Approfondimenti

Razzismo istituzionale negli Stati Uniti? L’intervista al professor Mario Del Pero

Razzismo Stati Uniti - Black Lives Matter

Gli Stati Uniti sono un Paese profondamente razzista e con un conclamato razzismo istituzionale come dichiarato nelle ultime ore dal governatore di New York Andrew Cuomo? Abbiamo fatto il punto della situazione, alla luce degli scontri e delle rivolte in corso in tutto il Paese ormai da quasi una settimana, con Mario Del Pero, professore di Storia Internazionale presso l’Istituto di studi politici (SciencesPo) di Parigi.

L’intervista di Lorenza Ghidini e Claudio Jampaglia a Prisma.

Mi ha molto colpito il discorso tenuto ieri dal governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, che ha ricordato la vicenda di Rodney King e di Amadou Diallo, sottolineando come cambiano i nomi ma non cambia mai il colore della pelle. “Questo Paese è razzista“, ha detto Cuomo, “negli Stati Uniti c’è un razzismo endemico e istituzionale. Siamo molto bravi ad andare in giro per il Mondo a dire agli altri come dovrebbero vivere, ma noi qui ancora discriminiamo le persone per il colore della pelle. Questo è il momento di dire la verità“. È così?

Sono una democrazia marchiata fin dalla nascita da questa frattura razziale, dalla linea del colore e dal fatto che una minoranza nera è stata prima messa in schiavitù, poi soggetta ad un regime di segregazione razziale. Il lascito profondo e pesante rimane se noi utilizziamo tutta una serie di indicatori che ci mostrano, a partire ovviamente dal reddito e dalle possibilità occupazionali, che la frattura razziale rimane e che quel 12% di afroamericani hanno meno possibilità, hanno uno status di cittadini di serie B e sono soggetti anche a violenze più frequenti da parte delle forze dell’ordine.
Il dato nuovo, se lo misuriamo rispetto alla storia recente degli Stati Uniti, è che c’è un Presidente che non butta acqua sulle fiamme che stanno bruciando il Paese, ma vi getta invece benzina per incultura istituzionale e politica e per hobby e interessi elettorali.

Due mandati di Presidenza di Obama non sono bastati a cambiare questa impostazione istituzionale?

No, in realtà la Presidenza di Obama ha generato una risposta di un pezzo minoritario, ma non irrilevante, di America bianca indisposta e indisponibile verso l’idea che un afroamericano potesse stare alla Casa Bianca e che contro questo americano ha scatenato una polemica e controversia spregevole sul suo presunto certificato di nascita, il cui sotto testo razzista era evidente. Il messaggio era “Obama non è nato negli Stati Uniti perché un nero non può stare alla Casa Bianca“.
La Presidenza Obama è stata un fallimento non tanto perché Obama ha fatto o non ha fatto, ma per quello che Obama ha simboleggiato e ha rappresentato per un pezzo di America bianca, un pezzo di America bianca che vorrebbe riportare le lancette della Storia indietro verso un’epoca idilliaca nelle rappresentazioni che ne sono fatte. Trump parla sempre di questa America dei sobborghi degli anni ’50, un’America bianca e di gerarchie razziali consolidate, un’America dove i neri erano tenuti al loro posto, se necessario, anche dispiegando istituzionalmente la violenza. Rispetto a tutto ciò l’elezione di Trump sicuramente ha rappresentato uno spartiacque.

La campagna elettorale è in corso. Quanto peserà questa frattura?

Nel contesto iper polarizzato e divisivo di oggi le due parti debbono, per sperare di poter vincere, mobilitare appieno i propri rispettivi bacini elettorali. Pochi saranno gli elettori che si trasferiranno da un campo all’altro, abbiamo mille studi che ce lo mostrano: i livelli di mobilità dell’elettorato sono drasticamente contratti. Bisogna portare alle urne la propria base elettorale. Quella repubblicana è molto più coesa e molto più omogenea da un punto di vista demografico o razziale. Stiamo parlando di una base elettorale nella quale sono ampiamente sopra rappresentati i bianchi over 45 maschi. La base elettorale democratica è molto più composita ed eterogenea. È decisamente maggioritaria, se mobilitabile nella sua pienezza, però mobilitarla è molto più complicato proprio per questa sua maggiore eterogeneità. È chiaro che se le proteste come quelle a cui stiamo assistendo dovessero degenerare come, ahimè, in parte sono già degenerate, e scatenare paure e preoccupazioni dentro un pezzo di America bianca, credo che potrebbero danneggiare Biden più di Trump, perché a quel punto Biden si troverebbe in una situazione molto difficile nell’invocare anche lui ordine e stabilità senza apparire come un politico che non tiene in debito i mille soprusi e le discriminazioni di cui soffre un pezzo di America nera. E Trump potrebbe cavalcare la parola d’ordine della legge e dell’ordine.
Rischia di più Biden se vogliamo, fermo restando che davanti ad un Presidente così polarizzante, così divisivo e inadeguato forse un pezzo d’America che lo ha accettato tanti in questi anni non volterebbe più lo sguardo dall’altra parte per poter avere politiche fiscali favorevoli e qualche altro vantaggio dalle politiche e dalla legislazione repubblicana.

A proposito di Biden, qual è il suo grado di apprezzamento tra gli afroamericani negli Stati Uniti?

Biden ha vinto le primarie grazie a quel pezzo di macchina politica democratica controllata in alcune parti degli Stati Uniti da importanti leader afroamericani. Se non ci fosse stato il voto nero del South Carolina, difficilmente Biden avrebbe potuto invertire una tendenza che si era messa molto male per lui dopo i primi voti. Biden ha un rapporto forte e consolidato con l’apparato politico nero dentro al Partito Democratico, però fa parte anche di quella generazione di democratici centristi che negli anni ’80 e ’90 sostennero e avvallarono politiche di tolleranza zero che poi hanno ad una crescita esponenziale delle violenze poliziesche nei confronti degli afroamericani in contesti urbani. Questa macchia potrebbe riemergere e potrebbe eventualmente danneggiarlo. Per quanto riguarda la scelta della vicepresidente – Biden ha già annunciato che sarà una donna – il ticket presidenziale serve per produrre un bilanciamento. Può essere un bilanciamento di mappa elettorale – un vicepresidente che può aiutare in un determinato Stato cruciale o in una determinata regione del Paese – e può essere un bilanciamento ideologico, quindi un Biden centrista cerca una candidata vicepresidente che possa coprire il suo fianco sinistro. O può essere un bilanciamento demografico, quindi una candidata afroamericana o che possa aiutare con le minoranze come Tamara Harris. Un bilanciamento ideologico verrebbe più con Elizabeth Warren. La partita mi sembra aperta perchè mi pare che Biden stia considerando 6 o 7 nomi. La storia ci dice che per un candidato alla Presidenza è importante scegliere un vice di cui fidarsi ciecamente e col quale costruire un eccellente rapporto personale a partire dalla campagna elettorale stessa, come Obama fece con la scelta di Biden.

Foto dalla pagina Facebook Black Lives Matter Knoxville

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio domenica 28/12 13:00

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 28-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve domenica 28/12 17:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 28-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di domenica 28/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 28-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 24/12/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 24-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Bollicine di domenica 28/12/2025

    Che cos’hanno in comune gli Area e i cartoni giapponesi? Quali sono i vinili più rari al mondo? Giunta alla stagione numero 17, Bollicine ogni settimana racconta la musica attraverso le sue storie e le voci dei suoi protagonisti: in ogni puntata un filo rosso a cui sono legate una decina di canzoni, con un occhio di riguardo per la musica italiana. Come sempre, tutte le playlist si trovano sul celeberrimo Bolliblog.com. A cura di Francesco Tragni e Marco Carini

    Bollicine - 28-12-2025

  • PlayStop

    Ricordi d'archivio di domenica 28/12/2025

    Da tempo pensavo a un nuovo programma, senza rendermi conto che lo avevo già: un archivio dei miei incontri musicali degli ultimi 46 anni, salvati su supporti magnetici e hard disk. Un archivio parlato, "Ricordi d'archivio", da non confondere con quello cartaceo iniziato duecento anni fa dal mio antenato Giovanni. Ogni puntata presenta una conversazione musicale con figure come Canino, Abbado, Battiato e altri. Un archivio vivo che racconta il passato e si arricchisce nel presente. Buon ascolto. (Claudio Ricordi, settembre 2022).

    Ricordi d’archivio - 28-12-2025

  • PlayStop

    Giocare col fuoco di domenica 28/12/2025

    Giocare col fuoco: storie, canzoni, poesie di e con Fabrizio Coppola Un contenitore di musica e letteratura senza alcuna preclusione di genere, né musicale né letterario. Ci muoveremo seguendo i percorsi segreti che legano le opere l’una all’altra, come a unire una serie di puntini immaginari su una mappa del tesoro. Memoir e saggi, fiction e non fiction, poesia (moltissima poesia), musica classica, folk, pop e r’n’r, mescolati insieme per provare a rimettere a fuoco la centralità dell’esperienza umana e del racconto che siamo in grado di farne.

    Giocare col fuoco - 28-12-2025

  • PlayStop

    Onde Road di domenica 28/12/2025

    Autostrade e mulattiere. Autostoppisti e trakker. Dogane e confini in via di dissoluzione. Ponti e cimiteri. Periferie urbane e downtown trendaioli. La bruss e la steppa. Yak e orsetti lavatori. Il mal d’Africa e le pastiglie di xamamina per chi sta male sui traghetti. Calepini e guide di viaggio. Zaini e borracce. Musiche del mondo e lullabies senza tempo. Geografie fantastiche ed escursioni metafisiche. Nel blog di Onde Road tutti i dettagli delle trasmissioni.

    Onde Road - 28-12-2025

  • PlayStop

    La domenica dei libri di domenica 28/12/2025

    La domenica dei libri è la trasmissione di libri e cultura di Radio Popolare. Ogni settimana, interviste agli autori, approfondimenti, le novità del dibattito culturale, soprattutto la passione della lettura e delle idee. Condotta da Roberto Festa

    La domenica dei libri - 28-12-2025

  • PlayStop

    Va pensiero di domenica 28/12/2025

    Viaggio a bocce ferme nel tema politico della settimana.

    Va Pensiero - 28-12-2025

  • PlayStop

    Apertura musicale classica di domenica 28/12/2025

    La musica classica e le sue riverberazioni per augurare un buon risveglio a “tutte le mattine del mondo”. Novità discografiche, segnalazioni di concerti, rassegna stampa musicale e qualunque altra scusa pur di condividere con voi le musiche che ascoltiamo, abbiamo ascoltato e ascolteremo per tutta la settimana.

    Apertura musicale classica - 28-12-2025

  • PlayStop

    Radio Romance di sabato 27/12/2025

    Canzoni d'amore, di desiderio, di malinconia, di emozioni, di batticuore. Il sabato dalle 21.30 con Elisa Graci

    Radio Romance - 27-12-2025

  • PlayStop

    Snippet di sabato 27/12/2025

    Un viaggio musicale, a cura di missinred, attraverso remix, campioni, sample, cover, edit, mash up. Sabato dalle 22:45 alle 23.45 (tranne il primo sabato di ogni mese)

    Snippet - 27-12-2025

Adesso in diretta