Approfondimenti

Torino Film Festival, intervista al direttore artistico Stefano Francia di Celle

  • Play
  • Tratto dal podcast
    Chassis |
Torino Film Festival 2020

Stefano Francia Di Celle, nuovo direttore artistico del Torino Film Festival, commenta a Radio Popolare le novità dell’edizione di quest’anno, attualmente in corso. L’intervista di Barbara Sorrentini a Chassis.

Tu collabori da una vita con il Torino Film Festival e adesso ne hai preso le redini. Com’è stato partire in una situazione così complicata?

Per fortuna conosco bene il festival e la comunità che si occupa e ama il cinema a Torino. La partenza è stata super brillante grazie all’entusiasmo che io ho maturato per la scelta del Museo del Cinema di affidarmi questo prestigioso incarico, e anche per il contesto intorno a me che ai primi dell’anno era desideroso di realizzare progetti nuovi, che abbiamo anche subito messo in cantiere. Poi però è arrivata la pandemia e quindi ci sono stati dei momenti molto difficili in cui bisognava fare scelte strategiche. Sono contento che nonostante la tragedia in corso che affligge potentemente anche il settore dell’industria cinematografica siamo riusciti ad adattarci proteggendo i contenuti più importanti del Festival, che sono i film, gli autori, la possibilità per gli spettatori di mettersi in contatto, in via informale, con i registi. Questo clima di comunità allargata che si crea tutti gli anni in presenza sono certo che viene riprodotto, in maniera virtuale, in questa edizione online. Ovviamente abbiamo fatto molte cose in più per il digitale, non solo creando delle sale virtuali che non danneggino il futuro dei film che presentiamo in anteprima italiana o mondiale, ma anche altri servizi che permettono, attraverso altre modalità di comunicazione online, di aver un rapporto diretto con i creatori di queste opere, con le tante storie che si possono raccontare. Ci sono innanzitutto le storie dei film, un modo per i giovani di tutto il mondo di raccontare le loro storie attraverso i personaggi, ma anche la loro singola storia di cineasti, spesso impegnati in un cambiamento della società; il nostro cinema ha questo aspetto delle iniziative che possono migliorare i problemi della società contemporanea. Ci sarà anche una diretta dalla Mole Antonelliana (luogo altamente simbolico per la città e per noi perché sede del Museo del Cinema) a partire dal 20 fino al 28 novembre, ultimo giorno del Festival durante il quale concluderemo con la cerimonia di premiazione. Abbiamo un elemento nuovo in cui poter inserire quei progetti in cantiere che realizziamo comunque, nonostante il problema del COVID. Tra tutti il progetto delle Masterclass, che per la prima volta viene fatto al Torino Film Festival. Ci sono dialoghi con maestri del cinema contemporaneo. Questo è possibile grazie a una collaborazione con queste realtà cinematografiche mondiali e con due istituzioni importanti torinesi, ovvero l’Università di Torino e il Politecnico di Torino. Sono 20 studenti che si stanno formando sui temi delle Masterclass dalla fine della primavera e saranno i rappresentanti della città di Torino, in qualche modo. Molti hanno nel loro percorso di studi il cinema, sia dal punto di vista della storia della critica, ma anche dell’ingegneria del cinema, come per gli studenti del Politecnico. Loro rappresenteranno la comunità torinese e italiana che dialoga con questi maestri.

Rispetto agli anni scorsi che cosa hai cambiato al Torino Film Festival?

Una sezione che mi rappresenta molto è “Back to Life”, dedicata al restauro. È un argomento che ho avuto modo di conoscere in maniera approfondita perché ho curato Venezia Classici con il direttore Alberto Barbera per molti anni, e quell’esperienza l’ho voluta traslare in una realtà torinese, non per fare un doppione sul lavoro eccellente che fa Venezia sui classici del cinema, ma creando un settore editoriale preciso che è la riscoperta di film dimenticati o che hanno avuto vicende distributive particolarmente complesse. Quest’anno, e anche i prossimi, andremo sempre di più alla ricerca di quei film che hanno quasi bisogno di una nuova nascita, che all’epoca della loro realizzazione hanno avuto problemi vari. La collaborazione è sempre con le cineteche più importanti del Mondo e in Italia ce ne sono parecchie attive su questo fronte. Sicuramente è una sezione che mi rappresenta molto. Anche la sezione “Le Stanze di Rol”, che ho affidato al bravissimo Pier Maria Bocchi, è una sezione in cui mi riconosco molto. Rol è un personaggio estremamente importante per la cultura e la storia di Torino, amiamo definirlo esploratore di mondi paralleli. Attraverso la sua figura, che è stata importante riferimento per tanti artisti, tra tutti Fellini, si può esplorare il cinema di genere, allargando la sezione a tutto il fantastico. È una sezione che sono molto curioso di capire che tipo di pubblico troverà. Ci sono dei film d’intrattenimento alto ma con potenzialità commerciali forti e anche i primi due episodi di una serie televisiva spagnola. Un’altra sezione che ho affidato subito a una persona per cui nutro grande fiducia è la sezione dei “Cortometraggi internazionali”, che da qualche anno non era più al Festival. Ho voluto riportarla in piena luce, e contestualmente ad essa si sta realizzando un progetto educazionale molto complesso, che va dalla scuola elementare fino all’università. Questa possibilità del cortometraggio di essere adatto al mondo dell’educazione è una potenzialità molto forte che stiamo sviluppando. Abbiamo un progetto con la Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, qui a Torino, che abbiamo dedicato ai ragazzi delle scuole medie, collegati attraverso una rete tecnologica di altissimo livello in un progetto di connessioni. Anche in questo periodo così problematico, durante il Torino Film Festival, due registi internazionali di cortometraggi mostreranno i loro lavori a tante scuole del territorio torinese metropolitano grazie a questa rete digitale che collega le scuole tra loro, e tutti i ragazzi di queste scuole oltre a visionare i film potranno dialogare con i registi. Il festival quest’anno è riuscito grazie ai miei straordinari collaboratori e tutti gli elementi che si sono occupati dell’organizzazione. Credo che il Festival sia come una pianta: un organismo molto complesso che può funzionare solo se tutti gli elementi sono in armonia tra di loro e vengono curati con grande pazienza. I nostri contenuti non sono in grado di imporsi immediatamente nello scenario della comunicazione attuale, e quindi hanno bisogno di questa cura. Credo che la nostra missione come Festival sia proprio quella di dare possibilità ai film che rischiano di essere poco notati in un mondo globalizzato, e che invece noi valorizziamo in un modo complesso, che è il frutto di un lavoro di un anno.

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio mercoledì 03/12 07:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 03-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve mercoledì 03/12 10:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 03-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di mercoledì 03/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 03-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 03/12/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 03-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Pubblica di mercoledì 03/12/2025

    Gran Bretagna e Germania, i grandi malati d'Europa. Il primo ministro britannico Starmer e il cancelliere tedesco Merz sono entrambi proiettati in una rincorsa della destra estrema. Il laburista britannico Starmer, due settimane fa: «restauriamo ordine e controllo», titolo di un documento presentato alla Camera dei Comuni. Il democristiano tedesco Merz: ci vogliono «controlli ai confini e respingimenti» perchè «l’immigrazione ha un impatto sul paesaggio urbano». Proprio così. Germania e Gran Bretagna, due potenze economiche mondiali: la Germania (80 milioni di abitanti) con il terzo pil del mondo (dopo Stati Uniti e Cina); il Regno Unito (con 60 milioni di abitanti) con il sesto pil mondiale (dopo la Germania c’è il Giappone e l’India e poi il Regno Unito). La “malattia” (la rincorsa ad essere a volte più a destra delle destre) rischia di cambiare i connotati a tradizioni politiche europee centenarie: come il laburismo britannico, il popolarismo democristiano tedesco insieme alla socialdemocrazia, sempre in Germania. Pesa, inoltre, un discorso pubblico sempre più contaminato da un lessico guerresco. Che danni può provocare questa “malattia” in due paesi fondamentali del continente europeo? Pubblica ha ospitato la storica Marzia Maccaferri (Queen Mary, University of London) e il giornalista Michael Braun (corrispondente da Roma del berlinese Tageszeitung).

    Pubblica - 03-12-2025

  • PlayStop

    Ecco chi ci porta alla guerra

    Politici, industriali e finanzieri sono concordi nel sostenere la strada del riarmo e della militarizzazione europea: per i finanzieri si tratta di far fruttare i propri fondi rapidamente e in maniera sicura, per gli industriali idem, con fortissime iniezioni di denaro pubblico, non a caso anche quest’anno hanno fatto il record di vendite come registra il Sipri di Stoccolma il più autorevole istituto di ricerca sulla spesa militare nel mondo. Il problema, spiega Francesco Vignarca, portavoce della Rete Pace Disarmo, ricercatore e analista (tra i curatori del libro Europa a mano armata curato con Sbilanciamoci) è che così vince il discorso di guerra. Banalizzante, propagandistico e pericoloso perché sequestra la democrazia: “Il complesso militare industriale ha un pensiero medio lungo strategico. Stanno già intervenendo per togliere le leggi sulla limitazione alla vendita di armi, perché sanno che dovranno vendere questa sovraproduzione da qualche parte, così come fanno entrare capitali esteri nella nostra industria, come i sauditi in Leonardo, perché non siamo noi gli acquirenti di queste armi”. Ascolta l'intervista di Cinzia Poli e Claudio Jampaglia.

    Clip - 03-12-2025

  • PlayStop

    A come Atlante di mercoledì 03/12/2025

    Trasmissione trisettimanale, il lunedì dedicata all’America Latina con Chawki Senouci, il mercoledì all’Asia con Diana Santini, il giovedì all’Africa con Sara Milanese.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 03-12-2025

  • PlayStop

    MILANESI BRAVA GENTE SPECIAL - MATTEO LIUZZI E TOMMASO BERTELLI

    MILANESI BRAVA GENTE SPECIAL - MATTEO LIUZZI E TOMMASO BERTELLI - presentato da Francesco Tragni

    Note dell’autore - 03-12-2025

  • PlayStop

    Tutto scorre di mercoledì 03/12/2025

    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi al microfono. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

    Tutto scorre - 03-12-2025

  • PlayStop

    L’inquietudine della provincia nel film “Ferine”, in concorso al Noir in Festival

    Trattandosi di un film horror si può raccontare poco. Ferine di Andrea Corsini si sviluppa intorno ad Irene, una donna che desidera una figlia ma nello stesso tempo è costretta a difendersi da chi la ostacola. In seguito a un incidente, la donna va in cerca di sangue per sopravvivere. Il tutto si svolge in un paesaggio vuoto e deprimente: “Cercavo una provincia in cui si respirasse solitudine e isolamento, come la villa di architettura brutalista e il centro commerciale esternamente vuoto. Il cemento da una parte e dall’altra le zone boschive, in cui si scatena l’aspetto selvaggio della storia”. Spiega Corsini, che nel film ha ricreato delle atmosfere che ogni tanto ricordano David Lynch, accompagnate dalla musica di Pino Donaggio: “È sempre stato il mio sogno, ma non avrei mai pensato di riuscirci. Non ho dovuto dirgli quasi niente per arrivare a questo risultato”. Un film prevalentemente femminile, con attrici internazionali che recitano in inglese e in cui gli uomini hanno soltanto parti in secondo piano. L'intervista di Barbara Sorrentini ad Andrea Corsini.

    Clip - 03-12-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di mercoledì 03/12/2025

    I fatti del giorno analizzati dai nostri esperti, da studiose e studiosi. I protagonisti dell'attualità intervistati dai nostri conduttori.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 03-12-2025

  • PlayStop

    Lista stupri. Una delle ragazze minacciate: “L’educazione sessuo-affettiva serve ad arginare le violenze”

    L’educazione sessuale a scuola si farà solo con il consenso dei genitori degli studenti minorenni, sia alle medie sia alle superiori. Alla Camera ieri è arrivato il via libera agli emendamenti al ddl Valditara tra le proteste delle opposizioni. È stato respinto anche un emendamento che prevedeva di togliere il consenso dei genitori in caso il corso fosse organizzato dalle Asl, quindi non da associazioni ma dal servizio sanitario nazionale. Intanto, prosegue l’indagine della procura di Roma "lista degli stupri” comparsa nei giorni scorsi nei bagni del liceo romano Giulio Cesare. Al momento il reato ipotizzato è istigazione a delinquere finalizzata alla violenza sessuale. Andrea, una delle studentesse del Giulio Cesare il cui nome era presente nella lista, al microfono di Mattia Guastafierro, ci racconta qual è il clima a scuola: “Ci sono stati dei precedenti, sicuramente non così gravi: stati bruciati dei cartelloni contro la violenza sulle donne nel bagno dei maschi, sono state strappate delle petizioni messe in bacheca per sensibilizzare alla violenza di genere. Purtroppo ci sono persone che hanno avuto un'educazione familiare estremamente poco consapevole di certe cose e purtroppo questa è la prova che un argomento così terribile come lo stupro possa essere utilizzato con leggerezza e, anzi, scritto su un muro di un bagno”. Inoltre, Andrea riconosce l'importanza dell'educazione sesso-affettiva nelle scuole: "Noi passiamo tantissime ore all'interno delle mura scolastiche e quindi deve essere la scuola a insegnare ed arrivare dove la famiglia magari non riesce. C'è molta disinformazione su quello di cui si tratta nell’educazione sessuo-affettiva: serve per insegnare il consenso, per conoscere se stessi senza paure, senza timori e stigmi sociali, per accettare ogni parte di sé. Facendo questo percorso dentro la scuola inevitabilmente la violenza di genere, e le violenze in generale, vengono arginate proprio perché la violenza parte da un'insicurezza. Se noi insegniamo che va bene averle, che queste si possono gestire, come gestire le relazioni, i conflitti ed educare al consenso, io credo che queste cose non succederebbero più. La scuola se ne deve far carico".

    Clip - 03-12-2025

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di mercoledì 03/12/2025

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 03-12-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di mercoledì 03/12/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 03-12-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Giornali e commenti di mercoledì 03/12/2025

    La mattina inizia con le segnalazioni dai quotidiani e altri media, tra prime pagine, segnalazioni, musica, meteo e qualche sorpresa.

    Presto Presto – Giornali e commenti - 03-12-2025

Adesso in diretta