Approfondimenti

“Milioni di espulsioni appena sarò presidente”

Una visione radicale, tutta puntata sull’emergenza sicurezza.

E’ il modo in cui Donald Trump ha ribadito le sue posizioni sull’immigrazione, ieri, prima con un viaggio in Messico per incontrare il presidente Enrique Peña Nieto, poi con un discorso a Phoenix che era stato presentato dal suo team come un “evento importantissimo”, in cui il candidato repubblicano avrebbe una volta per tutte delineato la sua strategia sull’immigrazione.

Chi si immaginava un ammorbidimento delle posizioni si è dovuto ricredere. Trump non cambia, resta testardamente legato a quello che ritiene il tema forte della sua campagna e della sua discesa in politica: la mano dura sull’immigrazione, il tema che, secondo la sua strategia, può agire su paure, frustrazioni, timori, insicurezze degli americani e farlo vincere a novembre.

A Phoenix, Trump non ha ancora una volta parlato, esplicitamente, di deportazioni per gli undici milioni di immigrati irregolari che da anni vivono, lavorano, studiano negli Stati Uniti. Ha comunque detto che chi si è macchiato di reati “verrà allontanato” e che chi vuole restare negli Stati Uniti legalmente dovrà “tornarsene a casa e fare domanda di rientro come tutti gli altri”. In pratica, milioni di persone dovranno lasciare il Paese senza certezza di ritorno.

Molto più esplicito è stato il riferimento al muro con il Messico che il candidato, fin dalla sua discesa in campo nel giugno 2015, ha detto di voler costruire. “Il muro con il Messico si farà”, ha scandito Trump e “lo pagheranno loro, i messicani, al 100 per cento”. Quel confine “impenetrabile, alto, potente, bellissimo, al confine meridionale degli Stati Uniti”, sarà la priorità sin dal primo giorno della sua presidenza, il pilastro della sua strategia dell’America First che punta a salvaguardare anzitutto le vite e gli interessi degli americani.

Con un occhio alla campagna elettorale in corso, Trump si è poi rivolto ai democratici e in particolare alle politiche seguite e proposte da Barack Obama e da Hillary Clinton. Obama avrebbe permesso che nelle città americane si creassero dei “santuari intoccabili” per gli immigrati violenti e garantito immunità e amnistia ai più pericolosi. Hillary Clinton, ha continuato Trump, vorrebbe  estendere l’Obamacare e il welfare agli irregolari e promette “l’arrivo di un’immigrazione incontrollata, poco specializzata, che continua a ridurre posti di lavoro e salari per i lavoratori americani e specialmente per gli afro-americani e gli ispanici che sono nostri cittadini”.

Chi si immaginava quindi un ammorbidimento delle posizioni di Trump sull’immigrazione è restato deluso. Trump, in questo sostenuto dal suo nuovo chief executive Stephan Bannon, pensa che una strategia dura, di “tolleranza zero” sull’immigrazione lo aiuterà a vincere a novembre. Eppure soltanto qualche ora prima, a Città del Messico, invitato ufficialmente dal presidente messicano, era sembrato scegliere toni più morbidi.

Riconosciamo e rispettiamo il diritto di entrambi i Paesi a costruire una barriera fisica o un muro – aveva detto in una conferenza stampa con Peña Nieto dopo l’incontro -. Amo gli Stati Uniti e tutti noi vogliamo che gli Stati Uniti siano ben protetti”. Trump non aveva dato alcun dettaglio sul muro, ma aveva insistito sul fatto che il North American free Trade Agreement (NAFTA) “è stato finora molto più vantaggioso per il Messico che per gli Stati Uniti”, insistendo anche sulla sua visione dell’immigrazione illegale come “disastro umanitario”.

Anche l’incontro con Peña Nieto si è però risolto in una nuova occasione di polemiche e scontri. Trump ha infatti affermato che nell’incontro in Messico non sono stati affrontati i dettagli di chi pagherà per il muro: “Si è trattato di un vertice preliminare”, ha detto. Gli ha risposto immediatamente, su Twitter, proprio Peña Nieto: “All’inizio della conversazione con Donald Trump, ho subito chiarito che il Messico non pagherà per il muro”. Un portavoce della presidenza messicana ha in seguito affermato che non ci sarà, nel futuro, alcuna discussione formale su presunte spese che i messicani dovranno accollarsi per la costruzione di una struttura ai propri confini settentrionali.

In conclusione, il tour de force tra Messico e Arizona è servito in qualche modo a costruire una strategia del doppio binario. Da un lato il candidato repubblicano, nel suo incontro con Peña Nieto, ha cercato di offrire l’immagine di un leader capace di dialogare, ma anche di imporsi, all’estero. A casa, a Phoenix, ha invece parlato ai suoi e ha ritrovato gli accenti del politico incontrollabile, imprevedibile, capace di dire le cose come stanno che sinora gli hanno garantito il successo popolare.

 

  • Autore articolo
    Roberto Festa
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio sabato 06/12 08:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 06-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve sabato 06/12 07:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 06-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di sabato 06/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 06-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 05/12/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 05-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Apertura Musicale di sabato 06/12/2025

    Svegliarsi con la musica libera di Radio Popolare

    Apertura musicale - 06-12-2025

  • PlayStop

    Slide Pistons – Jam Session di sabato 06/12/2025

    La frizzante trasmissione di Luciano Macchia e Raffaele Kohler. Tutti i sabati su Radio Popolare dalla mezzanotte all'una. In onda le scorribande musicali dei due suonatori d’ottone in giro per la città, assecondate da artisti formidabili e straordinari.

    Slide Pistons – Jam Session - 05-12-2025

  • PlayStop

    Doppia Acca di venerdì 05/12/2025

    Dal 2011 è la trasmissione dedicata all’hip-hop di Radio Popolare.

    Doppia_Acca - 05-12-2025

  • PlayStop

    News della notte di venerdì 05/12/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 05-12-2025

  • PlayStop

    Percorsi PerVersi di venerdì 05/12/2025

    Poesie, liriche, sonetti, slam poetry, rime baciate, versi ermetici, poesie cantate. Ogni settimana Percorsi PerVersi incontra a Radio Popolare i poeti e li fa parlare di poesia. Percorriamo tutte le strade della parola poetica, da quella dei poeti laureati a quella dei poeti di strada e a quella – inedita – dei nostri ascoltatori.

    Percorsi PerVersi - 05-12-2025

  • PlayStop

    Musiche dal mondo di venerdì 05/12/2025

    Musiche dal mondo è una trasmissione di Radio Popolare dedicata alla world music, nata ben prima che l'espressione diventasse internazionale. Radio Popolare, partecipa alla World Music Charts Europe (WMCE) fin dal suo inizio. La trasmissione propone musica che difficilmente le radio mainstream fanno ascoltare e di cui i media correntemente non si occupano. Un'ampia varietà musicale, dalle fanfare macedoni al canto siberiano, promuovendo la biodiversità musicale.

    Musiche dal mondo - 05-12-2025

  • PlayStop

    Sui Generis di venerdì 05/12/2025

    Una trasmissione che parla di donne e altre stranezze. Attualità, cultura, approfondimenti su femminismi e questioni di genere. A cura di Elena Mordiglia.

    Sui Generis - 05-12-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di venerdì 05/12/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 05-12-2025

  • PlayStop

    Esteri di venerdì 05/12/2025

    1) Giornata mondiale del suolo: l’ecocidio di Gaza. La terra della striscia è sommersa da 61 milioni di tonnellate di macerie e in due anni la quasi totalità delle coltivazioni è stata distrutta. (Alice Franchi) 2) Anche la musica è politica. Spagna, Irlanda, Slovenia e Paesi Bassi si ritirano dall’Eurovision per protestare contro la partecipazione di Israele al contest musicale. (Giulio Maria Piantedosi) 3) “Per affrontare il futuro abbiamo bisogno della giustizia”. Reportage dalla Siria che, a un anno dalla caduta del regime di Assad, prova a guardare avanti. (Emanuele Valenti) 4) Germania, generazione disarmata. Mentre il governo approva la riforma sulla leva militare, gli studenti di tutto il paese scendono in piazza contro la militarizzazione. (Alessandro Ricci) 5) Regno Unito, nel tentativo di tagliare la spesa sociale, il ministro della salute vuole diminuire le diagnosi le diagnosi dei problemi di salute mentale e di disturbi ADHD. (Elena Siniscalco) 6) Mondialità. L’America Latina tra la Cina e la politica del “cortile di casa” degli Stati Uniti. (Alfredo Somoza)

    Esteri - 05-12-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di venerdì 05/12 18:36

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 05-12-2025

Adesso in diretta