Approfondimenti

Tristi tropici. Un treno per L’Avana

Ci aspettavamo la classica ventata di aria calda che porta con se i sapori dei tropici all’uscita dell’aeroporto, invece arriviamo a Cuba in un giorno di pioggia. Nel bel mezzo di un temporale imprevisto dovuto alla eccessive temperature delle ultime settimane, eppure siamo nella stagione secca. L’aria carica di umidità si appiccica ai vestiti, saltiamo sulla prima Chevrolet disponibile che avanza verso Matanzas, i tergicristalli puliscono a stento il parabrezza dall’acqua. Mentre sfrecciamo tra le pozzanghere, le palme e l’oceano mi ripassano per la testa le mille domande su quest’isola: l’eredità del colonialismo, la dittatura di Fulgencio Batista, la rivoluzione castrista, la guerra fredda, l’indipendenza energetica e lo sviluppo sociale ed economico, infine il turismo di massa degli ultimi anni. Comunque la si guardi Cuba è di difficile interpretazione, un cubo di Rubik caraibico.

L’Atene cubana

Ci dirigiamo verso Matanzas, la “Atene cubana” come la chiamano qui, per la sua importante vita culturale del passato: “Fin dal diciannovesimo secolo Matanzas era la capitale culturale dell’isola, qui vivevano poeti, scrittori e intellettuali” ci spiega Ferdinando, laureato in matematica, mentre il suo taxi si avvicina al centro città. In effetti la regione fu la più importante produttrice di canna da zucchero di Cuba e Matanzas era anche un importante centro per l’esportazione di caffé durante il periodo spagnolo, uno sviluppo di cui beneficiarono le arti, con la fondazione di un quotidiano e l’apertura di due teatri e di una biblioteca pubblica, di cui oggi non rimane gran ché se non l’orgoglio della gente del posto.

Il taxi di Ferdinando sotto la pioggia
Il taxi di Ferdinando sotto la pioggia

La manna dello zucchero

La canna da zucchero e gli zuccherifici furono fino alla seconda metà del secolo scorso il motore propulsore della città, qui arrivava la canna da zucchero raccolta dalle campagne per essere trasformata, delle fabbriche oggi rimane solo un grande ingranaggio d’acciaio, che ha finito per diventare una statua futurista della piazza attigua alla cattedrale, “prima che a Fidel venisse l’idea di chiudere gli zuccherifici e trasformare tutta la canna da zucchero in Rum” ci spiega con un tocco d’ironia Javier, che gestisce una casa particular nella periferia della città. Lo zucchero fu fino agli anni novanta la principale esportazione dell’isola, cioé fino a quando non venne a mancare il suo cliente principale: l’Unione Sovietica. contemporaneamente in quegli anni i prezzi sul mercato internazionale dello zucchero scendessero di molto. “Oggi l’economia della città è in ginocchio, gli zuccherifici occupavano mezzo milione di persone sull’isola” continua Javier. Non è difficile incontrare persone che abbiano conosciuto questo periodo della storia della città, come Francisco: 73 anni, carnagione scura, capelli bianchi corti e un bastone su cui appoggiarsi quando cammina e che diventa una bacchetta con cui puntare luoghi o persone quando parla, oggi è in pensione ma ricorda: “anche mio padre e prima di lui mio nonno hanno lavorato negli zuccherifici della zona, avevano un ottimo stipendio per quei tempi e se la cavavano meglio di quanto possano fare oggi i più giovani”.

Oggi è la Cina il principale acquirente dello zucchero di canna cubano, 400’000 tonnellate partono ogni anno verso Pechino e la domanda è in crescita. Alcuni vecchi zuccherifici sono stati rimessi in opera nei villaggi più svantaggiati della regione ma i ragazzi giovani non hanno alcuna esperienza nel settore. Anche qualche anziano ritorna al lavoro, forte del fatto che lo stipendio dello zuccherificio è più alto della pensione, ma servirà probabilmente tempo prima di rimettere in piedi un settore che vive delle vestigia del passato ma che è in pratica semi abbandonato da più di vent’anni.

Il temporale a Matanzas
Il temporale a Matanzas

La rivoluzione del Wi-fi

Qui in Plaza Libertad mentre discutiamo con Francisco attirano la mia attenzione le molte persone che vengono a collegarsi a internet: è forse la nuova rivoluzione che cambierà gli stili di vita sull’isola? Il funzionamento è molto semplice: una rete pubblica è messa a disposizione dal comune nelle pizze principali delle città, basta passare in edicola e comprare la ricarica per poter navigare liberamente e senza restrizioni, due euro per un’ora di rete, anche se la connessione è un po’ lenta. Molti ne approfittano per tenersi in contatto con i parenti emigrati all’estero, la maggior parte degli smart phone che vedo è in videochiamata su skype. I siti con contenuti esplicitamente pornografici sono censurati, altri siti americani dell’opposizione anticastrista emigrata in Florida invece no. “Di solito mi connetto per poco più di mezz’ora perché il costo delle connessioni resta comunque elevato” continua Javier che ci ha raggiunto in centro città “ho un piccolo blog per la mia casa particular, sono anche su Couchsurfing e cerco di attirare turisti stranieri verso Matanzas”. La mia impressione è che sia più il turismo di massa che la connessione internet a cambiare le abitudini dei cubani.

Placa Libertad, dove c'è la connessione internet
Placa Libertad, dove c’è la connessione internet

Hershey train

Abbandoniamo Matanzas con un piccolo trenino elettrico, l’unico di questo genere sull’isola, che collega la città con l’Avana. Inizialmente costruito per portare al lavoro gli operai della grande fabbrica di cioccolato di Hershey, oggi dismessa e di cui solo le grandi ciminiere bianche rimangono a testimoniarne la grandezza tra le vestigia arrugginite delle lamiere. Tra binari sbilenchi e piccoli ponti di legno nel mezzo della campagna cubana: oggi il treno è utilizzato da gente del posto per raggiungere minuscoli villaggi fatti di case di legno e lamiera, circondati dal fango e dispersi nel mezzo del niente e da qualche turista avventuroso. Il treno si riempie e si svuota quasi ad ogni stazione, le porte rimangono aperte e il conduttore è obbligato a suonare e rallentare la velocità ogni volta che qualche vacca attraversa i binari. Quando ci avviciniamo a L’Avana i colpi di clacson si fanno più lunghi e intensi: “Stiamo per attraversare dei quartieri popolari e non c’è nessuna misura di sicurezza” mi spiega una signora che viaggia sul treno “qualche tempo fa una macchina che attraversava i binari finì dritta sotto al treno e morirono quattro persone”.

Arriviamo a L’Avana carichi ed eccitati, con i raggi del sole che si fanno largo tra i nuvoloni grigi per regalarci i primi scorci di bel tempo del nostro viaggio.

La borgata Camilo Cienfuegos a l'Avana
La borgata Camilo Cienfuegos a l’Avana

Ragazzi di vita cubani

Habana del Este, poco frequentata dai turisti, noi raggiungiamo il reparto Camillo Cienfuegos, una borgata di periferia fatta di palazzoni colorati con gli intonaci scrostrati dal sale dell’oceano, un mondo a parte. Si respira un’aria di pace e tranquillità, gatti e galline scorrazzano tra i palazzi, dei ragazzi giocano a baseball sul pratone poco lontano dai condominii, non saprei come descrivere questo posto e i suoi abitanti se non come i ragazzi di vita cubani, in un surreale mix di sottoproletariato romano, block socialisti sarajevesi e colori, palme e temperature caraibiche. Ci sono decine di palazzoni e la numerazione è poco chiara, ci aiuta a trovare quello della nostra casa particular Israel, che abita da queste parti. Israel fa il muratore, guadagna 250 pesos cubani al mese, circa 10 euro, mi fa pensare a Franco Citti in Accattone. “Noi cubani siamo tutti laureati, io ho studiato come cuoco, ma se lavori nei ristoranti statali guadagni una miseria”.

Testo e foto di Samuel Bregolin

http://sbregolin.wix.com/

 

 

  • Autore articolo
    Samuel Bregolin
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio mercoledì 02/07 12:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 02-07-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve mercoledì 02/07 10:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 02-07-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 01/07/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 01-07-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 01/07/2025 delle 19:46

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 01-07-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Dodici Pollici del 2/7/25 - Ricky Gianco

    Il podcast di Francesco Tragni e Giuseppe Fiori registrato dal vivo a Germi e dedicato al mondo dei vinili. Oggi è di scena Ricky Gianco: cantante, chitarrista e compositore, ha iniziato la sua carriera negli anni ’60 col primo nucleo dei Dik Dik, collaborando poi coi Ribelli e coi Quelli (in seguito diventati PFM), nonché con artisti come Tenco e Jannacci. Negli anni ’70, Ricky porta avanti alcuni progetti musicali (e in seguito teatrali) con il cantautore Gianfranco Manfredi, e parallelamente fonda come discografico la Intingo e La Ultima Spiaggia. Complessivamente ha inciso oltre 20 album come solista. Sul palco si è esibito assieme al musicista Stefano Covri.

    A tempo di parola - 02-07-2025

  • PlayStop

    La politica delle donne, obiettivi raggiunti e sfide ancora aperte - 02/07/2025

    Con Chiara Braga, capogruppo del Pd alla Camera dei Deputati, Marilena Grassadonia, responsabile diritti Sinistra Italiana, Valentina Barzotti, deputata del Movimento 5 Stelle. Conduce Barbara Sorrentini con Luigi Ambrosio.

    All you need is pop 2025 - 02-07-2025

  • PlayStop

    Apertura Musicale di mercoledì 02/07/2025

    Svegliarsi con la musica libera di Radio Popolare

    Apertura musicale - 02-07-2025

  • PlayStop

    Music Revolution di martedì 01/07/2025

    Puntata nr 1 - 01 - Shawn Phillips: L Ballade 02 - Nick Drake: River Man 03 - Ray Lamontagne: Be Here Now 04 - Paul McCartney: The Back Seat of My Car 05 - Beach Boys: Surf’s Up 06 - Keith Moon: Don’t Worry Baby 07 - David McWilliams: The Days of Pearly Spencer 08 - Anna B Savage: Lighthouse 09 - Soulsavers: Through My Sails 10 - Souad Massi: Mirage 11 - Bill Frisell: Shutter, Dream 12 - Erich Leisdorf: Coro a Bocca Chiusa 13 - Robert Downey Jr: Smile 14 - Franco Battiato: Se Mai 15 - Tommy Peltier ft Judee Sill: Pocket-Socket 16 - Gentle Giant: Pantagruel’s Nativity 17 - Rufus Wainwright: Waiting for a Dream 18 - Verve: Lucky Man

    Music Revolution - 01-07-2025

  • PlayStop

    News della notte di martedì 01/07/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 01-07-2025

  • PlayStop

    Jazz in un giorno d'estate di martedì 01/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

    Jazz in un giorno d’estate - 01-07-2025

  • PlayStop

    Popsera di martedì 01/07/2025

    Popsera è lo spazio che dedicheremo all'informazione nella prima serata. Si comincia alle 18.30 con le notizie nazionali e internazionali, per poi dare la linea alle 19.30 al giornale radio. Popsera riprende con il Microfono aperto, per concludersi alle 20.30. Ogni settimana in onda un giornalista della nostra redazione.

    Popsera - 01-07-2025

Adesso in diretta