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    Psicoradio 29/01/20: Vite non degne di essere vissute

    A cura di:

    La redazione di Psicoradio

    Nel giorno della memoria ricordiamo anche pazienti psichiatrici, disabili, rom, sinti, omosessuali perseguitati e uccisi dai nazisti..Malati mentali, disabili, ebrei, rom, sinti, omosessuali: tutti gruppi di persone odiate, perseguitate e uccise in epoca nazista perché considerate diverse, pericolose, “vite non degne di essere vissute”. Tra il 1934 e il 1944, la scienza psichiatrica in Germania si rese corresponsabile della sterilizzazione di 350.000 persone, dell’uccisione di 72.000 pazienti psichiatrici, per non parlare di tutti quelli che nei manicomi morivano per infezioni, maltrattamenti e fame.....Tanti gli episodi di cronaca che dimostrano quanto sia, purtroppo, ancora attualissimo e necessario parlare di discriminazione. Circa un anno fa a Roma ben 20 pietre d'inciampo, targhe d'ottone sparse per la città che riportavano i nomi di uomini e donne deportati, venivano sistematicamente rimosse da ignoti. Molto recentemente invece, scritte violente che “denunciano” la presenza di ebrei sono ricomparse sulle case e sui portoni di alcuni italiani, in un caso specifico in occasione della stessa Giornata della Memoria...Psicoradio ha già trattato questi temi in passato in molte trasmissioni. Continuiamo a lottare contro chi pensa che la diversità sia un elemento di per sé colpevolizzante. Nella puntata di questa settimana vogliamo ricordare uno dei periodi più bui della storia attraverso estratti di interviste che abbiamo realizzato in questi anni. Se siete interessati ad ascoltare le interviste complete, vi ricordiamo che si possono trovare sul nostro sito www.psicoradio.it...Nel primo estratto avevamo parlato con lo psichiatra Luigi Benevelli del suo libro “Medici che uccisero i loro pazienti”. Tema del libro è Aktion T4, il progetto nazista di eliminazione dei disabili fisici e mentali. “Della corporazione dei medici, gli psichiatri furono quelli che aderirono in maggior numero al partito nazista fin dal 1933. […] Furono organizzati sei manicomi dove queste persone venivano inviate per essere soppresse. Qui si sperimentavano le modalità più efficienti per ammazzare la gente nel più breve tempo possibile, spendendo il meno possibile.”..Il secondo segmento viene da un'intervista con Tomas Fulli, della comunità rom e sinta bolognese, sul tema dello sterminio del suo popolo, chiamato in lingua romanes Porrajmos, ovvero “il grande divoramento”. “Quando mi sono trovato l'anno scorso per la terza volta nel campo di Auschwitz, mi immaginavo che sulla destra vedevo il mio popolo che era là che suonava e non sapeva dove si trovava, e sulla sinistra c'erano gli ebrei come li possiamo vedere in tante foto: magri, mal nutriti e sofferenti.”..Proseguiamo con l'intervista ad Angelo Amato De Serpis, autore del libro “Arpad ed Egri”, sugli allenatori ebrei Erno Erbstein e Arpad Weisz. Ad esempio racconta delle figlie di Erbstein, alle quali il padre non aveva voluto dire di essere ebree e che se ne sono accorte solo per via delle leggi razziali: “Dei bambini che da un giorno all'altro sono costretti a lasciare la scuola, ad andare a fare la pipì in un posto diverso perché non potevano andare negli stessi bagni dei bambini ariani.”..Concludiamo con don Luigi Ciotti di Libera Contro Le Mafie, che abbiamo incontrato l'anno scorso durante la Conferenza Nazionale per la Salute Mentale al quale abbiamo chiesto perché le persone fragili sembrano essere nel mirino della società e persino di chi essendo un politico dovrebbe aiutarli. “Questa è una società che si crede forte, ma in realtà è debole. […] Prendere coscienza della propria fragilità è un segno di libertà e di dignità e ci rende ancora più forti".

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    E’ caduto nel vuoto l’appello dei quattordici scienziati in difesa della sanità pubblica. Un mese dopo la pubblicazione del documento, intitolato “Non possiamo fare a meno del servizio sanitario pubblico”, nessuno (né il governo, né le istituzioni) ha risposto al premio Nobel Giorgio Parisi, all’economista esperta di welfare Nerina Dirindin, al farmacologo Silvio Garattini e alle altre esperte/i e studiose/i di welfare e sanità. Pubblica ha ospitato oggi Nerina Dirindin e la storica dei sistemi di welfare Chiara Giorgi, docente all’università “La Sapienza” di Roma.

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    MASSIMO ACANFORA - DAL DIRE AL FARE

    MASSIMO ACANFORA - DAL DIRE AL FARE - presentato da Ira Rubini

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    - Dietro i numeri ci sono persone. La storia dei due genitori israeliani e palestinesi che hanno dato vita a Parents Circle. La loro storia è diventata un reading teatrale che vedrete al prossimo Festival dei Diritti Umani - “Alla pena si aggiunge l’afflizione, stiamo regredendo”. Dopo gli ultimi casi di violenza nelle carceri minorili parla Francesco Maisto, garante dei detenuti di Milano. - Piccoli podcaster crescono. Le scuole che partecipano al Festival dei Diritti Umani hanno intervistato i Premi Sacharov e hanno affrontato temi complessi.

    Rights now – Il settimanale della Fondazione Diritti Umani - 29-04-2024

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