Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Giovedì 12 novembre 2020

covid lombardia fontana

Il racconto della giornata di giovedì 12 novembre 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia in Italia e le ultime stime sull’arrivo di un vaccino nel nostro Paese ai dubbi sulla curva dei ricoveri in calo. Emilia-Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia annunciano una nuova stretta senza attendere le decisioni del governo. Ennesima tragedia nel Mediterraneo al largo della Libia. Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

I dati sull’epidemia in Italia oggi fotografano una ripresa dei contagi. Sono stati quasi 38mila i nuovi casi accertati e, pur con un campione molto ampio, il tasso di positività sui tamponi effettuati è cresciuto di quasi due punti percentuali rispetto a ieri, riportandosi sopra il 16%. Ancora alto il numero dei decessi, 636. Il numero dei pazienti ricoverati nei reparti ordinari è cresciuto di 429 unità, meno della metà di ieri, anche se non è facile capire se sia un effetto della effettiva diminuzione del numero di persone che si rivolgono agli ospedali, della saturazione delle strutture, e quanto pesino i decessi.
Nei reparti di terapia intensiva ci sono 89 pazienti più di ieri. La prima regione per numero di nuovi casi è stata anche oggi la Lombardia, con 9.291 casi, seguita da Piemonte e Campania.
I dati di oggi arrivano nel mezzo di quello che il commissario all’emergenza Arcuri, poco fa, ha definito “raffreddamento della curva”, che sembrava intravvedersi e che stava già portando alcune Regioni a chiedere un allentamento delle misure. Se fosse dovuto ad un effetto delle prime misure di mitigazione, al sistema di tracciamento in difficoltà ed al conseguente ritorno a tamponi più mirati, gli esperti si interrogano.
Poco fa il commissario all’emergenza Arcuri ha detto che da gennaio saranno disponibili dosi di vaccino per 1.700.000 persone. “Il vaccino sarà disponibile non da domani né da subito per tutti“, ha detto Arcuri. Il governo intanto va verso un’estensione in tutta Italia delle misure di mitigazione più restrittive. Oggi la nuova riunione con le regioni: Friuli, Veneto ed Emilia-Romagna si sono già mosse autonomamente, la Campania resta un caso: domani la decisione sulla zona rossa. Intanto in Sardegna va avanti l’inchiesta sull’apertura estiva delle discoteche. Oggi la perquisizione negli uffici della regione.

L’ordinanza di Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia-Romagna

(di Anna Bredice)

Dal 14, dopodomani, entreranno in vigore le ordinanze nelle tre regioni dove i presidenti hanno deciso restrizioni più forti, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia-Romagna, che riguardano la circolazione in strada e nei centri storici, aperture di bar e ristoranti solo per poche ore e in parte la scuola. Sulla Campania invece anche oggi è stata una giornata dove si sono consumate tante polemiche ma nessuna decisione. Queste sembrano di giorno in giorno slittare in avanti, mentre i contagi in Campania oggi hanno superato i 4.000 casi. Il Ministero della Salute e altri ministri garantiscono che domani si potranno prendere delle decisioni su Napoli, ma non solo, anche su altre province come Caserta e Salerno che in totale fanno i due terzi della popolazione campana.
Sul tavolo della cabina di regia arriverà un report commissionato dal ministro Speranza e dai Nas dopo un’ispezione di 48 ore negli ospedali della regione, che come hanno documentato vari filmati sono in una situazione drammatica. Questo report insieme al monitoraggio settimanale basato su RT e i 21 parametri dovrebbero portare ad un cambiamento di fascia nella Campania, con una ordinanza che potrebbe arrivare già domani sera. Ma nel frattempo il PD, partito di De Luca tace dicendo che la questione è del governo e del ministero della Salute, è invece Di Maio che per la seconda volta attacca il presidente della regione per non essere in grado di prendere decisioni, ad esempio la creazione di una zona rossa nella provincia di Napoli. “Non è una gara di battute tra chi è più sceriffo”, dice Di Maio che chiede che venga mandato l’esercito per ospedali da campo nel capoluogo, ma De Luca rifiuta, non vuole l’esercito e chiede più medici e infermieri. “Li abbiamo chiesti da mesi ma non sono arrivati”, si difende. Domani quindi alla cabina di regia ci saranno nuove decisioni, che dovrebbero riguardare la Campania, ma forse anche altre regioni.

Cala la curva dei ricoveri: è colpa della saturazione dei reparti COVID?

(di Massimo Alberti)

Da alcuni giorni la curva di aumento dei ricoveri fa registrare un graduale e lento rallentamento. Il timore è che sia dovuto proprio alla saturazione dei reparti dedicati ai pazienti COVID, anche perché i numeri diffusi dal Ministero dicono quanti sono i ricoveri in più, non quanti siano effettivamente entrati in ospedale quel giorno. Sono 11 le regioni oltre la soglia critica. Le Società scientifiche di Area Medica hanno scritto su questo una lettera molto dura. “Non è di aiuto per nessuno sottovalutare, sminuire, fingere che la situazione sia quasi normale o che a breve si possa normalizzare”. Parole che seguono gli appelli degli ordini dei medici e di primari di molti ospedali, in particolare in Piemonte e Lombardia. Oggi si è riunita per la prima volta la commissione tecnica che ha un incarico: analizzare ed eventualmente cambiare i criteri di ricovero dei pazienti. Ma nonostante la necessaria trasparenza su un tema di interesse pubblico, ai suoi membri è stato fatto firmare un accordo di riservatezza. Si scontreranno due tesi: quella del Presidente della commissione, l’infettivologo Matteo Bassetti, secondo cui gli ospedali sono pieni per i ricoveri “facili” di pazienti che non ne abbiano vera necessità. Al contrario il direttore della società italiana di malattie infettive Massimo Andreoni, che sottolinea come i ricoveri inappropriati arriverebbero al massimo al 2-3%, e serva invece lavorare sul fronte dei contagi senza scorciatoie.

COVID-19, qual è la situazione negli ospedali?

Dario Manfellotto, presidente nazionale della Federazione delle Associazioni Dirigenti Ospedalieri Internisti (Fadoi), commenta a Radio Popolare la situazione dei medici che stanno curando il COVID-19 negli ospedali italiani e le difficoltà che stanno riscontrando quotidianamente. [LEGGI L’INTERVISTA]

Migranti, almeno 74 morti al largo della Libia

Un naufragio ha causato la morte di almeno 74 migranti oggi al largo di Khums, in Libia. Si tratta dell’ultima di una serie di tragedie che hanno coinvolto almeno altri otto naufragi nel Mediterraneo centrale dal primo ottobre. La notizia è stata riferita da personale dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM).
L’imbarcazione trasportava oltre 120 persone, tra cui donne e bambini. Quarantasette sopravvissuti sono stati portati a riva dalla Guardia Costiera libica e da pescatori, 31 corpi sono stati recuperati. Proseguono le ricerche delle vittime.
Altre 19 persone sono morte negli ultimi due giorni: tra le vittime anche due bambini annegati dopo che le due barche sui cui si trovavano si sono rovesciate. La nave Open Arms – l’unica nave di una ONG attualmente attiva nel Mediterraneo centrale – ha salvato più di 200 persone in tre operazioni. In una di queste, ieri, 5 persone sono annegate, tra cui un bambino di pochi mesi. Riccardo Gatti, portavoce di Open Arms ha raccontato a Radio Popolare i momenti del soccorso:

La perdita di vite umane nel Mediterraneo è una manifestazione dell’incapacità degli Stati di intraprendere un’azione decisiva per dispiegare un sistema di ricerca e soccorso quanto mai necessario in quella che è la rotta più mortale del mondo“, ha detto Federico Soda, capo missione dell’OIM Libia.
L’OIM sostiene che la Libia non è un porto sicuro e ribadisce il suo invito alla comunità internazionale e all’Unione europea a intraprendere azioni urgenti e concrete affinché i migranti non vengano più riportati in questo Paese.
Le continue restrizioni al lavoro delle ONG che conducono operazioni di soccorso devono essere immediatamente rimosse e i loro interventi devono essere riconosciuti quali attività che rispondono all”imperativo umanitario di salvare vite umane.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    1) “Una delle cose più preoccupanti mai viste”. In audizione a Capitol Hill i deputati statunitensi ascoltano l’ammiraglio accusato di aver ordinato il doppio raid su un’imbarcazione venezuelana. (Roberto Festa) 2) Nessuno mette Modi in un angolo. Il premier indiano riceve Putin a Delhi nel tentativo di rimarcare la sua indipendenza in politica estera e di incunearsi nel rapporto tra Mosca e Pechino. (Nicola Missaglia - ISPI) 3) Congo, mentre Trump riceve alla casa bianca i leader congolese e ruandese per i nuovi accordi di pace, Stati Uniti e Unione Europea stanno finanziando la costruzione di una ferrovia per il trasporto di minerali critici. (Alice Franchi) 4) Francia, la strategia di Macron contro lo strapotere mediatico di Bolloré. La proposta del presidente di “etichettare” i media scatena una polemica sulla libertà di stampa. (Francesco Giorgini) 5) World Music. Nusantara Beat, la band indonesiana-olandese che fa rivivere il pop dell’isola del pacifico. (Marcello Lorrai)

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    È stata una delle più grandi, se non la più grande giocatrice italiana di pallacanestro di tutti i tempi. È morta a 72 anni Mabel Bocchi, campione d’Europa nel 1978 con la Geas di Sesto San Giovanni, che fu la prima squadra sportiva femminile italiana a vincere un titolo continentale. Con la nazionale Bocchi giocò un mondiale e tre europei, arrivando terza nel 1974, ma in queste ore viene ricordata anche per il suo impegno per i diritti delle giocatrici. Luisa Rizzitelli è presidente di Assist, associazione nazionale atlete. L'intervista di Andrea Monti.

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    Questa settimana Elijah Wald è in Italia per portare sul palco, tra Milano, Torino e Piacenza, le sue storie su Bob Dylan e il Greenwich Village di New York. Chitarrista folk blues ma anche narratore e giornalista musicale, attraverso canzoni e racconti Wald ripercorre nel suo spettacolo il cammino di Dylan e dei tanti personaggi di quel periodo irripetibile. Da Woody Guthrie a Pete Seeger, da Eric Von Schmidt a Dave Van Ronk - quest’ultimo anche protagonista del film dei fratelli Coen “A proposito di Davis” e realizzato partendo proprio dal memoir scritto da Wald. Oggi Elijah è venuto a trovarci a Radio Popolare per raccontarci la sua storia e suonarci alcuni brani tra Mississippi John Hurt, Paul Clayton e Victor Jara. Ascolta l’intervista e il MiniLive di Elijah Wald.

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    Una mostra fotografica ripercorre i 50 anni di Radio Popolare. Dal 14 dicembre a Milano

    Domenica 14 dicembre alle ore 10, presso la Sala Cisterne della Fabbrica del Vapore, a Milano, inaugura la mostra "50 e 50. La mostra. Radio Popolare 1975 - 2025", una delle prime iniziative organizzate per celebrare il 50esimo anniversario dalla fondazione di Radio Popolare. La mostra racconta i cinque decenni "di onda" attraverso venti storie realizzate dai fotografi che in questi anni sono stati vicini alla radio. Inoltre, la mostra ospiterà un’interpretazione creativa realizzata da Studio Azzurro dei video che ricostruiscono la storia di Radio Popolare. La mostra sarà allestita fino al 25 gennaio. Tiziana Ricci ce la racconta insieme a Giovanna Calvenzi, che ne è la curatrice.

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    Le statistiche di fine anno sugli artisti più ascoltati su Spotify e la rubrica LGBTQ+ a cura di Piergiorgio Pardo. Nella seconda parte l'intervista con mini live di Elijah Wald, che ci racconta le sue avventure nel Greenwich Village degli anni '60, il quiz sul cinema e il concerto dei Royal Otis di ieri sera al Fabrique

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