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Perché all’improvviso Grillo si è inventato il “governo con dentro tutti”

Beppe Grillo

Giorgio Trizzino è un medico palermitano deputato del Movimento 5 Stelle la cui famiglia è considerata molto vicina al presidente Mattarella. In questi giorni è (anche) lui a mediare tra Conte e il Quirinale ed è lui che ha scritto l’appello all’unità di tutti i partiti rilanciato sui social da Beppe Grillo.

Dal governo con nessuno al governo con tutti? Quando stamattina Trizzino ha affidato ai social il suo pensiero, la cosa è stata accolta come una inutile peroratio democristiana. Ma, subito dopo, il rilancio del post da parte di Grillo (con l’aggiunta della niente affatto sottintesa assegnazione della “cosa” a Conte) ne ha cambiato l’orizzonte. Non più generico appello a tutti: chi ci starebbe mai d’altronde? Salvini ha già detto no, e poi come la si metterebbe con Renzi? tutti tranne Italia Viva?

Secondo Giuliano Santoro, giornalista del Manifesto e studioso da anni delle dinamiche grilline, il post di questa mattina benedetto da Grillo ha piuttosto come destinatari i possibili responsabili al Senato: è cioè un invito ad andare alla conta a Palazzo Madama, con chi ci sta. Come ha avuto modo di dichiarare più o meno elegantemente l’eterno Mastella, i responsabili ci sono pure, ma una telefonata ti devi sprecare a fargliela.

In questi giorni Beppe Grillo, sul suo blog, si diletta in ragionamenti sull’umorismo e sull’umorismo applicato all’apprendimento: l’appello all’inciucissimo, come è già stato definito, può anche essere molto più semplicemente una provocazione al contrario. Grillo che fa il padre della patria per fare apparire ancora più personalistico e immotivato lo strappo di Renzi.

C’è un rischio in questa operazione, ed è lo stesso rischio sul cui filo Beppe Grillo corre fin dall’inizio della sua avventura nella politica: quello di esser preso sul serio. Anche perché l’incomprensibile (a oltre la metà degli italiani!) avvitamento del governo in piena pandemia ha dato l’ennesima conferma che tutto può succedere in questo Paese.

Foto dalla pagina Facebook di Beppe Grillo

  • Autore articolo
    Diana Santini
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    Il trumpismo fa paura. L'autoritarismo trumpista ancora di più. A Pubblica la prima sintesi degli incontri alla Casa della Cultura di Milano per il ciclo "Autoritarismi in democrazia" (Osservatorio autoritarismo, Università Statale Milano, Libertà e Giustizia, Castelvecchi) di cui Radio Popolare è media partner (qui il programma https://www.libertaegiustizia.it/2025/11/21/autoritarismi-in-democrazia/). Ospite del primo incontro (22 novembre 2025) la filosofa Chiara Bottici, della New School for Social Research di New York. «Il clima negli Stati Uniti – ha raccontato la filosofa - è estremamente allarmante, estremamente preoccupante. Quando parlo di neofascismo non è un'esagerazione, non è un modo per dire "questi sono cattivi, Trump è autoritario"».

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