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    psicoradio di martedì 30/03/2021

    A cura di:

    La redazione di Psicoradio

    "Il manicomio è una grande cassa di risonanza e il delirio diventa eco,..l’anonimità misura, il manicomio è il monte Sinai, maledetto,..su cui tu ricevi le tavole di una legge..agli uomini sconosciuta". Alda Merini. Guidati dallo psichiatra Gaddomaria Grassi vi raccontiamo la storia di uno dei più grandi manicomi d'Italia: il manicomio San Lazzaro di Reggio Emilia. Creato al di fuori della città nel 1100 come lebbrosario, già a partire dalla prima metà del 1500 accoglieva anche «invalidi, decrepiti, storpi, epilettici, sordomuti, ciechi, paralitici»; dal 1820 si trasforma in «Stabilimento Generale delle Case de' Pazzi degli Stati Estensi», un luogo in cui curare (e rinchiudere) solo i malati curabili e “quelli specialmente la cui pazzia riesca più incomoda e dannosa alla società». Negli anni il manicomio di San Lazzaro cresce sempre di più, fino ad accogliere anche 2000 persone; ma questo luogo nato per "curare il cervello" si trasforma: le persone, una volta entrate, si ritrovavano imbrigliate in una istituzione totale dalla quale era molto difficile uscire, e uscirne migliorati. Il dottor Grassi, presidente del Centro di storia della psichiatria San Lazzaro di Reggio Emilia, studioso appassionato della storia delle istituzioni manicomiali, ci racconta caratteristiche e segreti del San Lazzaro, dall’ organizzazione dei padiglioni, alle cure che si sono succedute negli anni, dalla “trattamento morale” che ricorre anche a villeggiature, visite a teatro, all'edificazione religiosa e all'attività fisica, fino agli psicofarmaci, passando da droghe e terapie di shock. Ma Grassi ha anche una conoscenza diretta di quell’Istituto. Giovane psichiatra negli anni 90, è stato medico di guardia a servizio degli ultimi ricoverati all'interno del manicomio, che, ormai chiuso ai nuovi ingressi dalla legge 180, ospitava ancora pazienti che non avevano trovato altra sistemazione. Di quel periodo Grassi ricorda la quantità dei farmaci che venivano prescritti: “Era impressionante, io ho lavorato nella medicina d'urgenza, nei TSO, so che a volte possono essere date dosi alte di farmaci, ma nel manicomio mi sono ritrovato davanti a persone evidentemente assuefatte da decine di anni di uso massiccio di psicofarmaci. Avevo l'impressione che tutto ciò che sapevo lì fosse messo in discussione". ....Grazie alla cosiddetta “legge Basaglia” del 1978 il manicomio San Lazzaro poi è stato chiuso, come tutti gli altri in Italia, ma la cultura manicomiale non è scomparsa affatto. La si può riconoscere in tante situazioni: tutte le volte che gli psicofarmaci vengono prescritti in quantità eccessive, e “per sempre”; quando la cura rischia di essere funzionale più al controllo che al miglioramento delle condizioni di vita; tutte le volte che la dignità e i diritti di un paziente vengono in qualche modo negati.

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    Un consiglio per la pace a Gaza. Il "board" di Trump, un CdA che gestirà un business miliardario

    Si chiama “Board of Peace” e Donald Trump, il presidente degli Stati Uniti, l’ha pensato come il grande consiglio che guiderà – sulla carta - la ricostruzione di Gaza. Il disegno immaginato da Trump non prevede l'intervento degli organismi internazionali che hanno retto la sovranità del diritto per decenni. Nel futuro di Gaza – almeno per ora – non sono previste presenze come le Nazioni Unite, il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale, l'Organizzazione Mondiale del Commercio. Il "Board of Peace" richiama molto l’idea di un consiglio di amministrazione (un “board”, appunto), che dovrà gestire un affare economico e finanziario colossale, un consiglio che avrà Trump come presidente. Il piano Trump in 20 punti, al paragrafo 9 recita: "Questo organismo (Board of Peace, ndr) definirà il quadro di riferimento e gestirà i finanziamenti per la ricostruzione di Gaza". Gestirà i soldi, proprio come un CdA che si rispetti. E le logiche finiranno per essere quelle del business e non della convivenza internazionale; dell’interesse privato e non dell’interesse pubblico; dell’autoritarismo che oscura la democrazia. Raffaele Liguori ha intervistato Fabio Armao, docente di relazioni internazionali all’università di Torino. È autore, insieme a Davide Pellegrino, di “Distopia americana. L’impatto della presidenza Trump sul sistema politico americano” (Mimesis, in uscita).

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