
«Io penso che Trump sia coraggioso, schietto, determinato, che difende i suoi interessi nazionali. Io mi considero coraggiosa, schietta e determinata e difendo gli interessi nazionali, direi che ci capiamo bene anche quando non siamo d’accordo». Giorgia Meloni s’equipara a Trump giocando in casa al Festival di Libero. Gela il sangue a chi ha celebrato l’80° del 25 aprile e continua ostinato a ritenere la Costituzione Repubblicana imprescindibile per sé, Paese, figli, nipoti, rapporti internazionali. Ma che la prima Presidente del Consiglio donna competa col maschilismo del tycoon e colluda con silenzi su Gaza, dazi, violazioni dei diritti è un aspetto della nostra crisi. La psicologia meloniana si pone in alternativa al maschile, che usa quando e se serve: punta a sostituirvisi. Basta vedere i collaboratori uomini di cui è contornata, i modi di baci e abbracci quando riceve a Palazzo Chigi o va in visite ufficiali, il sodalizio tipo “tre Parche”: lei e Arianna che si son disfatte di compagni di strada, la fedele segretaria Patrizia moglie del caposcorta. Le opposizioni dan di testa perché Giorgia evita conferenze stampa e tace di ciò su cui pensa non le convenga intervenire. Se Pd & C. tralasciassero lo sport della narcisistica marcatura a vista capirebbero che il futuro con cui s’ha fare i conti in Italia oltre al sovranismo è “Il risveglio della dea”. Il libro di Vicki Noble ora riedito ha per sottotitolo “Il potere sciamanico delle donne. La via femminile alla guarigione”. Meloni si presenta come guaritrice dei mali del Paese. Che lo sia è tutto da vedere. Rassicura chi soffre d’evasione che le tasse son “pizzo di Stato”; nega d’aver fatto 20 condoni; rivendica miliardi alla sanità e nuovi posti di lavoro. Che sia cresciuta la pressione fiscale, i salari siano i più bassi d’Europa, la gente non si curi più non sfiora Meloni. Nelle culture arcaiche raccolti magri, sventure, siccità non inficiano il potere della Grande Madre; si promette che andrà meglio in futuro. La dea sa raccontarla bene. L’incantesimo dura però finché qualcuno non svegli sé e i fratelli con “Il re è nudo”, sia credibile nel mostrare la praticabilità d’un’alternativa, restituisca al popolo la sovranità secondo la Costituzione, smaghi miti e manipolazioni.