Approfondimenti

La protesta anarchica, festosa e sbruffona di Gezi Park, dieci anni fa

Se oggi si va Gezi Park, ci  si ritrova in un minuscolo e ordinato parchetto cittadino,  con aiuole e vicoletti ben curati, qualche albero, panchine, giochi per bambini. A lato Piazza Taksim, il cuore storico, politico e sociale di Istanbul, dal 2021 è sovrastata dall’enorme moschea fortemente voluta da Erdoğan. Ma nonostante i cambiamenti, per chi c’era è impossibile dimenticarsi le immagini di quei luoghi 10 anni fa, inondati di manifestanti. E’ difficile stabilire quale sia stato il giorno preciso dell’inizio delle proteste di Gezi Park, perché si è trattata di una fase per la Turchia che in qualche modo ha avuto tanti inizi. Le tante iniziative di sensibilizzazione, l’accampamento, il primo sgombero, la presa di Piazza Taksim, la manifestazione oceanica di due milioni di persone: i momenti simbolici sono tanti.
La data scelta dai turchi per celebrare quell’incredibile ondata di mobilitazioni che da un parchetto nel centro di Istanbul si estesero a tutto il Paese, è quella del 31 maggio, quando la polizia turca attaccò pesantemente i manifestanti che da tre giorni occupavano il parco  per protestare contro un piano di  cosiddetta riqualificazione che prevedeva l’abbattimento di tutti gli alberi per lasciare spazio a un centro commerciale. Fiumi di lacrimogeni, pestaggi, tende incendiate, arresti arbitrari: la brutalità della polizia si diffuse sui social con immagini iconiche come quella della ragazza in abito rosso colpita a distanza ravvicinata dallo spray urticante, e provocò la discesa in piazza di decine di migliaia di persone la sera stessa. Dopo una notte di scontri in vari punti della città, nelle prime ore del mattino i manifestanti riuscirono a riprendersi Gezi Park e successivamente anche Piazza Taksim, che divennero luoghi di sperimentazione dell’altra Turchia possibile. La protesta di Gezi era anarchica, debordante, contagiosa, disorganizzata, sbruffona, fucina di creatività e umanismo: nella cittadella occupata di Gezi convivevano i mille colori e sfumature della Turchia: laici, islamici, cattolici, curdi, armeni,  turkmeni,  rom,  comunità lgbtq, musulmani anticapitialisti, tutti riuniti allegramente sotto il nome di Ҫapulcu: pezzenti, perditempo, l’epiteto sprezzante con cui li aveva apostrofati  Erdoğan.
Durante Gezi si gestiva l’economia del dono e dello scambio, la filosofia dell’uguaglianza, la pratica della cura, l’”ottimismo della volontà”, avrebbe forse detto Gramsci. Per diversi giorni le piazze e le strade del centro di Istanbul furono dei cambi di battaglia, in ogni momento poteva partire un corteo, una carica della polizia, una pioggia di lacrimogeni, un attacco con gli idranti blindati. Alla violenza delle forze di polizia i manifestanti contrapponevano un instancabile entusiasmo e una determinazione incredibile che li portò a resistere per giorni nonostante la sproporzione di forze e di mezzi, mentre le manifestazioni si diffondevano giorno dopo giorno in tutte le maggiori città del paese. Era diventata rivolta. Le proteste di Gezi Park segnano un prima e un dopo nella storia della Turchia e nella vita personale di chi c’era e per la prima volta pensò di poter contribuire a un cambiamento.
Erdoğan visse quelle prime consistenti contestazioni al suo potere come un affronto e gettò definitivamente la maschera, dando il via a  quel progressivo processo di restrizione alle libertà civili e politiche che subì un ulteriore brusca impennata con il fallito golpe del 2016. A dieci anni di distanza manifestazioni del genere in Turchia non si riescono nemmeno a immaginare. La mancanza dello stato di diritto, la cancellazione della libertà di espressione, l’intolleranza verso il dissenso hanno svuotato le piazze, infoltito le carceri e mandato in esilio voluto o forzato una generazione di attivisti. In Turchia in questo momento decidere di fare opposizione politica, che sia dal basso o istituzionale, è un atto di eroismo. Molto di quei giorni se ne è andato, ma qualcosa è anche restato, e lo hanno dimostrato le ultime elezioni: un desiderio di cambiamento che pervade ancora metà del Paese.

Foto | Piazza Taksim, Ansa

  • Autore articolo
    Serena Tarabini
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 18/09 07:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 18-09-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve giovedì 18/09 07:01

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 18-09-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 18/09/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 18-09-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 18/09/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 18-09-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di giovedì 18/09/2025

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 18-09-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di giovedì 18/09/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 18-09-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Giornali e commenti di giovedì 18/09/2025

    La mattina inizia con le segnalazioni dai quotidiani e altri media, tra prime pagine, segnalazioni, musica, meteo e qualche sorpresa.

    Presto Presto – Giornali e commenti - 18-09-2025

  • PlayStop

    The Box di mercoledì 17/09/2025

    la sigla del programma è opera di FIMIANI & STUMP VALLEY La sigla è un vero e proprio viaggio nel cuore pulsante della notte. Ispirata ai primordi del suono Italo, Stump Valley e Fimiani della scuderia Toy Tonics, label berlinese di riferimento per il suono italo, disco e house, ci riportano a un'epoca di neon e inseguimenti in puro stile Miami Vice, un viaggio nella notte americana alla guida di una Ferrari bianca. INSTAGRAM @tommasotoma

    The Box - 17-09-2025

  • PlayStop

    News della notte di mercoledì 17/09/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 17-09-2025

  • PlayStop

    Doppio Click di mercoledì 17/09/2025

    Doppio Click è la trasmissione di Radio Popolare dedicata ai temi di attualità legati al mondo di Internet e delle nuove tecnologie. Ogni settimana, dal lunedì al giovedì, approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. Ogni settimana approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. A cura di Marco Schiaffino.

    Doppio Click - 17-09-2025

  • PlayStop

    Il giusto clima di mercoledì 17/09/2025

    Ambiente, energia, clima, uso razionale delle risorse, mobilità sostenibile, transizione energetica. Il giusto clima è la trasmissione di Radio Popolare che racconta le sfide locali e globali per contrastare il cambiamento climatico e ridurre la nostra impronta sul Pianeta. Il giusto clima è realizzato in collaborazione con è nostra, la cooperativa che produce e vende energia elettrica rinnovabile, sostenibile, etica. In onda tutti i mercoledì, dalle 20.30 alle 21.30. In studio, Gianluca Ruggieri ed Elena Mordiglia. In redazione, Sara Milanese e Marianna Usuelli.

    Il giusto clima - 17-09-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di mercoledì 17/09/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 17-09-2025

  • PlayStop

    Vade retro gay: l'offensiva dei conservatori in Vaticano

    Gli omosessuali? Sono in peccato mortale e la chiesa non deve benedire le coppie gay. Sono parole del cardinale tedesco Gerhard Ludwig Müller, prefetto emerito per la congregazione della dottrina della fede. Il porporato è uno dei punti di riferimento dell’ala più conservatrice in Vaticano, che osteggiò papa Francesco. Müller ha detto anche che aver fatto passare le associazioni cattoliche dalla Porta Santa di San Pietro in occasione del Giubileo è “solo propaganda”. A chi si rivolge il cardinale? Vuole provare a influenzare Papa Leone? Ne abbiamo parlato con il giornalista vaticanista e scrittore Marco Politi, autore di "La rivoluzione incompiuta, la Chiesa dopo Francesco". L'intervista di Alessandro Principe.

    Clip - 17-09-2025

Adesso in diretta