Non sappiamo se all’interno delle mura del Rodeo I, dove Alberto Trentini è imprigionato da un anno esatto, innocente e senza un capo di imputazione, arrivino gli echi del continuo dispiegare di mezzi militari in prossimità delle coste del Venezuela. Indiscrezioni di stampa riportano la notizia che un accordo per la liberazione del nostro cooperante sarebbe stato vicino e a farlo saltare sarebbe proprio stato l’inasprirsi delle tensioni tra USA e Venezuela. I continui proclami di un imminente attacco degli Stati Uniti aumentano l’angoscia di Ezio Trentini e Armanda Colusso che temono che una cappa di silenzio avvolga di nuovo la vicenda del figlio. Al Lido di Venezia i 365 giorni di prigionia di Alberto hanno scavato ferite profonde. A poco sono valse le rassicurazioni telefoniche della premier Giorgia Meloni alla madre di Trentini, per un impegno delle nostre istituzioni che non ha portato finora risultati concreti. La visita nella cella di Alberto dell’ambasciatore Umberto De Vito e la telefonata fra i viceministri degli Esteri di Italia e Venezuela Edmundo Cirielli e Andrea Corao Faria, i cui Paesi non si parlavano da quattro anni, si sono rivelati spiragli troppo stretti per aprire la strada al ritorno a casa di Alberto Trentini. Per tenere viva l’attenzione Armanda Colusso si spende in continui appelli e denunce sui ritardi del nostro governo. “C’è chi non si impegna abbastanza” ha ripetuto più volte. A darle forza questo ragazzo, votato all’assistenza degli ultimi tra gli ultimi. Tre volte ha potuto sentire la sua voce che le rassicurava sul suo stato di salute e chiedeva delle condizioni del padre malato. Amanda non può, però, aspettare oltre. La pazienza, con la quale è stata costretta a convivere viene sempre meno. La stessa pazienza a cui fa ricorso, con un retorico mantra, il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Riporteremo a casa Trentini e gli altri detenuti in Venezuela, ma le trattative rimangono delicate e difficili” è il messaggio uscito dal palazzo della Farnesina anche in questa occasione. Per quanto tempo ancora?
Lorenzo Marcandalli


