
Oggi il ministro degli Esteri Tajani ha cercato di fare quello che il governo è abituato a fare: ha provato a galleggiare. Il problema è che è impossibile galleggiare di fronte alle decine di migliaia di vittime civili, alla fame, alle intenzioni di pulizia etnica di Gaza della componente più radicale e religiosa del governo israeliano.
“Indignano le morti civili -ha detto Tajani – e la sola soluzione sono i due stati”. Ma oltre alle affermazioni di rito, nulla. Per una volta le opposizioni tutte insieme hanno avuto gioco facile a denunciare la totale mancanza di iniziativa del governo italiano. Tre esempi: “L’unico vero aiuto umanitario, ministro, è fermare Netanyahu”, gli ha risposto il deputato del Pd Provenzano. “Siete il governo più complice con Tel Aviv e non vedete la sua deriva autoritaria”, ha aggiunto il senatore di Avs De Cristofaro. Italia Viva ha citato le proposte di Sinistra per Israele. Poi però le opposizioni unite in piazza non lo saranno perché alla manifestazione del 7 giugno mancheranno i centristi, ma questa è un’altra storia.
Quello che è accaduto oggi è che nella informativa alle Camere su Gaza il governo italiano ha mostrato di nuovo di non voler scegliere se stare con l’Europa che ha iniziato a dire al governo di Tel Aviv di fermarsi minacciandolo di interrompere gli accordi di collaborazione, iniziativa su cui l’Italia si è astenuta, o se stare con l’amico Netanyahu che ha scatenato una campagna aggressiva contro l’Europa. Facendo così il gioco del governo israeliano.