Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Mercoledì 27 maggio 2020

Ursula von der Leyen

Il racconto della giornata di mercoledì 27 maggio 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dall’analisi dei dati dell’epidemia di Vittorio Agnoletto alla proposta della Commissione UE sul Fondo per la ripresa e la reazione del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, mentre la maggioranza in Parlamento ha trovato l’accordo sul concorso dei precari nella scuola. Il sindaco Beppe Sala lancia una frecciatina alla Sardegna sulla patente di immunità e il Presidente della Lombardia Fontana e l’assessore alla sanità Gallera sono stati convocati dalla Procura di Bergamo. Il reportage di Claudio Jampaglia a Bresso e l’intervista al vicesindaco di Milano Anna Scavuzzo. Infine i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

L’analisi di Vittorio Agnoletto sui dati dell’epidemia diffusi oggi

Torna ad aumentare il numero dei decessi per coronavirus in Italia: secondo la Protezione Civile nelle ultime 24 ore si sono registrate 117 nuove vittime, di cui la metà, cioè 58, in Lombardia.
Risale anche il numero di nuovi casi positivi: oggi sono 584. Di questi i due terzi, 384, sono in Lombardia, su poco più di 12mila tamponi effettuati. In tutto il Paese continua invece a diminuire la pressione sulle terapie intensive, e si segnalano oltre 2.400 nuovi guariti.
In 5 aree non si sono verificati nuovi casi positivi: Marche, Umbria, Valle d’Aosta, Basilicata e Bolzano; mentre in 9 regioni non ci sono state vittime. Sui dati della pandemia si concentra sempre più l’attenzione in vista del 3 giugno, con la prevista riapertura dei confini regionali; Lombardia e Piemonte sono le due regioni che rischiano di restare ancora chiuse. Il commento di Vittorio Agnoletto:

 

La proposta della Commissione UE sul Fondo per la ripresa

(di Alessandro Principe)

La cosa veramente innovativa non è tanto la cifra. Ma il principio, che si traduce in concreto, della solidarietà economica europea. Ma andiamo con ordine, partendo proprio dall’ammontare del Fondo per la ripresa (Recovery fund). Si tratta di 750 miliardi di euro: 500 di finanziamenti a fondo perduto, 250 di prestiti da restituire.
Quindi, rispetto alla proposta franco-tedesca, ci sono 250 miliardi in più che prenderanno la forma del prestito. A questi soldi vanno aggiunti gli altri strumenti già approvati, come il fondo per la cassa integrazione e il potenziamento della Bei, la banca europea degli investimenti.
E poi c’è il normale bilancio comunitario, il prossimo sarà per gli anni 2021-2027. Circa altri mille miliardi a cui i mezzi straordinari si affiancano, per un totale di circa 2mila miliardi.
Stiamo sul Fondo la ripresa, la vera novità, presentata all’Europarlamento dalla presidente della Commissione Ursula Von der Leyen.
Il fondo sarà finanziato con obbligazioni (bond) emessi dalla Commissione. Dunque Bruxelles fa dei debiti sui mercati internazionali, forte dell’ottima valutazione sulla propria affidabilità, e i soldi che prende in prestito li gira agli stati che ne fanno richiesta. Non era mai successo, se non per piccoli interventi specifici. È la cosa più simile agli eurobond che si mai stata realizzata. Una grossa fetta di debito viene messo in comune e gestito a livello europeo. Inoltre alla Commissione viene attribuito un potere di finanziamento in favore degli stati inedito: finora riservato alla Bei e al fondo di stabilità ma con obiettivi e confini molto specifici e limitati.
Qui invece si cambia passo, e pensiamo si possa parlare di svolta.
Come verranno distribuiti i soldi? Sulla base di criteri che tengono conto dell’impatto del corona virus. Secondo la prima simulazione all’Italia spetterebbe la fetta più grossa: 170 miliardi, di cui 90 a fondo perduto e 80 come prestito. Il secondo paese a beneficiare sarebbe la Spagna con 140 miliardi complessivi.
Naturalmente al finanziamento o al prestito ogni paese decide se accedere o meno, non c’è obbligo. Ci sono però, se lo si richiede, delle condizioni da rispettare. Il governo che vuole usufruire del Fondo deve presentare un piano per la ripresa alla Commissione. Nel piano deve indicare come vuole investire i soldi e quali riforme intende portare a termine. Bruxelles valuterà se sono compatibili con le raccomandazione del Semestre europeo: miglioramento dei sistemi sanitari, snellimento della burocrazia, efficienza del giustizia sono le priorità richieste all’Italia nelle ultime raccomandazioni.
Questa è a grandi linee la proposta di Bruxelles. Ora tocca ai 27 governi dare il via libera. “Sarà una trattativa lunga e difficile”, ha detto Angela Merkel. L’Olanda ha già annunciato battaglia. L’orizzonte plausibile è il prossimo autunno con l’entrata in vigore il 1 gennaio 2021. Il tempo in questo caso è cruciale: servono soldi liquidi e servono in fretta. Un estenuante rinvio di mese in mese rischia di vanificare un piano ambizioso e innovativo.

Conte accoglie positivamente la proposta UE sul Recovery Fund

(di Michele Migone)

Giuseppe Conte l’ha definito un ottimo segnale dell’Europa. Il Presidente del Consiglio poteva mostrarsi trionfante dopo la presentazione del Ricovery Fund da parte di Ursula Von Der Leyen, ma si è limitato a dichiararsi soddisfatto. L’Italia fa la parte del leone. Tra aiuti e prestito è il Paese che prende la fetta più grande della torta, 172 miliardi di cui 81 a fondo perduto. Un primo importante risultato è stato raggiunto, ma Conte sa bene che sulla strada, prima del traguardo, ci possono essere ancora insidie. La prima si chiama Olanda, capofila dei Paesi rigoristi. Ha già minacciato di voler cambiare le condizioni del fondo. Un negoziato che non si presenterà facile.
Il timore del governo italiano inoltre è che il braccio di ferro vada avanti e che i soldi arrivino tra troppo tempo. Conte vorrebbe invece disporne già dal primo luglio, data di inizio del semestre tedesco a guida della UE, ma sarà impossibile farlo.
Il ritardo nella distribuzione delle risorse – di cui è colpevole il governo Conte per quanto riguarda il Decreto Rilancio – è ora il peggior problema per la nostra economia. Ed è un problema che si aggraverà visto che ci sarà molto da aspettare per i soldi europei. L’UE chiederà conto a Roma delle spese. Non ci sarà un meccanismo stile Grecia, ma la richiesta di un giustificativo. E dei consigli su dove indirizzare i miliardi: riforme per la crescita economica, rafforzamento del sistema sanitario, semplificazione della burocrazia. Fin qui nulla di drammatico per il governo, sarebbero gli stessi obiettivi già dichiarati da Conte con una lettera ai giornali, ma è probabile che le scelte da fare portino ad altri conflitti dentro una maggioranza di governo spesso litigiosa e poi a una forte pressione su Conte da parte dell’opposizione e delle parti sociali. La strada del Ricovery Fund non sarà in discesa per Giuseppe Conte.

Trovato l’accordo sulla scuola

(di Anna Bredice)

Alla fine in Parlamento la maggioranza ha trovato un accordo sul concorso dei precari nella scuola, c’è qualcuno come Verducci e Orfini scontenti tra le fila del PD, e scontenti però sono soprattutto i sindacati che denunciano che a settembre ci saranno circa 200mila cattedre vacanti e un concorso che si terrà più avanti, rinviando l’assunzione di insegnanti necessari più che mai viste le possibili norme di distanziamento che renderanno urgente l’alternanza di più insegnanti e l’assenza di molti docenti andati in pensione a causa di quota cento.
L’accordo in Parlamento prevede un concorso straordinario per 32mila posti, per insegnanti in servizio da almeno tre anni e che potranno fare domanda su base provinciale per almeno venti scuole. A settembre però questi 32mila posti verranno assegnanti a tempo determinato, e poi verso ottobre e novembre ci sarà il concorso con una prova scritta, senza quiz e successivamente un orale facilitato, si legge nell’emendamento. Quindi solo successivamente gli insegnanti sapranno se avranno una cattedra vincendo il concorso.
I sindacati chiedevano un concorso più rapido, tenendo conto soprattutto degli anni di servizio e dei titoli degli insegnanti. I cinque stelle cantano vittoria perché a loro parere ha vinto il merito. Si chiude così, aspettando il voto di fiducia nei prossimi giorni, una vicenda all’interno dell’emergenza scuola, in questa fase che ha messo sotto i riflettori la ministra, a cui da oggi viene affiancata una scorta per via degli insulti e minacce che avrebbe ricevuto in questi ultimi giorni. La ministra Azzolina ha avuto la solidarietà da tutti i sindacati e partiti.
C’è ancora molto da definire nel settore scuola, ancora non è certo come ritorneranno in classe a settembre. Alcune novità invece ci sono: non ci sarà nessun ultimo giorno per gli alunni a scuola e poi dall’anno prossimo alle elementari torneranno i giudizi e non più i voti.

Patente di immunità, la critica di Sala alla Sardegna

(di Monia Melis)

Non ha fatto nomi il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Ma la disapprovazione sulla richiesta di un passaporto sanitario e la frase finale “quando dovrò andare in vacanza me ne ricorderò” è arrivata al destinatario. Ossia al presidente della Regione Sardegna Christian Solinas (ex senatore leghista) che da settimane ormai insiste con questa formula a suon di interviste nazionali. Con lui solo Nello Musumeci, presidente della Regione Sicilia che condivide bassi numeri di contagi e vocazione turistica. “Sala – ribatte subito Solinas – in materia di coronavirus dovrebbe usare la decenza del silenzio, dopo i suoi famigerati aperitivi pubblici in piena epidemia“.
E se il passaporto sanitario in effetti non esiste, come già puntualizzato dal ministro agli Affari regionali Francesco Boccia, ora si chiede il certificato di negatività, e prima ancora si è parlato di test salivari (ancora sperimentali). Costi a carico dei turisti, da scontare nelle strutture o con bonus per prodotti tipici. Ma la polemica (e la contrapposizione politica al governo centrale) è più veloce delle soluzioni concrete tanto attese dagli imprenditori e dalle società di gestione aeroportuale. Ora ne discuterà la conferenza delle Regioni e solo dopo un eventuale via libera, venerdì 29 maggio, la Conferenza Stato-Regioni. Il tutto a meno di una settimana dal 3 giugno, data dei primi, potenziali arrivi.

Fontana e Gallera convocati dalla Procura di Bergamo

Il Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana è stato convocato dalla Procura della Repubblica di Bergamo. Fontana verrà ascoltato dai magistrati nei prossimi giorni. La Procura di Bergamo sta indagando sulla chiusura del pronto soccorso dell’ospedale di Bergamo, sulla mancata istituzione della zona rossa nella provincia di Bergamo, e sulle morti nelle Rsa. Fontana è stato convocato come persona informata dei fatti. Anche l’assessore alla sanità e il welfare Giulio Gallera è stato convocato come persona informata dei fatti.

Bresso da focolaio COVID a pochi casi

(di Claudio Jampaglia)

Nell’aula del consiglio comunale di Bresso, tanto in stile anni ’70, ci sono dieci donne che imbustano mascherine. Sono le educatrici degli asili nido e qualche impiegata comunale che da mesi si sono riconvertite in task force COVID che ha significato di tutto: telefonare a casa dei cittadini sintomatici, coordinare quarantene e consegne di pacchi alimentari e medicine, con la protezione civile e la croce rossa, occuparsi dei servizi a distanza e dei pochi in presenza, fino alle buste con le 56mila mascherine arrivate giusto ieri dalla protezione civile e che saranno distribuite a tutti i cittadini. CONTINUA A LEGGERE.

L’intervista al vicesindaco di Milano Anna Scavuzzo

Ascolta l’intervista di Luigi Ambrosio ad Anna Scavuzzo, Vicesindaco e Assessora alla Sicurezza del Comune di Milano, a Tempi Diversi: la fase 2 in città, il rapporto con la Regione, le ragioni delle ordinanze.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Sabato 20 e domenica 21 settembre al Paolo Pini di Milano si terrà la prima edizione del Godai Fest, il festival multidisciplinare che unisce la musica alle arti performative e visive nato da un’idea del musicista Rodrigo D’Erasmo, del produttore Daniele Tortora e dell’artista visivo Cristiano Carotti per abbattere i recinti di genere e di partecipazione, connettere le arti, sperimentare nuovi linguaggi, ampliare le visioni. L’arte, in tutte le sue declinazioni, sarà protagonista di un viaggio attraverso i 4 elementi della cultura umana (Fuoco, Terra, Acqua, Aria) ai quali si aggiunge, secondo la filosofia orientale, il principio del Vuoto. Ad ogni elemento corrisponde un curatore: Rodrigo D'Erasmo in questa intervista di Elisa Graci e Dario Grande a Volume ci ha presentato il concetto e il programma di questo festival.

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    Il 9 settembre, dopo 14 anni di lavori, l’Etiopia ha inaugurato ufficialmente la Gerd, la Grand Ethiopian Renaissance Dam, il più grande progetto idroelettrico d'Africa, e tra i 20 più grandi al mondo. Da anni la diga è anche causa di tensione con i paesi a valle del Nilo: Sudan e soprattutto Egitto, che temono di vedere ridotte le proprie risorse idriche, anche in considerazione dei sempre più frequenti periodi di siccità. “Questa diga sarà certamente uno degli epicentri di tensione di questa regione nel prossimo futuro” spiega Luca Puddu, docente di storia dell’Africa all'Università di Palermo, al microfono di Sara Milanese. Ascolta l’intervista andata in onda in A come Africa.

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    Oggi a Volume abbiamo iniziato parlando del Festival Suoni Delle Dolomiti giunto alla sua 30a edizione, ma anche del Godai Fest, evento che si terrà nel weekend al Parco Ex Paolo Pini di Milano e che ci racconta Rodrigo D'Erasmo in qualità di direttore artistico. A seguire segnaliamo il concerto-evento pro Palestina organizzato da Brian Eno che si terrà questa sera a Londra, e concludiamo con il quiz dedicato al cinema, oggi incentrato sul film Il Diavolo Veste Prada del 2006.

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