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Dibattito Trump-Biden: caos, insulti e tensione alle stelle

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Caos, insulti, tensione alle stelle. Poche volte nella storia politica americana si è assistito a un dibattito presidenziale come quello tra Donald Trump e Joe Biden. Di politica e programmi praticamente non si è parlato.

La discussione è presto degenerata in una serie di attacchi personali. Biden ha coperto Trump di contumelie: “clown”, “bugiardo”, “senza vergogna”. Da parte sua il presidente, per tutta la durata del confronto, ha continuamente interrotto Biden e lo stesso moderatore, Chris Wallace di Fox News.

Il momento migliore, per Trump, è venuto con l’appello al “law and order”, alla legge e ordine, quando cioè Trump ha accusato Biden e i democratici di essere deboli sul crimine. Ripetuta è stata anche l’accusa di Trump al Partito Democratico, bollato come ostaggio di radicali e socialisti.

E durissimo, molto spiacevole, è stato Trump nei confronti del figlio di Biden, Hunter, da lui accusato di essere un cocainome, un buono a nulla, e di aver ricevuto 3 milioni e mezzo di dollari dalla moglie del sindaco di Mosca. I momenti migliori, per Biden, sono stati invece quelli in cui ha attaccato Trump per la gestione del coronavirus. “Non credete a una parola di quello che dice quest’uomo”, ha scandito Biden, guardando in camera, col dito puntato.

C’è stato un altro dato significativo. Il presidente non ha rassicurato sul suo atteggiamento dopo il voto del 3 novembre. Non ha cioè detto che accetterà l’esito delle urne. Ha anzi ripetuto l’accusa, non fondata, sui presunti brogli del voto per posta, e ha detto che il risultato del voto potrebbe finire davanti alla Corte Suprema – dove lui, va ricordato, sta cercando di collovare Amy Coney Barrett, una giudice di assoluta fedeltà.

Il dibattito non ha probabilmente cambiato molto degli orientamenti voto, ma ha piuttosto rafforzato lo zoccolo duro di entrambi gli elettorati. Un primo rilevamento di CNN dice che il 60% degli intervistati pensa che Biden abbia vinto il dibattito. In effetti, Trump è, in questo momento, il candidato che insegue nei sondaggi; quello in difficoltà per una serie di scandali – in particolare quello sulle tasse. Aveva bisogno, ieri sera, di una performance forte, più convincente rispetto a quella di Biden. Questa performance non c’è stata.

  • Autore articolo
    Roberto Festa
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    È da poco uscito il secondo EP di Wayloz, artista italo-nigeriano che oggi è passato a trovarci a Volume per suonare alcuni brani. “Mentre nel precedente ep ho voluto catturare l’essenza di ciò che ero io con la chitarra in mano, qui c’è molto più spazio per gli arrangiamenti e per altri strumenti musicali”, spiega Wayloz. Tra folk primitivo, altrock, blues e suoni dell’Africa tribale, il disco è un viaggio tra atmosfere desertiche e rurali, che esplora il rapporto con la natura ma non solo: il titolo “We All Suffer” è più che altro un invito a riconoscere una condizione che è di tutti e a “trovare solidarietà e fratellanza con le altre persone”. L'intervista di Elisa Graci e Dario Grande e il MiniLive di Wayloz

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    Da Cortina a Milano in 12 giorni errando per antiche vie

    Errando per Antiche Vie è una grande azione performativa in cui artisti e pubblico percorrono a piedi la distanza che separa Cortina e Milano, tra il 5 e il 16 dicembre, a un mese dall’inizio delle Olimpiadi, per raccontare un territorio incredibile, contraddittorio che per la prima volta viene messo in luce dalle Olimpiadi. Un cammino lungo oltre 250 km, spettacoli teatrali e di danza, letture, pasti di comunità, incontri e dibattiti: un racconto della montagna fatto di sostenibilità, di protagonismo dei territori alpini e prealpini, di chi decide di vivere e lavorare in quota e nei territori periferici, al di là della spettacolarizzazione del momento olimpico. Michele Losi di Campsirago Residenza ha raccontato a Cult tutto il percorso. L'intervista di Ira Rubini.

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