
I governi e le organizzazioni internazionali fanno gli interessi delle persone e la violenza è l’ultima arma, sono questi i principi base.
Ma Questo funziona solo sulla carta, a livello formale, e non è una novità per nessuno. Ma è a prima volta che gli eventi mi sbattono questa realtà addosso con tanta foga. E che guardo al mondo che mi aspetta e vedo questo gran casino.
Certo, il covid aveva fatto la sua parte nell’incupire il futuro, ma quello era un nemico comune. Da combattere tutti insieme, stando a casa e imparando il rispetto verso gli altri.
Ora non è così [CONTINUA A LEGGERE]

Cile: Gabriel Boric è il nuovo Presidente della Repubblica

(di Gianpiero Kesten)

Mentre gli occhi del mondo guardano con preoccupazione a ciò che accade in Europa, dalla parte opposta del pianeta è avvenuto oggi in modo relativamente silenzioso, un passo importante, di cui si starebbe parlando molto più diffusamente se non fosse che le cattive notizie, comprensibilmente forse, da sempre oscurano quelle buone.

Alle 16 e 26 italiane il neo presidente cileno Gabriel Boric ha prestato giuramento (davanti al popolo e ai popoli del Cile, los pueblos de cile, non proprio un dettaglio trascurabile) e ha ufficialmente iniziato il suo percorso alla guida di un paese che negli ultimi anni sembra essersi risvegliato da un torpore lungo decenni, e dal quale pare essersi ripreso col botto  [CONTINUA A LEGGERE]

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

La curva si è invertita. Dopo settimane di discesa i contagi da covid 19 hanno ripreso a crescere. Colpa della variante Omicron BA.2, che dai primi studi sembra più contagiosa – ha spiegato il presidente dell’istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro.
Nelle ultime 24 ore i casi accertati sono stati oltre 53mila, il 40% in più di una settimana fa, il tasso di positività è salito al 12.5%. I morti sono stati 156.

Altre 6 regioni da lunedì saranno in zona bianca: si tratta di Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Molise, Puglia, Sicilia, Toscana e Valle D’ Aosta.

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    Iniziamo parlando del festival Coachella 2026 di cui è appena stata annunciata la lineup e ricordando Victor Jara, cantautore cileno simbolo della canzone sociale e di protesta che scomparse oggi 52 anni fa durante la dittatura Pinochet. Proseguiamo con il mini live in studio delle Guthrie Family Singers, trio di discendenti di terza e quarta generazione dell'icona folk americana Woody Guthrie. Nell'ultima parte accenniamo al concerto di raccolta fondi per la Palestina del 18 settembre, organizzato a Firenze da Piero Pelù, e ricordiamo la stella del cinema Robert Redford appena scomparsa.

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    Una Napoli sconosciuta in bianco e nero in “Sotto le nuvole” di Gianfranco Rosi

    Già vincitore di un Leone d’Oro per “Sacro Gra” nel 2013 e di un Orso d’Oro tre anni dopo alla Berlinale, Rosi riceve anche il Premio Speciale della Giuria di Venezia 82. In “Sotto le nuvole” l’esplorazione si sposta nella Napoli della circumvesuviana, in un bianco e nero inedito per la città dei mille colori, tra la terra che ogni tanto trema, sotterranei archeologici in mano alla camorra, la centrale dei Vigili del Fuoco, le fumarole dei Campi Flegrei e il Porto di Torre Annunziata con con una nave siriana che scarica grano ucraino. “È il mio primo film non politico” sostiene Rosi, eppure nel fuoricampo di “Sotto le nuvole” il non detto arriva anche in senso politico. L'intervista di Barbara Sorrentini

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    Stringono i tempi nella procedura di vendita dello stadio Meazza. Nel giro di pochi giorni è prevista la delibera di Giunta e il voto in Consiglio comunale per autizzarla. In una procedura che sembra quasi gia scritta, nelle ultime ore appare qualche fatto nuovo: un'assemblea molto partecipata a Milano, una proposta per prendere più tempo, il ritorno alla carica di chi chiede un referendum per decidere. In zona Cesarini potrebbero decideresi i tempi supplementari? Ospiti: Roberto Maggioni, redazione locale di RP; Franco D'Alfonso, Centro Caldara di Milano, estensore della proposta; Gabriele Mariani, Comitato Referendum per San Siro; Bruno Ceccarelli, Pd Milano, Commissione urbanistica; Lia Quartapelle, parlamentare Pd. In studio Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

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    Caso Kirk: "Il Governo vuole creare un clima di paura" dice Benedetta Tobagi

    “Quelle che arrivano dalla maggioranza sono delle sciocchezze, che sarebbero grottesche se non fossero pericolose perché tradiscono una chiara volontà di creare un clima di paura e di allarme, criminalizzando tutta la galassia dell’opposizione”. Così Benedetta Tobagi, intervistata da Luigi Ambrosio all'Orizzonte delle Venti, sui reiterati attacchi del Governo alle opposizioni accusate di fomentare la violenza. “Anche per ciò che porto nel mio nome, l’Italia ha nella sua storia una sinistra antifascista e democratica che non è mai stata violenta. Figure come mio padre e Aldo Moro sono state colpite addirittura dal terrorismo di sinistra. Questa è la storia che vergognosamente Meloni, Tajani e Salvini non riconoscono e che, invece, deve essere la nostra forza”.

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    Presto Presto - Interviste e Analisi di martedì 16/09/2025

    In diretta dall'Ucraina Sabato Angieri ci racconta delle profonde differenze che ormai segnano il paese tra territori in guerra e retrovie, di chi non vuole andarsene nonostante la guerra abbia distrutto spazi e vite e di come il fronte insista da due anni sugli stessi campi. Gianpaolo Scarante, docente all'Università di Padova ed ex-diplomatico analizza lo scontro verbale tra Russia e Nato e invoca il ritorno della ragione per evitare una escalation dei fatti. Emanuele Valenti ci aggiorna sull'entrata dei carri armati a Gaza City dopo giorni di bombardamenti mirati a distruggere tutti i palazzi principali della città per forzare la popolazione ad andarsene. Ma la popolazione non ha nessun posto dove andare. E anche chi avrebbe un visto di studio in Italia non riesce a uscire dall'inferno della Striscia lo raccontano le voci di alcuni degli studenti palestinesi che hanno vinto una borsa di studio nelle università italiane. Molti di loro hanno diffuso appelli sui social per chiedere di fare pressione sulle autorità italiane affinché organizzino la loro evacuazione immediata. Sentiamo le loro voci e ci spiega come stanno, chi sono e perché non si riesce ad aprire un corridoio umanitario per loro Stefano Simonetta, Prorettore ai Servizi agli Studenti e al Diritto allo Studio della Università Statale di Milano.

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