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Dopo Parigi anche Londra annuncia: “Senza il cessare il fuoco riconosceremo la Palestina”

Dopo Parigi anche Londra annuncia: "Senza il cessare il fuoco riconosceremo la Palestina” (Keir Starmer)

L’annuncio di Keir Starmer arriva al termine di una settimana di profondo dibattito politico: al premier britannico e al suo governo è arrivata anche una lettera sottoscritta da 200 parlamentari di tutti gli schieramenti che gli chiedeva di seguire l’esempio francese.
Oggi Starmer ha convocato d’urgenza una riunione di governo, al termine del quale si è impegnato a riconoscere la Palestina prima dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di settembre. Il governo britannico lascia a Tel Aviv, almeno formalmente, una via d’uscita: non procederà col riconoscimento se Israele metterà fine alla carestia a Gaza e si impegna a non annettere territori nella Striscia e in Cisgiordania, e se si arriva al cessate il fuoco e si lavora ad un processo di pace.
Quella di Londra resta una vera svolta in termini diplomatici, in una giornata emblematica per la grave crisi che sta vivendo Gaza: da una parte il superamento della soglia delle 60mila vittime in quasi 22 mesi di conflitto e la certificazione da parte dell’Integrated Food Security Phase Classification, il sistema di monitoraggio della fame dell’Onu, che quella in corso nella Striscia è lo scenario di carestia peggiore.
All’annuncio di Londra si aggiungono proprio oggi, altre importanti decisioni diplomatiche: i Paesi Bassi hanno dichiarato i ministri dell’ultradestra israeliani Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich ‘personae non grate’, registrandoli come stranieri indesiderati nel sistema Schengen.
Il cancelliere tedesco Merz ha annunciato una missione congiunta dei ministri degli esteri di Francia, Germania e Gran Bretagna in Israele per giovedì 7 agosto; ha aggiunto che domani due aerei tedeschi effettueranno missioni di lancio di aiuti dalla Giordania a Gaza; “E’ solo un segnale”, ha ammesso.
Dall’altra parte però proprio Berlino ha bloccato quella che poteva essere la prima vera azione di pressione europea nei confronti di Israele: la sospensione dei fondi dal programma di ricerca Horizon, proposto solo ieri dalla Commissione europea e fermato oggi da un gruppo di stati membri guidati dalla Germania.

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    Sara Milanese
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