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Letizia Moratti, il merito è la ricchezza

Letizia Moratti

Dopo aver dato a Giuliano Pisapia del ladro d’auto e dell’amico dei terroristi, Letizia Bricchetto Arnaboldi Moratti perdeva le elezioni comunali milanesi del 2011 e nonostante l’annuncio che avrebbe guidato l’opposizione di centrodestra, lascerà la politica sei mesi dopo.

Torna ora, in vetta, chiamata a rilanciare il marchio della sanità lombarda e a raddrizzare Attilio Fontana, commissariandolo come futura candidata presidente. Ma è partita molto male in con gli antichi vizi: la richiesta di avere due staff personali, visto che ha due cariche, e una lunga lista di consiglieri, per cui ha già occupato un intero piano del pirellone, e non uno qualunque, quello che fu di Roberto Formigoni. Più che lady di ferro del centrodestra, Letizia Moratti si conferma lady consulenze.

Come riformatrice l’unico suo atto è la prima contestatissima riforma dell’istruzione in chiave aziendalista, nel 2003, che riduceva le ore a scuola e l’età scolastica, tagliava il personale e privatizzava tutto il possibile. E la sua carriera politica più che da civil servant, come la omaggia il Corriere della Sera, è da nemica del pubblico numero uno. Lo scrive la Corte dei conti condannandola a quasi 600mila euro di risarcimento al Comune di Milano per alcune delle 54 nomine fatte da sindaca: “un agire improntato ad assoluto disinteresse dell’interesse pubblico alla legalità”, scrivono i magistrati.

D’altronde in Rai, dove inizia la sua carriera paracadutata alla presidenza da Berlusconi, si ricordano ancora la strategia per rendere complementare la tv pubblica alla Fininvest. Per tutto questo non sorprende la proposta di modulare i vaccini con criteri padronali: chi ha più Pil, avrà più dosi. Perché il merito è la ricchezza.

Foto | Wikimedia

  • Autore articolo
    Claudio Jampaglia
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    Tre anni di Chat Gpt. Il 30 novembre 2022 la società californiana Open AI metteva a disposizione degli utenti, gratuitamente, il primo software di intelligenza artificiale (IA). A distanza di tre anni c’è una bolla speculativa, generata dagli investimenti multi-miliardari nell’IA, che rischia di scoppiare su Wall Street. Non è escluso, però, che si sgonfi lentamente, senza provocare grossi danni. Un’ipotesi che i capi di Big Tech (le grandi società tecnologiche da Apple a Microsoft, da Google a Amazon, a Meta e a diverse altre) sembrano escludere, preferendo messaggi allarmistici. Sundar Pichai, amministratore delegato di Google-Alphabet qualche giorno fa ha detto: se scoppiasse una bolla nel settore dell'IA «nessuna azienda ne sarebbe immune, inclusi noi». Pubblica ha ospitato il giornalista e saggista Michele Mezza e la filosofa della scienza Teresa Numerico.

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    Al via le prove sulle tre materie del semestre filtro (chimia, fisica e biologia) per tutti i pre-iscritti a Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria, poi per tutti quelli che avranno passato i tre testi (scritti a risposta multipla) andranno in una graduatoria dove poi verranno ammessi a numero chiuso (per le università private e telematiche invece è rimasto lo sbarramento del test d’entrata). “Era difficile fare peggio del numero chiuso, ma la ministra c’è riuscita. Il numero chiuso spostato da settembre a gennaio è una ingiustizia in più e un favore ai privati”. Alessandro Bruscella, Coordinatore nazionale Unione degli Universitari, presenta il ricorso collettivo che da oggi verrà annunciato sotto il ministero con una manifestazione con Rete degli Studenti e altre organizzazioni. “Ci vuole un investimento strutturale, corsi di accesso aperti e poi specializzazioni anche a numero chiuso. Invece ci sono tagli ovunque”. Ascolta l'intervista di Claudio Jampaglia e Cinzia Poli ad Alessandro Bruscella.

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