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    Prisma di venerdì 27/01/2023

    A cura di:

    a cura di Lorenza Ghidini

    Caso Còspito; libertà di cura, libertà di stampa. I media indipendenti insieme per uno speciale radiofonico Un detenuto anarchico all’ergastolo col 41 bis senza che abbia mai ammazzato nessuno. Uno sciopero della fame che sabato 28 gennaio arriverà al suo centesimo giorno. Una dottoressa che cerca di curarlo. E un ordine del governo: la dottoressa non può parlare ai media delle condizioni di salute del suo paziente; se lo farà, non potrà più curarlo. La diffida nei confronti del medico personale di Alfredo Cospito a rilasciare dichiarazioni a Radio Onda d’Urto sullo stato di salute del detenuto, pena l'interruzione delle visite, rappresenta un episodio grave di limitazione dei diritti di informazione e di cura. In una nota congiunta, Fnsi e Usigrai parlano di “ennesima aggressione alla libertà di stampa nel nostro Paese”. L’attivista anarchico è detenuto in regime di 41-bis nel carcere di Sassari: Sabato raggiungerà i 100 giorni di sciopero della fame. Le sue condizioni di salute appaiono gravi. Il suo gesto deve rappresentare l’occasione per una riflessione sui temi della giustizia, del carcere e del 41-bis, anche rompendo i tabù che sembrano sussistere.

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    1) Zelensky alla casa bianca. Il presidente ucraino cerca di ottenere i missili a lunga gittata, ma la telefonata di ieri tra Trump e Putin sembra aver cambiato la posizione di Washigton. (Roberto Festa) 2) Gaza è ancora affamata. Il valico di Rafah resta chiuso e gli aiuti non entrano con il ritmo e la quantità necessarie. L’onu lancia anche un’allerta sanitaria: le malattie infettive stanno sfuggendo al controllo. (Giovanna Fotia - We World) 3) La Generazione Z sconvolge anche il Perù. I giovani protestano contro la corruzione della classe dirigente e l’insicurezza. L’intervista di esteri (Valeria Schroter, Alberto de Belaunde - ex parlamentare peruviano) 4) Mondialità. La guerra ibrida tra Stati Uniti e Cina si combatte sulla soia. Pechino non la comprerà più da washington. (Alfredo Somoza) 5) Il libro del venerdì. “Amazzonia, l’ultima frontiera” di Emiliano Guanella.

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    L’ONU lancia l’allarme per Gaza: “Servono più aiuti”. Ma il valico di Rafah resta chiuso

    A Gaza resta in vigore il fragile cessate il fuoco concordato a Sharm el Cheik, ma l’intesa tra Hamas e Israele è costantemente minacciata da accuse reciproche di violazione degli accordi. Al centro delle tensioni con il governo di Tel Aviv ci sono soprattutto i 19 corpi degli ostaggi non ancora restituiti dai miliziani, e il disarmo dell’organizzazione palestinese. Hamas da parte sua accusa Israele di violare la tregua e denuncia che sui corpi dei palestinesi morti in carcere e riconsegnati da Tel Aviv ci sono evidenti segni di tortura. Resta grave la situazione umanitaria: le agenzie Onu affermano che nella Striscia entra una quantità ancora troppo esigua di aiuti umanitari, mentre l’organizzazione mondiale della sanità parla di una diffusione incontrollata delle malattie infettive. Intanto il valico di Rafah resta chiuso. Giovanna Fotìa, dell’Ong WeWorld, è la responsabile dei progetti per la Palestina.

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    A cura di Elena Mordiglia, Vittorio Agnoletto, Luca Parena

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