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Un referendum su Renzi, a ottobre

Si muove qualcosa a sinistra, dentro il Pd e fuori dal partito di Renzi? Nello scorso fine settimana a Roma la galassia che ruota attorno a Sel-Sinistra italiana (Cosmopolitica) si è data appuntamento per avviare un percorso che porti – da qui a dicembre – alla creazione di un nuovo partito.

Ieri, il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha lanciato la sua candidatura per la segreteria del Pd. “La mia sarà una candidatura – ha detto Rossi – alternativa a Renzi ma con l’ambizione di superare la dinamica tra renziani e antirenziani. Per questo mi definisco convintamente rossiano”. Rossi aveva anticipato le sue intenzioni a Radio Popolare già nel settembre scorso (ascolta qui, in particolare gli ultimi due minuti).

Il congresso del Pd è comunque ancora lontano. La segreteria di Renzi scade a fine 2017. Da qui ad allora, però, ci sono altre importanti scadenze, una in particolare l’ha posta Renzi: se perdo il referendum confermativo sulle modifiche alla Costituzione “lascio la politica”. Lo ha detto due giorni fa all’assemblea nazionale del Pd a Roma. Lo aveva già anticipato a fine dicembre scorso. Il referendum confermativo non è stato ancora fissato (manca ancora un passaggio parlamentare per il ddl costituzionale Renzi-Boschi), ma molto probabilmente sarà il 9 o il 16 ottobre prossimi.

Ad ottobre, quindi, se vincessero i “no” al pacchetto costituzionale Renzi-Boschi si aprirebbe una nuova stagione politica: via Renzi, via il governo Pd-Ncd-altri, e forse elezioni anticipate, Mattarella permettendo. C’è di che darsi da fare, se si vive in quell’area politica di sinistra che critica l’attuale presidente del Consiglio.

Ma gli avversari politici di Renzi sono pronti alla sfida? Come spiegano la scelta del leader del Pd di mettere sul piatto del referendum confermativo un posta così alta? Come si stanno preparando alla scadenza ravvicinata del prossimo ottobre? Memos ne ha parlato con il senatore del Pd, Federico Fornaro, di area bersaniana, e con Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della Regione Lazio, già deputato e coordinatore nazionale di Sel.

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    Raffaele Liguori
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