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    Guarda che Lune di lunedì 17/10/2022

    A cura di:

    Claudio Jampaglia

    O il quadro o la vita. La zuppa Heinz lanciata contro i Girasoli di Van Gogh da due ambientaliste di Just Stop Oil gridando “sei più preoccupato per la protezione di un dipinto o per la protezione del nostro pianeta e delle persone?”, ha una sua violenza e mette a disagio. Qualche giorno fa in Australia, al museo nazionale di Melbourne, due militanti di Extinction Rebellion, si sono incollati a un quadro di Picasso per protestare contro le nuove forniture di petrolio e gas. E in luglio degli ambientalisti italiani si erano incollati alla Primavera di Botticelli protestando per le stesse ragioni. Si profila un conflitto che mette in discussione l’idea contemplativa del bello, la sua legittimità morale in un mondo che rischia l’estinzione. Che diritto abbiamo, stanno chiedendo, di godere della tecnica umana, perché anche l’arte è una tecnica, se l’essere umano viene dimenticato? Interessante che lo striscione sotto il quadro di Picasso nel museo di Melbourne dicesse “Climate Chaos = War and Famine“, ovvero se non ci fermiamo tutto questo porterà a guerra e carestia. Con le nomine di La Russa e Fontana a presidenti di Senato e Camera siamo entrati in un campo nel quale le parole diventano sabbie mobili, banchi di nebbia, paludi insomma tutto tranne che qualcosa di consistente. Con i loro discorsi di insediamento siamo a tu per tu con l’uso dissimulatorio del linguaggio. Fontana, ad esempio, dopo una vita politica spesa a insolentire le differenze, a definire le coppie gay delle “schifezze”, nel suo primo discorso celebra nientemeno che la diversità: un’apertura sui diritti civili? No, la rivendicazione della primazia della tradizione diversa dal moderno e dalle sue emancipazioni. Quando La Russa parla dei diritti da “non sopraffare” intende i diritti “legalmente riconosciuti” e dunque non quelli negati, da riconoscere . In queste sottigliezze, nei nascondigli dei loro discorsi, si avverte una sotterranea consapevolezza: sanno di non essere a casa loro. Non possono parlare come vorrebbero. Perché sono due figure estranee all’arco costituzionale ma anche perché sono espressione di culture politiche, quella integralista cattolica di Fontana e quella postfascista di La Russa, che tra gli italiani e le italiane del 2022 sono marginali. E il mondo progressista e di sinistra, prima ancora di indignarsi per queste nomine, dovrebbe vederci il risultato delle proprie divisioni. E ricavare magari qualche lezione per il futuro. Alla dissimulazione si contrappone la virtù della Repubblica, la parola limpida e democratica, ovvero il discorso di Liliana Segre. Il suo italiano è quello lineare della Costituzione, il testo pubblico meglio scritto della nostra storia. È il modo in cui la Senatrice testimonia la sua tragedia a trasformare la storia in evento presente. Certo, il suo è un rapporto unico con il passato. Ma non è l’unica ad averlo. È la semplicità del suo linguaggio, la sua solennità lineare, a diventare la chiave del rapporto tra la senatrice e i tantissimi che continuano ad apprezzare le sue parole: È stato osservato quanto fosse plastico il passaggio tra Segre e La Russa. Però in un mondo di simboli tutto ha significato. E le rose bianche offerte dall’ex missino sono un omaggio alla donna, significano attenzione, rispetto… ma nella storia la Rosa bianca significa anche altro, è il nome e il simbolo della resistenza antinazista in Germania, è il martirio di Sophie Scholl e dei suoi amici, tutti studenti, tutti cristiani ghigliottinati per aver distribuito volantini che invitavano alla resistenza passiva contro Hitler. Oggi è la giornata mondiale della lotta contro la fame, una fame drammatica che si sente ad ogni angolo del pianeta e in fondo spaventa anche noi. C’è un’ironia tragica nel fatto che pochi giorni prima, il 13 ottobre, si sia celebrata la giornata internazionale del fallimento. Perché non c’è sconfitta più grande. Anche se la giornata del fallimento parla non di fame ma di intrapresa personale, nel nome eroico di Thomas Edison del quale pare si contino 1000 fallimenti prima di inventare la lampadina. Perché il fallimento può avere molti significati, essere pedagogico, persino istruttivo e proiettare sull’opinione pubblica le sue insufficienze, i suoi limiti e i suoi sensi di colpa… per esempio in Australia un gruppo di comunicatrici, Mum in Ads, lo ha celebrato raccontando di una loro campagna che non ha avuto alcun riscontro.

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    Il podcast di Francesco Tragni e Giuseppe Fiori registrato dal vivo a Germi e dedicato al mondo dei vinili. Oggi è di scena Ricky Gianco: cantante, chitarrista e compositore, ha iniziato la sua carriera negli anni ’60 col primo nucleo dei Dik Dik, collaborando poi coi Ribelli e coi Quelli (in seguito diventati PFM), nonché con artisti come Tenco e Jannacci. Negli anni ’70, Ricky porta avanti alcuni progetti musicali (e in seguito teatrali) con il cantautore Gianfranco Manfredi, e parallelamente fonda come discografico la Intingo e La Ultima Spiaggia. Complessivamente ha inciso oltre 20 album come solista. Sul palco si è esibito assieme al musicista Stefano Covri.

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    Jazz in un giorno d'estate di martedì 01/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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