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Eutanasia e testamento bio: non confondiamoli

La morte di Fabiano Antoniani, attraverso il suicidio assistito in una clinica di Zurigo, ha fatto irruzione in Parlamento nel giorno in cui sarebbe dovuta approdare in aula la legge sul testamento biologico. E’ stata però rinviata a marzo, perché non è ancora arrivata in Commissione Affari sociali.

Le parole dello stesso Fabiano pronunciate poco prima di morire scuotono anche i partiti, ma l’eutanasia scelta dall’uomo non ha nulla a che fare con la legge sul testamento biologico. Ci sono sei proposte di legge sull’eutanasia, cinque di iniziativa parlamentare e una di iniziativa popolare, promossa dall’Associazione Luca Coscioni, ma tutte ferme da un anno esatto in commissione Affari sociali. Su questo tema c’è un tabù in Parlamento che rende quasi impossibile una discussione e un voto.

Diverso invece il percorso sul testamento biologico che è quasi approdato in aula alla Camera, ma che continua a subire tentativi di modifiche da parte delle aree cattoliche di tutte le coalizioni, che mettono a rischio l’approvazione finale: oltre all’approvazione alla Camera, dove non ci sono tempi ristretti e neppure pensabile il voto di fiducia, (è una legge che per il Governo Gentiloni non ha la stessa valenza che avevano per il Governo Renzi le Unioni civili), ci vuole anche il passaggio al Senato che potrebbe a sua volta cambiarla e i mesi che restano alla fine della legislatura sono pochi.

Si tratta delle disposizioni anticipate di trattamento, (Dat), e cioè la volontà di una persona su ciò che vorrebbe nel caso si trovasse non più in grado di intendere e di volere, ad esempio sulla nutrizione e idratazione artificiale, definisce vincoli per il medico e introduce la figura di un fiduciario. E’ la battaglia portata avanti per anni da Beppe Englaro, sulla base anche delle volontà della figlia espresse prima dell’incidente. Una discussione lunga nelle Commissioni, che si è svolta lungo il crinale della libertà del malato da un lato e di quella del medico di insistere sulle cure dall’altro. I parlamentari cattolici hanno cercato di  inserire alcuni limiti, ad esempio riconoscendo il dovere del medico, “ove possibile”, di rispettare le volontà, due parole che potrebbero rendere meno ampia la libertà del malato e ora insistono perché nella legge venga scritto che non c’è nessun riconoscimento legale all’eutanasia attiva o passiva, alimentando così una confusione tra due tipi di leggi ben diverse tra di loro.

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    Anna Bredice
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    A Brescia è in corso l’ottava edizione del Festival della Pace. Uno degli eventi di maggior interesse è la mostra al Museo Santa Giulia che ha l’obiettivo di mettere in luce il ruolo dell’arte come pratica capace di tessere relazioni di solidarietà. In mostra opere di Emily Jacir, artista palestinese Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 2007. Le sue opere sono testimonianza dell’ingiustizia e oppressione subite dal suo popolo. In mostra anche le opere salvate dal bombardamento avvenuto nel 2023 di Eltiqa (in lingua araba: “incontro”) un centro per l’arte contemporanea a Gaza. Abbiamo incontrato in mostra due degli artisti che hanno fondato Eltiqa: Mohammed Al-Hawajri e Dina Mattar, poi anche Emily Jacir davanti alle sue installazioni. Le interviste di Tiziana Ricci.

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    Carlo Rovelli, fisico teorico, è stato ospite oggi a Pubblica. Dieci anni fa, pochi giorni dopo le stragi di Parigi e del Batclan nelle quali furono uccise 130 persone, lanciò una «proposta per la Mesopotamia». Rovelli la illustrò a Radio Popolare: «l’Occidente - sosteneva - può continuare a bombardare (l’Isis, ndr), ma i bombardamenti, come ripetono i vertici militari, non portano a nulla. Nessuno ha voglia di invadere di nuovo la Mesopotamia, per riaprire il problema. Penso sia necessario parlare con lo Stato islamico. L’alternativa è la guerra senza fine». Dieci anni dopo, e in altri contesti, il senso della proposta di Rovelli resta intatto. Ne abbiamo parlato oggi con lui nel corso della trasmissione, insieme al suo ultimo libro «Sull'uguaglianza di tutte le cose. Lezioni americane». Nel testo (pubblicato da Adelphi, 2025) sono raccolte sei lezioni che Rovelli ha tenuto a Princeton (Stati Uniti) un anno fa, chiamato come fisico a raccontare ai filosofi il mondo dei fenomeni quantistici. Che cosa è accaduto negli ultimi dieci anni nella conocenza del mondo? «Ci siamo accorti sempre di più che le grandi teorie del XX secolo, scientifiche e fisica, funzionano incredibilmente bene», racconta Rovelli. «Lo sforzo ora è cercare di capire cosa implicano queste grandi teorie per la nostra comprensione del mondo. Il contenuto del mio libro è questo: che cosa ci dice sul mondo la grande rivoluzione culturale del XX secolo, quella dei quanti e della relatività». Buona lettura.

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