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COVID-19 e vaccino: abbiamo un commissario, ma non il piano di distribuzione

vaccino COVID prezzi Oxfam

Abbiamo un commissario straordinario per la distribuzione del vaccino contro il COVID-19, ma non abbiamo ancora un piano per farlo. Rischiamo quindi di essere già in ritardo. Domenico Arcuri si è già dimostrato un manager incline a mancare di tempismo, dalle consegne a singhiozzo delle mascherine al ritardo di Immuni, ai banchi con le rotelle, molti dei quali non sono ancora arrivati nelle scuole italiane.

Le prime dosi del vaccino prodotto da Pfizer e Biontech dovrebbero essere distribuite a gennaio. La Commissione Europea ha firmato il contratto per 200 milioni di dosi, 40 milioni dei quali arriveranno in Italia, una prima tranche sarà di circa 4 milioni. Non sarà facile distribuirlo perché questo vaccino deve essere conservato e trasportato a temperature più che glaciali, 80 gradi sotto zero.

L’Italia deve quindi preparare una struttura logistica che permetta di farlo. Impresa non facile attrezzare magazzini e mezzi di trasporto che lo consentano. Da quello che risulta, in un mese, non si è ancora venuti a capo della questione. Ci sono state riunioni a livello ministeriale, però all’insegna della flemma.

È stata formata una cabina di regia, ma si è proceduto in modo fumoso. Insomma, l’approccio burocratico e forse l’incertezza sui tempi dell’arrivo del vaccino hanno rallentato l’iter decisionale. Morale: non esiste ancora il piano di distribuzione e non esisterebbe neppure l’indicazione politica su quali fasce sociali dovrebbero beneficiare per prime del vaccino. Si parla degli operatori sanitari, ma non c’è la certezza.

É a questo punto che Conte e Speranza convocano Arcuri e gli affidano l’incarico. Dovrà colmare il gap, studiare ora il piano per la distribuzione e attuarlo nel minor tempo possibile. Non potranno esserci ritardi anche su questo fronte.

  • Autore articolo
    Michele Migone
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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

    Clip - 01-07-2025

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    Jazz in un giorno d'estate di martedì 01/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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    Poveri ma belli - 01-07-2025

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    E’ morto l’architetto Francesco Borella, per tanti il papà del Parco Nord Milano. Lo ha diretto per venti anni dagli inizi degli anni ‘80, quando lo ha progettato insieme al paesaggista Adreas Kipar. Cava dopo cava, orto spontaneo dopo orto spontaneo, aziende agricole in dismissione dopo aziende agricole a fine ciclo, ha rigenerato e riconesso con percorsi ciclopedonali l’ampia area che tra Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo si estende a Cusano Milanino, Cormano e ai quartieri milanesi di Affori, Bruzzano, Niguarda e Bicocca. Un parco che negli anni ‘70, quando è stato voluto con le mobilitazioni popolari, sembrava impensabile che potesse avere le presenze che ha il più noto e storico Parco di Monza. Fabio Fimiani ha chiesto un ricordo dell’attuale presidente del Parco Nord di Milano, Marzio Marzorati. Radio Popolare si stringe affettuosamente con un abbraccio ai figli Joanna, Cristiana, Giacomo e Sebastiano Borella.

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    Il podcast di Francesco Tragni e Giuseppe Fiori registrato dal vivo a Germi. Enrico Gabrielli è stato il secondo ospite che ha raccontato quali sono i suoi vinili di riferimento: polistrumentista, compositore e arrangiatore, ha collaborato con artisti come Muse e PJ Harvey, e fa parte dei gruppi Calibro 35, Winstons e Mariposa (in passato anche negli Afterhours). Complessivamente compare in oltre 200 dischi. Ha anche suonato il flauto traverso nella sigla di Dodici Pollici.

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