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Ultimo respiro, il graphic novel di Thierry Martin

Ultimo respiro

La neve che scricchiola sotto i piedi, il soffio del vento e l’ululare dei lupi in lontananza, la luce della luna che illumina la foresta e fa brillare la canna di un fucile. La silhouette di un cowboy determinato.
Gli elementi del western sono già tutti lì, nelle prime pagine di questo graphic novel senza parole, che racconta magistralmente una storia semplice di vendetta senza perdono, di una caccia all’uomo brutale e implacabile ricca di suspense e colpi di scena.

Ultimo respiro, del fumettista francese Thierry Martin, nasce come una sfida personale su Instagram, un esercizio di stile che gioca con le regole grafiche e scenografiche della nona arte. Tra l’agosto del 2018 e il marzo dell’anno dopo, Martin si è imposto di pubblicare online una vignetta al giorno, senza scenario predefinito ma lasciandosi guidare di volta in volta dall’istinto.
Ne ha ottenuto oltre duecento tavole in bianco e nero, poi riproposte in tricromia con l’aggiunta del blu in una raffinata edizione dal formato orizzontale che in Italia è stata da poco pubblicata da ReNoir.
L’autore, che ha iniziato la carriera realizzando storyboard per la televisione e il cinema di animazione, per questo lavoro ha ripreso i codici delle inquadrature cinematografiche e non ha lesinato le citazioni dei grandi maestri del genere western. Alternando primi, primissimi piani e campi larghi, dominati dai paesaggi innevati notturni, ha saputo ritmare sapientemente la storia e, grazie a dei disegni potenti ed evocatori, riesce a far sentire al lettore lo scalpitare dei cavalli e i colpi di pistola, la rabbia a denti stretti del protagonista, il sibilo dei coltelli o la forza dei cazzotti, senza usare nemmeno un’onomatopea.

Non tutte le storie a fumetti, anzi ben poche, si prestano a uno svolgimento silenzioso. Uno dei rischi è che le capacità di composizione sulla pagina del disegnatore non siano all’altezza delle ambizioni del romanzo. Un altro è che ci si perda in una trama complessa. Ma non è questo il caso. Thierry Martin ha dalla sua il fatto di aver raccontato una storia classica e immediata, applicando a uno stile semplice un’inchiostrazione magistrale, che rende le vignette quasi materiche. Particolarmente riuscite nella resa dei paesaggi ma anche in grado di far risaltare certi dettagli, come la lama tagliente di un pugnale. Una tecnica che, insieme all’ambientazione invernale e ai codici stessi del cinema western che ispirano l’autore, ha contributo al successo di questo progetto singolare.
Da leggere tutto d’un fiato.

Ultimo Respiro. Di Thierry Martin. 218 pagine a colori. ReNoir Comics. 29 euro e 90.

  • Autore articolo
    Luisa Nannipieri
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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

    Clip - 01-07-2025

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    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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