Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Lunedì 7 settembre 2020

trasporto pubblico scuola milano

Il racconto della giornata di lunedì 7 settembre 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia in Italia alla prima riapertura delle scuole e il primo incontro tra Confindustria e sindacati per parlare dei quasi 10 milioni di contratti scaduti. La posizione del segretario del PD Nicola Zingaretti in vista delle elezioni del 20 e 21 settembre e il suo discorso alla Direzione PD. Spettacolo: Venezia 77, il giorno di “Cari compagni!” e “Non nevicherà mai più”. Esteri: Donald Trump si difende dallo scoop firmato The Atlantic, mentre in Arabia Saudita 5 persone sono state condannate in via definitiva a 20 anni di prigione per l’omicidio di Jamal Khashoggi. Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

Sono 12 le morti legate al coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, in aumento rispetto a ieri, quando erano state 7. Il totale delle vittime dall’inizio della pandemia è ora di 35.553. Calano, ma di poco, i contagiati: sono 1.108 rispetto ai 1.297 di ieri. Il dato è condizionato dal numero di tamponi effettuato, 52mila, quasi 25mila in meno rispetto a ieri. Aumentano i ricoverati in terapia intensiva, +9, ora sono in totale 142. Aumentano anche le persone ospedalizzate: sono 1719, 36 in più rispetto a ieri. La Regione più colpita nelle ultime 24 ore è la Campania con 218 positivi. Seguono il Lazio con 159 e l’Emilia-Romagna con 132. La Lombardia ha registrato 109 casi.

Oggi le prime riaperture delle scuole

Da oggi hanno iniziato a riaprire le scuole in Italia. In Lombardia hanno riaperto nidi e scuole d’infanzia. Solo a Milano sono 19mila le bambine e i bambini interessati, ma saranno 30mila quando tutti gli inserimenti saranno stati completati.
Il Veneto ha deciso di riaprire le scuole d’infanzia a Vo’ Euganeo, in provincia di Padova, il comune dove si registrò il primo morto per Covid in Italia.
In provincia di Bolzano hanno riaperto invece le scuole di ogni ordine e grado. 90mila gli studenti sui banchi, non senza problemi soprattutto per le scuole di lingua tedesca dove mancano insegnanti e aule costringendo diverse classi alla didattica a distanza.
Sempre oggi, invece, la Regione Campania ha deciso di posticipare la riapertura delle scuole, rinviandola al 24 settembre, dopo le amministrative e il referendum.


 

Direzione PD e referendum: non tutti appoggiano il Sì di Zingaretti

(di Anna Bredice)

“Il PD starà al governo finché farà le cose che servono”. Con queste parole dette alla Direzione, Zingaretti pone il partito come elemento centrale dell’alleanza di governo, che deve affrontare i prossimi mesi nei quali non c’è solo in gioco il rapporto tra alleati ma la tenuta del paese in passaggi considerati cruciali. Un messaggio che è arrivato soprattutto a Conte, che ha accettato l’invito a partecipare domani sera alla festa dell’Unità a Modena. Lui, considerato ancora come possibile capo dei Cinque Stelle, andrà ad affrontare i militanti del PD, forse perché sa che in questo momento è l’unica forza politica che gli assicura la permanenza a Palazzo Chigi il più a lungo possibile, ma solo se rimane forte e centrale. “Andare avanti”, quindi dice Zingaretti che ha cercato di convincere tutte le aree del partito a sostenerlo nelle scelte, soprattutto quella del referendum, la più difficile. Infatti il voto è stato su un ordine del giorno staccato dal voto sull’intera relazione. Zingaretti ha annunciato il Sì, ma non tutti l’hanno sostenuto, l’area che fa capo ad Orfini non lo segue, molti sono i dubbi e Zingaretti cerca di spezzarli dicendo che il Sì non è a favore di una visione antipolitica, anzi assicura che il Pd l’ha sempre combattuta, ma che è un inizio per proseguire con le altre riforme istituzionale, di cui la legge elettorale dovrebbe essere la prima. “Un Sì per ripartire”, sintetizza Zingaretti che si dice convinto comunque che se dovessero vincere i No non cadrebbe il governo. È deluso dalle mancate alleanze alle regionali, che imputa alle scelte dei Cinque stelle, si dice dispiaciuto perché ritiene le altre candidature nel centrosinistra velleitarie ai fini della vittoria sui candidati di centrodestra. Un segretario quindi che cerca di convincere gli altri e ancora una volta sé stesso della necessità di continuare a stare nel governo, anche se sono parecchie le cose che lo dividono dagli altri, a cominciare dall’idea che i soldi del Mes servono subito.

Contratti, primo incontro tra Confindustria e sindacati

Primo incontro oggi tra Confindustria e sindacati per parlare di contratti. Sono quasi dieci milioni i lavoratori e le lavoratrici che hanno un contratto scaduto, alcuni anche da diversi anni.
Nella sede degli industriali a Roma si sono ritrovati per la prima volta il nuovo presidente di Confindustria Carlo Bonomi e i leader sindacali di Cgil, Cisl e Uil: Landini, Furlan e Bombardieri. CONTINUA A LEGGERE.

Elezioni, Zingaretti ha tutto da perdere e poco da guadagnare

(di Michele Migone)

Nicola Zingaretti è il leader politico che attende con maggiore preoccupazione le elezioni del 20 e 21 settembre. Ha tutto da perdere e poco da guadagnarci.
Solo se ci fosse un pareggio con il centrodestra (3 regioni a testa) potrebbe tirare un sospiro di sollievo. Ma i sondaggi dicono che sia più probabile un 4 a 2, con il PD e gli alleati del caso che mantengono Campania e Toscana. Se fosse così, per il segretario sarebbe una sconfitta. Non dovrebbe dimettersi, ma dentro il partito la sua leadership verrebbe messa in discussione. CONTINUA A LEGGERE.

Venezia 77, il giorno di “Cari compagni!” e “Non nevicherà mai più”

(di Barbara Sorrentini)

Il concorso si sposta in Russia e in Polonia, con due film diversissimi tra loro. “Cari compagni!” di Andrej Konchalowsky è ambientato nell’U.R.S.S. del 1962. Girato in un luminoso bianco e nero, il film ripercorre un episodio secretato per molti anni, in cui l’esercito sovietico uccise ventisei persone e ne ferì ottantasette, durante uno sciopero contro gli aumenti dei prezzi. Il film segue la vicenda di Lyudmila (l’attrice Yuliya Visotskaya) funzionaria del Partito Comunista allora presieduto da Nikita Chruscev, alla ricerca della figlia scomparsa dopo l’attacco alla manifestazione.
“Cari compagni!” riflette sulle ingiustizie accadute in quegli anni tenendo un occhio ben aperto sul presente.
“Non nevicherà mai più”, della regista polacca Malgorzata Szumowska già vincitrice di un premio ai Festival di Locarno e Berlino, racconta di Zenia, misterioso massaggiatore ucraino che raccoglie le storie più intime delle sue clienti in un villaggio residenziale in cui abita il ceto più ricco di un comune polacco. Girato prima del lockdown, ma con scene di soli interni un po’ claustrofobici che allontanano i protagonisti dalla natura, pur denunciando e presagendo i danni climatici futuri.

Trump e la difesa contro lo scoop firmato The Atlantic

(di Roberto Festa)

Molti degli uomini più vicini a Donald Trump sono andati in TV, negli show della domenica, e hanno difeso il Presidente. Il segretario al Dipartimento dei Veterani, Robert Wilkie, ha detto a CNN che Trump ha fatto per i militari quello che nessun presidente ha fatto prima di lui. Lo stesso Trump è intervenuto su Twitter, negando di aver mai insultato i militari e accusando I democratici di essere dietro alle nuove fake news. Ma The Atlantic conferma il suo scoop. Nel 2018 Trump cancellò una visita al cimitero americano di EN Marne perché I soldati lì sepolti erano dei perdenti e dei babbei. La scelta dei termini è in linea con altri, passati insulti di Trump, che diede dei perdenti a Joe McCain e a Bush senior, entrambi veterani di guerra. Il resoconto di The Atlantic è stato confermato da altre fonti a Fox News, ad Associated Press e ad altri media. Il nervosismo dell’amministrazione sulla vicenda è comunque motivato. Nel 2016 I militari furono un gruppo di voto compatto per Trump. Nel 2020 le cose sono meno certe. Secondo un sondaggio di Military Times, il 50 per cento dei soldati americani disapprova l’operato del presidente. Il 41 per cento prevede di votare per Joe Biden, a novembre, contro il 37 per Trump. La nuova polemica sui soldati morti “babbei” non può che peggiorare la situazione del presidente.

Arabia Saudita, 5 condanne per l’omicidio di Jamal Khashoggi

In Arabia Saudita per l’omicidio di Jamal Khashoggi 5 imputati sono stati condannati in via definitiva a 20 anni di prigione. Altri 3 imputati sono stati condannati a pene tra 7 e 10 anni. La tv di stato, che ha dato la notizia, non ha rivelato la loro identità.
Jamal Khashoggi, 59 anni, fu assassinato il 2 ottobre 2018 nel consolato di Riad a Istanbul.
La sentenza chiude la partita davanti alla giustizia saudita, ma lascia aperti sospetti e interrogativi su esecutori e mandanti del giornalista dissidente i cui resti non sono mai stati ritrovati.
La buona notizia è che sono state annullate 5 condanne a morte. A maggio, la famiglia di Kashoggi aveva dichiarato di “perdonare” i killer, aprendo così la strada a una revisione del processo. La cattiva notizia è che si è trattato di un processo farsa. In un tweet la responsabile Onu per le esecuzioni extragiudiziali, Agnes Callamard, ha confermato che il verdetto “non ha alcuna legittimità legale o morale, sono giunti alla fine di un processo che non è stato né equo, né giusto, né trasparente”. Callamard aveva indagato sul caso e firmato un rapporto in cui puntava il dito contro il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Secondo l’Onu i mandanti sono stati l’ex consigliere di Bin Salman e il numero due dell’intelligence. Nessuno dei due è stato disturbato da una giustizia che prende ordini dalla casa reale saudita.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 25/11 19:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 25-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 25/11 18:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 25-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 25/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 25-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 25/11/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 25-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    PoPolaroid di martedì 25/11/2025

    Basil Baz evoca il suo amore per la Polaroid, per la bellezza dello spazio bianco intorno all’immagine, che gli permetteva di scrivere la data e dare un titolo alla foto; spesso era ispirato da una canzone. Come le fotografie, le canzoni sono memorie nel tempo, e in PoPolaroid accompagno la musica con istantanee sonore; scatti personali, sociali e soprattutto sentimentali.

    PoPolaroid – istantanee notturne per sognatori - 25-11-2025

  • PlayStop

    No Manches Guey di martedì 25/11/2025

    Un viaggio musicale dentro le culture latino americane.

    No Manches Guey - 25-11-2025

  • PlayStop

    News della notte di martedì 25/11/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 25-11-2025

  • PlayStop

    Soulshine di martedì 25/11/2025

    Soulshine è un mix eclettico di ultime uscite e classici immortali fra soul, world music, jazz, funk, hip hop, afro beat, latin, r&b, ma anche, perchè no?, un po’ di sano rock’n’roll. L’obiettivo di Soulshine è ispirarvi ad ascoltare nuova musica, di qualsiasi decennio: scrivetemi i vostri suggerimenti e le vostre scoperte all’indirizzo e-mail cecilia.paesante@gmail.com oppure su Instagram (cecilia_paesante) o Facebook (Cecilia Paesante).

    Soulshine - 25-11-2025

  • PlayStop

    Fuori registro di martedì 25/11/2025

    Voci tra i banchi di scuola. A cura di Lara Pipitone, Chiara Pappalardo e Sara Mignolli

    Fuori registro - 25-11-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di martedì 25/11/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 25-11-2025

  • PlayStop

    Esteri di martedì 25/11/2025

    1) 25 novembre, quando lo stupro è un’arma di guerra. Nel Sudan sconvolto dalla più grave crisi umanitaria al mondo, migliaia di donne e bambini sono vittime di violenza di genere. (Stefano Piziali - Cesvi) 2) Ucraina, mentre i negoziati per un accordo tra Mosca e Kiev continuano, il piano per la pace Statunitense spacca l’amministrazione americana. (Roberto Festa) 3) La peggiore crisi economica mai registrata. L’occupazione israeliana in Cisgiordania e la distruzione e Gaza hanno provocato un crollo senza precedenti nell’economia palestinese, riportando il paese indietro di decenni. (Allegra Pacheco - West Bank Protection Consortium) 4) “A Dankirque non si vive, si sopravvive”. Sulle coste francesi la situazione umanitaria delle persone migranti peggiora giorno dopo giorno e lo stato non si assume le sue responsabilità. (Veronica Gennari) 5)Lo scandalo di pedofilia che ha sconvolto il vescovo di Cadice è un caso senza precedenti nella chiesa spagnola. (Giulia Maria Piantedosi) 6) Rubrica sportiva. Dopo 52 anni, la nazionale di calcio di Haiti si qualifica per i mondiali. Un risultato storico e prezioso per un paese distrutto dalla violenza. (Luca Parena)

    Esteri - 25-11-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di martedì 25/11 18:36

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 25-11-2025

  • PlayStop

    Quando lo stupro è un'arma di guerra. Le donne vittime di violenza in Sudan

    In Sudan la violenza di genere e lo stupro usato come arma di guerra sono all’ordine del giorno. Nel mezzo della crisi umanitaria più grave del mondo, migliaia di donne e bambini sono vittime di un conflitto che si consuma anche sui loro corpi. La ong italiana Cesvi lavora sul campo per offrire supporto psicologico alle donne e alle loro famiglie. Martina Stefanoni ne ha parlato con Stefano Piziali, direttore generale di Cesvi

    Clip - 25-11-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di martedì 25/11/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 25-11-2025

  • PlayStop

    Musica come atto terapeutico: il nuovo album di Marco Giudici

    È appena uscito “Trovarsi soli all’improvviso”, il nuovo album del musicista e produttore milanese Marco Giudici, oggi ospite di Volume. “Volevo fare dalla musica ambient, come atto terapeutico per me stesso… ma poi si è trasformata in qualcos’altro”, racconta il cantautore sulla genesi dei brani. Il disco, che per il titolo trae ispirazione da una poesia scritta dal nonno dell'artista, è un racconto intimo e delicato che parla di solitudine, fragilità e distacco, ma anche del coraggio di andare avanti e di cambiare, lasciando indietro alcune parti di sé. L'intervista e il MiniLive di Marco Giudici.

    Clip - 25-11-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di martedì 25/11/2025

    Le iniziative del 25 novembre e DonneXstrada che di violenza di genere, parla tutto l'anno. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 25-11-2025

  • PlayStop

    Le comedians contro la violenza sulle donne al Teatro Lirico di Milano

    Oggi a Cult Mary Sarnataro ci ha parlato di “Zitte mai!”, la serata speciale in scena al teatro Lirico di Milano, che un gruppo di comedians, capitanate da Deborah Villa, dedica all'associazione Cerchi nell'Acqua, che da anni è vicina alle donne vittime di violenza. A partire dalla libertà di esprimersi, la prima che viene a mancare quando una relazione diventa prevaricante, l'appuntamento sarà l'occasione per riflettere sulla violenza sulle donne, usando lo strumento della comicità. L’intervista di Ira Rubini.

    Clip - 25-11-2025

Adesso in diretta