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C’era una volta Belfast. Notti di disordini e di violenza a sfondo razziale

A Belfast notti di disordini e di violenza a sfondo razziale

Le immagini arrivate negli ultimi due giorni dal Nord Irlanda hanno riportato la nostra memoria al passato, quando le scene di guerriglia urbana erano la prassi. Per alcuni anni anche dopo i famosi accordi di pace del 1998.
Disordini e violenze sono stati a Ballymena, una cittadina con poco più di 30mila abitanti a nord di Belfast.
È successo lunedì sera e lunedì notte e poi ancora la notte scorsa, tra martedì e mercoledì. Centianaia di persone incappucciate, soprattutto giovani, hanno attaccato la polizia, hanno incendiato auto, hanno preso di mira diverse case in una zona dove vivono persone e famiglie di origine straniera. Alcuni appartamenti sono stati bruciati da veri e propri incendi.
La polizia nord-irlandese non ha usato mezzi termini: sono senza dubbio violenze a sfondo razziale, sono state attaccate le minoranze etniche…
Non è assolutamente il caso di giustificarle o di spiegarle come qualcosa d’altro.
Le prime violenze sono scoppiate lunedì, alla fine di un corteo pacifico contro un presunto tentato stupro su una minorenne da parte di due ragazzini rumeni, che proprio lunedì sono stati sentiti una prima volta dai magistrati, che li sentiranno ancora ai primi di luglio.
Alcune famiglie di origine straniera hanno lasciato Ballymena. Altre, nella speranza che le loro case non venissero attaccate, hanno invece messo sulla porta d’ingresso la bandiera corrispondente alla loro nazionalità.
In una regione dove le divisioni etniche e identitarie tra cattolici e protestanti hanno segnato una storia complessa e drammatica fa un certo effetto.
La polizia ha aperto un’inchiesta per identificare i responsabili dei disordini e ha escluso il coinvolgimento di gruppi paramilitari, proprio quelli che hanno segnato il passato dell’Irlanda del Nord.
Tutte le forze politiche hanno condannato l’accaduto.
A Belfast c’è un governo nel quale confluiscono tutti i principali partiti politici, non solo cattolici e protestanti. L’esecutivo è guidato da Sinn Fein – primo partito alle ultime elezioni locali – ex-braccio politico dell’IRA, l’Esercito Repubblicano Irlandese.
Quello che sta succedendo in questi giorni a Ballymena risponde a dinamiche diverse rispetto al passato. Con i grossi passi in avanti che sono stati fatti c’è però un deniminatore comune con la storia di questo posto, la cultura della violenza.

  • Autore articolo
    Emanuele Valenti
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    Maria Antonietta e Colombre hanno annunciato un joint album. Lo hanno fatto con l'uscita di un singolo, "Signorina Buonasera", che racconta proprio di un primo passo, di un incontro, il loro incontro, che li ha portati a diventare coppia. Coppia che ora si unisce artisticamente per dar vita ad un lavoro che parte da una scoperta quasi archeologica che li proietta nel loro personale pleistocene, e li porta a riscoprirsi e mettersi in gioco. Questo e tanto altro hanno raccontato oggi a Matteo Villaci nell'intervista andata in onda a Jack.

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    "Oltre la tecnofobia. Il digitale dalle neuroscienze all’educazione"

    Nel corso della storia, la comparsa e la diffusione su larga scala di tecnologie che hanno contribuito a riplasmare la rappresentazione di sé e del mondo hanno sempre generato paure e previsioni "apocalittiche". È andata così con la scrittura alfabetica, con la fotografia, con il cinema, con la televisione e anche con Internet. Senza eccezione, ogni rivoluzione tecno-scientifica ha partorito profeti di sventura e cantori dei disastri che le "macchine" avrebbero prodotto sugli individui e sulla società. Oggi l'atteggiamento prevalente non è cambiato. Sul banco degli imputati abbiamo il digitale - e in particolare la sua declinazione ritenuta più pericolosa, soprattutto per i giovani: lo smartphone. Disattenzione, ansia, isolamento sociale, sindrome da ritiro sono solo alcuni dei sintomi con cui si tende a diagnosticare la morbosa dipendenza dalla tecnologia più temuta e più utilizzata. C'è chi rimpiange un'umanità perduta e chi invece rincorre "patenti" o divieti. Saranno queste le soluzioni più efficaci? E, ancor prima, sono attendibili le analisi, le argomentazioni e le narrazioni che sembrerebbero legittimare questi rimedi? Gli autori di questo libro partono da qui. Smascherando false ideologie e inutili scorciatoie, fanno il punto sullo stato dell'arte della ricerca neuroscientifica per arrivare a prospettare orizzonti culturali e educativi in grado di fare i conti con le sfide e le criticità che una società digitalizzata inevitabilmente porta con sé. Il libro "Oltre la tecnofobia. Il digitale dalle neuroscienze all’educazione", edito da Raffaello Cortina Editore, è stato scritto a tre mani da Vittorio Gallese, Pier Cesare Rivoltella e Stefano Moriggi. Quest'ultimo è stato ospite di Ira Rubini oggi a Cult.

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