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Donne e lavoro, il gender gap è enorme

I lavori delle donne sono per lo più part-time, temporanei o di breve durata. Quando dei posti di lavoro vengono cancellati, a finire peggio sono soprattutto quelli occupati da donne. Quando poi si riceve lo stipendio a fine mese, quello delle donne è di circa il 20% in meno dello stipendio degli uomini. Lavori, occupazioni, salari. E’ un pezzo di una realtà che si chiama divario o disuguaglianza tra i generi e che si può sintetizzare in questa regola: alle donne si dà meno e/o peggio che agli uomini. L’Istat ha raccontato che nel 2020 – l’anno della pandemia – su quasi 450 mila posti di lavoro persi, il 70% era occupato da donne. Sul lavoro si consuma un divario enorme, perchè il lavoro è il luogo del riscatto, dell’emancipazione, come sostiene la sociologa Enrica Morlicchio: “Su questo punto sono proprio all’antica”, racconta la professoressa Morlicchio.

“Ritengo – aggiunge – che l’occupazione sia lo strumento principale di emancipazione delle donne, perché significa avere la libertà di decidere della propria vita”. Anche gli stipendi si portano via un pezzo di diritto alla parità tra donne e uomini. “Gli ultimi dati di Eurostat – spiega il sociologo Simone Fana – raccontano che la differenza di salari dipende dai lavori che fanno in maggioranza le donne”. Fana spiega che le occupazioni delle donne sono in un buona parte fatte di lavori discontinui e di un minor numero complessivo di ore lavorate rispetto agli uomini. “Eurostat – conclude Simone Fana – stima un gap salariale di più del 20%, se si analizzano le retribuzioni annuali tra uomo e donna”.

Foto | La statua “Fearless Girl” a Wall Street, New York

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    Raffaele Liguori
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    Tre anni di Chat Gpt. Il 30 novembre 2022 la società californiana Open AI metteva a disposizione degli utenti, gratuitamente, il primo software di intelligenza artificiale (IA). A distanza di tre anni c’è una bolla speculativa, generata dagli investimenti multi-miliardari nell’IA, che rischia di scoppiare su Wall Street. Non è escluso, però, che si sgonfi lentamente, senza provocare grossi danni. Un’ipotesi che i capi di Big Tech (le grandi società tecnologiche da Apple a Microsoft, da Google a Amazon, a Meta e a diverse altre) sembrano escludere, preferendo messaggi allarmistici. Sundar Pichai, amministratore delegato di Google-Alphabet qualche giorno fa ha detto: se scoppiasse una bolla nel settore dell'IA «nessuna azienda ne sarebbe immune, inclusi noi». Pubblica ha ospitato il giornalista e saggista Michele Mezza e la filosofa della scienza Teresa Numerico.

    Pubblica - 20-11-2025

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    Medicina: ricorso collettivo contro la ministra Bernini

    Al via le prove sulle tre materie del semestre filtro (chimia, fisica e biologia) per tutti i pre-iscritti a Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria, poi per tutti quelli che avranno passato i tre testi (scritti a risposta multipla) andranno in una graduatoria dove poi verranno ammessi a numero chiuso (per le università private e telematiche invece è rimasto lo sbarramento del test d’entrata). “Era difficile fare peggio del numero chiuso, ma la ministra c’è riuscita. Il numero chiuso spostato da settembre a gennaio è una ingiustizia in più e un favore ai privati”. Alessandro Bruscella, Coordinatore nazionale Unione degli Universitari, presenta il ricorso collettivo che da oggi verrà annunciato sotto il ministero con una manifestazione con Rete degli Studenti e altre organizzazioni. “Ci vuole un investimento strutturale, corsi di accesso aperti e poi specializzazioni anche a numero chiuso. Invece ci sono tagli ovunque”. Ascolta l'intervista di Claudio Jampaglia e Cinzia Poli ad Alessandro Bruscella.

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