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Genius: Aretha, la nuova serie su Aretha Franklin, la regina del soul

Aretha Franklin

Sono passati tre anni dalla morte di Aretha Franklin, anche nota, all’unanimità, come “la regina del soul”: elencare i suoi traguardi ufficiali –i 18 Grammy vinti, il fatto di esser stata la prima donna a entrare nella Hall of Fame, o di essere stata eletta da “Rolling Stone” miglior voce di sempre– è solo un modo, perfino riduttivo, di imprigionare in numeri e titoli qualcosa di troppo vasto, una voce ineguagliabile e irripetibile, e un’abilità musicale capace di appropriarsi totalmente anche delle canzoni degli altri, originando un sound che avrebbe cambiato per sempre tutta la musica, non solo quella soul, non solo quella pop, non solo quella black.

Sono passati tre anni, ed è evidente che, poco dopo la sua dipartita –peraltro commemorata con una cerimonia trasmessa in Usa, all’epoca, quasi a reti unificate, per consentire all’America intera di dirle addio– subito Hollywood si è messa al lavoro per realizzare una biografia che lei, in vita, non aveva mai voluto. E così, eccone arrivare addirittura due, quasi contemporaneamente: la prima è una serie TV, cioè la terza stagione di Genius, produzione National Geographic che in Italia potete trovare, già da inizio giugno, sulla piattaforma Disney+. Genius è una serie prodotta dal regista Ron Howard (l’ex Richie di Happy Days, da adulto dietro la macchina da presa di biopic acclamati come A Beautiful Mind e Rush) e dal suo co-produttore storico Brian Grazer; a ogni stagione si concentra sulla biografia di un “genio”: la prima annata su un Albert Einstein interpretato da Geoffrey Rush, la seconda su un Pablo Picasso col volto di Antonio Banderas.

La terza avrebbe dovuto riguardare Mary Shelley, ma prima di iniziare la lavorazione i produttori hanno deciso di cambiare e dedicarsi ad Aretha Franklin. Nella serie, che è scritta da Suzan Lori-Parks, la prima drammaturga afroamericana a vincere un premio Pulitzer per il teatro, nel 2002, Franklin ha il volto e la voce di Cynthia Erivo, un’attrice e cantante forse poco nota in Italia, ma acclamata in patria dove è un grande nome di Broadway e ha vinto numerosi premi per la sua interpretazione nel musical di Il colore viola. Al cinema è stata in 7 sconosciuti a El Royale (dove, tra l’altro, incarnava un personaggio chiaramente ispirato a Aretha Franklin), in Widowse nell’inedito Harriet, sull’abolizionista Harriet Tubman, ruolo che le ha fruttato una nomination all’Oscar come miglior protagonista. Con grande intelligenza, in Genius Cynthia Erivo non cerca una di quelle prove mimetiche che costeggiano l’imitazione, ma affida alla potenza della propria voce la ricostruzione dei numeri musicali, che diventano anche la parte migliore dello show, quella per cui vale la pena vederlo: come spesso accade con i racconti biografici, il tentativo di “spiegare” il genio finisce spesso per esser confuso con l’elencazione dei fatti, anche traumatici, accaduti all’artista.

Chissà se riuscirà a cogliere la magia il film Respect, che negli Stati Uniti uscirà in estate (e da noi in autunno): lì a interpretare Franklin c’è Jennifer Hudson (che ha già vinto un Oscar per il musical Dreamgirls, era pure lei nel cast di Il colore viola Broadway con Erivo e pare che fu la stessa Aretha a dirle “un giorno mi interpreterai in un film”). Anche Hudson ha una gran voce, ma ci permettiamo, per una volta, un consiglio non seriale: in questi giorni nelle sale italiane c’è Amazing Grace, straordinario film concerto girato nel 1972 durante le registrazioni dell’omonimo album gospel live di Aretha Franklin.
Il film non era mai uscito in sala, inizialmente per alcuni problemi tecnici dovuti alla non sincronizzazione tra audio e video, e poi, negli ultimi anni, perché la stessa Franklin si era opposta. Ma ora viene finalmente distribuito in versione restaurata, co-prodotto tra gli altri da Spike Lee: è un grande regalo, o come lo definisce qualcuno addirittura “un miracolo”.
E ci ricorda che, c’è poco da fare: come Aretha Franklin c’è solo Aretha Franklin.

Foto | NatGeoGenius

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    Alice Cucchetti
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    Questa settimana Elijah Wald è in Italia per portare sul palco, tra Milano, Torino e Piacenza, le sue storie su Bob Dylan e il Greenwich Village di New York. Chitarrista folk blues ma anche narratore e giornalista musicale, attraverso canzoni e racconti Wald ripercorre nel suo spettacolo il cammino di Dylan e dei tanti personaggi di quel periodo irripetibile. Da Woody Guthrie a Pete Seeger, da Eric Von Schmidt a Dave Van Ronk - quest’ultimo anche protagonista del film dei fratelli Coen “A proposito di Davis” e realizzato partendo proprio dal memoir scritto da Wald. Oggi Elijah è venuto a trovarci a Radio Popolare per raccontarci la sua storia e suonarci alcuni brani tra Mississippi John Hurt, Paul Clayton e Victor Jara. Ascolta l’intervista e il MiniLive di Elijah Wald.

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    Una mostra fotografica ripercorre i 50 anni di Radio Popolare. Dal 14 dicembre a Milano

    Domenica 14 dicembre alle ore 10, presso la Sala Cisterne della Fabbrica del Vapore, a Milano, inaugura la mostra "50 e 50. La mostra. Radio Popolare 1975 - 2025", una delle prime iniziative organizzate per celebrare il 50esimo anniversario dalla fondazione di Radio Popolare. La mostra racconta i cinque decenni "di onda" attraverso venti storie realizzate dai fotografi che in questi anni sono stati vicini alla radio. Inoltre, la mostra ospiterà un’interpretazione creativa realizzata da Studio Azzurro dei video che ricostruiscono la storia di Radio Popolare. La mostra sarà allestita fino al 25 gennaio. Tiziana Ricci ce la racconta insieme a Giovanna Calvenzi, che ne è la curatrice.

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