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“La riforma è il nostro futuro”

In una zona blindatissima per le manifestazioni di protesta di alcune associazioni e gruppi, Matteo Renzi ha chiuso la festa nazionale dell’Unità. Inevitabile che l’attesa fosse tutta per lo scontro interno al partito, e cioè la frattura che si sta consumando sul referendum costituzionale, tanto più che a capo del fronte del No si è messo un esponente di primo piano della vita del partito, Massimo D’Alema.

E dal palco della festa Renzi lo attacca duramente, critiche che non hanno contribuito ad allentare la tensione con la minoranza, che pure ha evitato finora di schierarsi con D’Alema in modo netto per il No. “Alcuni leader del passato vorrebbero fregarci il futuro con risse interne quotidiane”, ha detto Renzi rivolgendosi all’ex leader, vittima più nota della “rottamazione” voluta dall’attuale capo del governo. “Non ci faremo trascinare nella guerra del fango delle correnti”, parole non proprio concilianti.

E se pure Renzi nel corso dell’intervento si è detto disponibile a discutere di cambiamenti alla legge elettorale, per la minoranza questo non basta, in quanto la disponibilità è sempre accompagnata da attacchi di fuoco. “La nostra proposta l’abbiamo fatta” commenta poco dopo Roberto Speranza, (uno dei pochi esponenti della minoranza presenti ieri a Catania), che dopo aver visto Napolitano schierarsi per la modifica della legge elettorale, si aspettava che Renzi facesse proposte più concrete. “Al momento voterei no”, dice il leader della minoranza del Pd.

Il referendum quindi divide il partito.

Più facile per Renzi trovare applausi e consensi quando attacca la Lega di Salvini da un lato, e i Cinque Stelle dall’altro. Ma nelle accuse al Movimento di Grillo, chiede di tenere al riparo dagli attacchi Virginia Raggi. “Difendiamo sempre le istituzioni, dice, anche quando non siamo noi a guidarle”, e forse spera che la Sindaca di Roma si smarchi dal capo del movimento e nell’ultimo tempo utile rimasto possa dire di sì alle Olimpiadi a Roma.

  • Autore articolo
    Anna Bredice
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    L’esercito israeliano ha lanciato questa notte l’invasione di terra su Gaza City. Da ieri i carri armati sono entrati nel cuore della principale città della striscia, e i bombardamenti hanno colpito senza sosta strade, case, infrastrutture. Da questa mattina, i morti sono 89. Centinaia di migliaia di persone vivono ancora nella città. Migliaia di persone stanno invece cercando di fuggire, in un esodo verso un sud che non ha più spazio per ospitarli. Il servizio di Valeria Schroter.

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    1) “Gaza brucia di fronte al suo mare, testimone della sua tragedia”. L’esercito israeliano ha lanciato l’offensiva di terra sulla principale città della striscia. L’esodo in mezzo alle bombe. Quasi 90 i morti da questa mattina. (Valeria Schroter) 2) Israele come Sparta. Mentre l’ONU stabilisce che quello in corso a Gaza è genocidio, Netanyahu ammette l’isolamento internazionale e dipinge un futuro di autarchia e guerra permanente. (Anna Foa, Eric Salerno) 3) Gli Stati Uniti continuano a colpire il Venezuela. Trump punta a rovesciare il regime di Maduro con la scusa della lotta al narcotraffico. (Alfredo Somoza) 4) Cinquant’anni fa l’indipendenza della Papua Nuova Guinea. Il paese oggi è vittima della maledizione della ricchezza e rischia di finire ostaggio di un nuovo braccio di ferro tra occidente e Cina. (Chawki Senouci) 5) Spagna, l’estrema destra torna a riunirsi a Madrid. Il primo passo verso una grande alleanza di tutte le destre europee. (Giulio Maria Piantadosi) 6) Rubrica Sportiva. Julia Paternain, la maratoneta uruguayana entra nella storia vincendo la prima medaglia ai mondiali di atletica per il paese sudamericano. (Luca Parena)

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    “E’ stato bello rendersi conto che la figura di Woodie Guthrie è ancora molto viva anche fuori dagli Stati Uniti”, racconta Sarah Lee, nipote dell’icona folk americana. “Le problematiche di cui cantava lui ottant’anni fa sono ancora attuali”, riferendosi al tema dell’immigrazione e alla difficile situazione al confine con il Messico. Con la sua musica Woody Guthrie "affrontava un concetto molto basilare di umanità e speranza, ovvero il trattare le persone come persone, aiutandosi a vicenda nei momenti di difficoltà": lo stesso messaggio che ora le Guthrie Family Singers vogliono portare avanti. Ascolta l’intervista di Elisa Graci alle Guthrie Family Singers.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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